Da www.ansa.it
"Il nostro paese deve approcciare il problema della cyber-sicurezza in maniera olistica: purtroppo fino a oggi si è ecceduto nella settorializzazione": lo ha sottolineato il Capo della Polizia Franco Gabrielli intervenendo al convegno 'Innovazione e sicurezza' - organizzato dall'Angi, l'Associazione nazionale giovani innovatori - segnalando tuttavia la necessità, "sul piano istituzionale, di fare attenzione alle esterofilie, evitando proposte di adozione di modelli stranieri, formulate senza porsi il quesito se le nostre strutture siano adeguate all'accoglimento di tali modelli".
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Ha detto la sua anche il direttore generale del Dipartimento Informazioni e Sicurezza Nazionale (Dis), Gennaro Vecchione. "L'innovazione è una necessità ineludibile, ma al tempo stesso - ha avvertito - occorrono garanzie per il cittadino, le imprese e il Paese per evitare che le innovazioni si traducano in un danno per i diritti fondamentali dei cittadini. È un aspetto che il governo italiano sta curando sia in termini legislativi che organizzativi".
Il sottosegretario alla Difesa Angelo Tofalo ha ricordato il cambiamento in corso della nostra società, "che potremmo chiamare società digitale. Questo cambio di paradigma è avvenuto così velocemente che istituzioni politiche, scolastiche, fino alle singole famiglie, hanno faticato ad adeguarvisi, tant'è vero che solo un'esigua percentuale della popolazione italiana dimostra di saper padroneggiare a pieno gli strumenti informatici". "I dati personali - ha avvertito dal canto suo il segretario generale del Garante per la Privacy, Giuseppe Busia - sono alla base dell'innovazione nel pubblico e nel privato e anche in materia di sicurezza, perciò non basta riconoscerne il solo valore economico: in realtà sono un elemento essenziale della nostra libertà.
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Attraverso la conoscenza dei dati si ha la possibilità di sapere non solo chi siamo stati e quello che siamo, ma anche quello che faremo e saremo". Ha dato il suo parere anche il presidente dell'Angi Gabriele Ferreri, per il quale in ogni caso "la sicurezza nazionale e il paradigma dell'innovazione sono fondamentali per la crescita e la salvaguardia del nostro ecosistema Paese".
Per il presidente dell'Accademia Pontificia per la Vita, monsignor Vincenzo Paglia, lo sviluppo deve essere affrontato in tre dimensioni diverse: quella etica, quella educativa e quella legislativa, soprattutto perché "serve un accordo di diritto internazionale per regolamentare l'utilizzo delle nuove tecnologie". Ed il presidente dell'Ordine degli Avvocati di Roma, Antonino Galletti, ha esortato la sua organizzazione a "precedere e anticipare i cambiamenti ed essere al fianco delle imprese nell'innovazione".
Ed infine Matteo Tanzilli, Vicepresidente dell’ANGI: “Un mondo più connesso è un mondo più sicuro? Con il progredire dell'innovazione mutano anche le minacce provenienti dal cyberspazio. Uno spazio sempre più connesso grazie all’introduzione dei device IOT. La protezione di questi device, soprattutto se possono avere ripercussioni sulla vita umana, devono essere protetti con una strategia di difesa nazionale”.
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