Tiziana Paolocci per "il Giornale"
Un operaio di 54 anni è morto ieri in una fonderia a Torbole Casaglia, nel Bresciano, e la stessa sorte è toccata a un uomo di 60 anni, dipendente di una ditta che produce traversine ferroviarie, nel Torinese.
I due incidenti si sono verificati a poche ore di distanza uno dall' altro e hanno riportato sotto i riflettori il tema della sicurezza sul lavoro e dell' importanza della prevenzione.
Vasile Necoara, operaio di origini romene di una ditta esterna, secondo la ricostruzione dei carabinieri sarebbe caduto dal condotto di aerazione della Fonderia, in via Travagliato 18 a Torbole Casaglia, in provincia di Brescia, dove era entrato per pulirlo.
Il volo sarebbe legato all' improvvisa apertura di una delle botole che compongono il condotto, dove era arrivato utilizzando un «merlo» della ditta. Uscito dal cestello, aveva ancora in mano gli attrezzi che servivano per poter fare le pulizie. I colleghi lo hanno visto cadere e hanno fatto scattare l' allarme, ma quando i carabinieri, l' ambulanza e un elicottero degli Spedali Civili di Brescia, sono giunti sul posto, l' operaio era già morto.
E poco dopo ha perso la vita anche un uomo di 60 anni, Fiorenzo Canonico, di Montanaro, dipendente di un' azienda di armamenti ferroviari, il Gruppo Margaritelli di Rodallo, frazione di Caluso (Torino). L' uomo è volato giù da un' altezza di 5-6 metri mentre stava lavorando. Anche in questo caso i colleghi hanno chiamato i soccorsi, ma il personale sanitario del 118, intervenuto anche con l' elisoccorso, si è dovuto arrendere mentre provava a rianimarlo. I rilievi sul posto sono stati compiuti poco dopo dai carabinieri e dai tecnici dello Spresal dell' Asl To4.
«Non si può continuare a morire sul posto di lavoro, prevenzione e formazione devono diventare una strategia con più risorse per mettere in sicurezza tutti i processi produttivi, con più controlli ed un coordinamento degli interventi - ha sottolineato l' assessore al lavoro Elena Chiorino - bisogna riportare l' attenzione nelle fabbriche, come in ogni luogo di lavoro, dalla sola sicurezza legata alla pandemia, alla prevenzione degli infortuni. Non possiamo permettere che la ripresa dei ritmi produttivi vada a discapito della sicurezza, sacrificando vite umane».
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