Luigi Ippolito per corriere.it
L’ultima è stata la torre dei telefonini che serve l’ospedale d’emergenza allestito a Birmingham per combattere il coronavirus: anche quella è stata data alle fiamme dai seguaci della teoria cospirativa secondo cui il virus letale è causato dalle antenne del 5G. Una tesi tanto bizzarra quanto ormai ampiamente propagata sui social media: ma che adesso in Gran Bretagna si sta trasformando in una vera ondata di terrorismo diffuso.
Sono ormai una quarantina le torri dei telefonini bruciate nelle ultime settimane: e circa venti sono andate in fumo solo nel weekend di Pasqua. A Londra tre adolescenti sono stati arrestati con l’accusa di rogo doloso. Ma intanto decine di ingeneri che lavorano per le compagnie telefoniche hanno subito attacchi fisici o verbali e ricevuto minacce di morte.
La teoria
I seguaci della strampalata teoria cospirazionista sottolineano che Wuhan, la città cinese da dove il virus è partito, era stata una delle prime a installare le antenne del 5G: la tesi è che le radiazioni emesse indeboliscono il sistema immunitario e inibiscono l’afflusso di ossigeno ai polmoni. Una versione più estrema sostiene che in realtà il coronavirus non esiste, ma è solo una copertura inventata dai governi per mascherare altre malattie causate dal 5G.
Tutte frottole, ovviamente. Ma che hanno trovato credito in Gran Bretagna grazie a diverse celebrities: Amanda Holden, una giudice di un popolare talent show, ha twittato una petizione che metteva il virus in relazione al 5G; e Eamonn Holmes, presentatore del programma del mattino su ITV, è stato deferito all’autorità di vigilanza delle telecomunicazioni per aver detto in tv che i «media tradizionali» sono troppo svelti a negare quella teoria, senza preoccuparsi di verificarla (insinuando dunque che possa essere vera).
Il danno
Youtube ha promesso di rimuovere i video che propalano la bufala del 5G: ma intanto la teoria dilaga sui social media, con consigli di sedicenti «esperti» che suggeriscono come mettersi al riparo dalle antenne del 5G. O come distruggerle. Il problema è che in questi tempi di isolamento le comunicazioni telefoniche sono quanto mai preziose. «Spezza già il cuore – ha detto il capo di Vodafone Uk, Nick Jeffery, dopo l’attacco all’antenna dell’ospedale di Birmingham – che le famiglie non possano essere al capezzale dei loro cari. Ma è ancora più sconvolgente che anche il conforto di una telefonata o una videochiamata possa ora essere negato a causa delle azioni di pochi cospirazionisti». Il danno, più che le antenne del 5G, lo fanno i covidioti.