1 - DAGONOTA
E’ proprio vero, a volte i filosofi hanno la testa fra le nuvole. E a volte scambiano le loro fantasie per realtà. Il filosofo Agamben teme che ai non vaccinati e agli italiani che non si sono muniti di green pass, il governo Draghi, alla maniera dei fascisti e dei nazisti, stia riservando una sorte terribile.
Teme, in primis, che il governo possa loro imporre di cucire sulla manica della spalla destra una stella gialla. E che poi possa deportarli insieme ai bambini down, agli ebrei, alle prostitute e ai rom, in una ridente cittadina del Nord- Est, ovvero nell’equivalente moderno della cittadina di Hadamar che si trova in Assia.
Qui i funzionari di Hitler misero in atto l’assassinio di circa 15.000 persone nell'ambito del programma di eugenetica Aktion T4: piccoli e adulti furono uccisi nelle camere a gas della "clinica". Altre 4.000 vittime vennero fatte fuori per mezzo della privazione di cibo o di un’iniezione letale che infliggeva indicibili sofferenze prima della morte.
Questi omicidi di massa, che anticiparono i massacri nei lager, venivano eseguiti in base a un principio “scientifico” di “eugenetica” che serviva a migliorare la “razza”, eliminando tutti coloro che potevano inquinarne la “purezza”. Si fondavano però su un ‘osservazione scientifica che tale non era: di “razza” parlavano compiacenti pseudo scienziati che cercavano di conquistarsi le benemerenze e le prebende della politica.
massimo cacciari accordi e disaccordi 2
Ma la razza proprio non esisteva. Secondo Agamben, i provvedimenti governativi (non solo italiani ma di mezzo mondo, dal momento che il green pass contestato dal filosofo non riguarda esclusivamente l’Italia), sarebbero orientati nella lotta al Covid da un analogo pseudo scientismo.
Sarà così? Ma il Covid esiste veramente? Consigliamo al filosofo Agamben di scendere dalle nuvole e di farsi un giro nei laboratori, senza andare troppo lontano ci sono quelli dello Spallanzani dove si studia la pandemia che ci affigge, e poi di andare a Codogno o da quelle parti per capire se ci sono state veramente delle vittime di un virus di nome Covid 19. Ma forse ha ragione lui: questa malattia come al tempo del Duce e del Führer lo era la “razza” è un’invenzione di scienziati e di politici ambiziosi e prepotenti.
adolf hitler e benito mussolini
2 - SCIENZA E POLITICA, ATTENTI A QUELLE DUE
Giorgio Agamben per "La Stampa"
Si parla spesso, per giustificare i decreti emessi dal governo sul green pass, ma anche tutto il modo in cui la pandemia è stata politicamente governata, delle ragioni scientifiche su cui questi decreti si fondano.
E' bene fare qualche riflessione sul nesso fra scienza e politica che in questo modo si viene incautamente a stabilire, senza valutare se le conseguenze che esso implica siano o meno accettabili.
Quando Mussolini decise di introdurre le leggi razziali in Italia si preoccupò innanzitutto di dare ad esse una legittimazione e un fondamento scientifico. Per questo, un mese prima della pubblicazione del primo decreto-legge del 5 settembre 1938, apparve sul Giornale d'Italia del 14 luglio una dichiarazione firmata da dieci illustri scienziati, tutti docenti nelle principali università italiane (il cui elenco vorrei che i virologi e i medici che si pronunciano oggi con tanta sicurezza su ciò che la scienza infallibilmente dimostra leggessero) in cui si affermava su basi «puramente biologiche» che le razze esistono e che gli ebrei non appartengono alla «pura razza italiana».
Per una mente minimamente attenta e responsabile questo dovrebbe dar luogo a due ordini di considerazioni: la prima è che pretendere di fondare su ragioni scientifiche decisioni che per loro natura implicano conseguenze politiche è estremamente rischioso; la seconda è che competenza scientifica e coscienza etica non vanno necessariamente d'accordo e che anzi, se si ricorda che scienziati all'epoca considerati importanti non hanno esitato a usare i deportati dei lager come cavie umane per i loro esperimenti, sembrano molto spesso divergere.
E non sarà fuori luogo ricordare che la prima volta che uno Stato si assunse programmaticamente la cura della salute dei cittadini è nel luglio 1933, quando Hitler, immediatamente dopo l'ascesa al potere, fece promulgare un decreto per proteggere il popolo tedesco dalle malattie ereditarie, che portò alla creazioni di speciali commissioni mediche che decisero la sterilizzazione di circa 400.000 persone.
Meno noto è che, ben prima del nazismo, una politica eugenetica, potentemente finanziata dal Carnegie Institute e dalla Rockefeller Foundation, era stata programmata negli Stati Uniti, in particolare in California, e che Hitler si era esplicitamente richiamato a quel modello.
Se la salute diventa l'oggetto di una politica statuale trasformata in biopolitica, allora essa cessa di essere qualcosa che riguarda innanzitutto la libera decisione di ciascun individuo e diventa un obbligo da adempiere a qualsiasi prezzo, non importa quanto alto.
Non si tratta qui, lo ricordiamo ancora una volta, di equiparare fenomeni storici diversi, ma di far riflettere gli scienziati, che sembrano poco sensibili alla storia delle loro stesse discipline, sulle possibili implicazioni di un nesso acriticamente assunto fra scienza e politica.
adolf hitler e benito mussolini 4
Così come il diritto e la vita non devono essere confusi e il legislatore, come la Costituzione ricorda, deve essere particolarmente cauto quando tocca la vita e la dignità della persona, così è bene che anche diritto e medicina non pretendano di coincidere.
La medicina ha il compito di curare le malattie secondo i principi che segue da secoli e che il giuramento di Ippocrate -che i medici sembrano oggi ignorare e trasgredire in molti punti essenziali - sancisce irrevocabilmente.
manifestazione contro il green pass a milano 4
Se, stringendo un patto necessariamente ambiguo e indeterminato con i governi, si pone invece -implicitamente o esplicitamente- in posizione di legislatore, non soltanto, come si è visto in Italia per la pandemia, ciò non conduce necessariamente a risultati positivi sul piano della salute, ma può condurre a inaccettabili limitazioni delle libertà degli individui, rispetto alle quali le ragioni mediche possono offrire, come dovrebbe oggi essere per tutti evidente, il pretesto ideale per un controllo senza precedenti della vita sociale. -
prigionieri tedeschi davanti alle immagini dei campi di concentramento
FOTO A COLORI CAMPI DI CONCENTRAMENTO no green pass roma FOTO A COLORI CAMPI DI CONCENTRAMENTO FOTO A COLORI CAMPI DI CONCENTRAMENTO CAMPI DI CONCENTRAMENTO adolf hitler e benito mussolini 6
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