Valentina Arcovio per repubblica.it - Estratti
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Scienziato, imprenditore, "guru" della longevità, musicista... Come Valter Longo riesca a conciliare così tante "anime", per certi versi contrapposte, è davvero un mistero. Fatto sta che c'è riuscito, raccogliendo consensi, e alcune volte anche critiche, in ogni angolo del mondo. Neanche il New York Times è rimasto immune al carisma di Longo, tanto che in un recente articolo del quotidiano americano la vita e i sogni dello scienziato italiano hanno preso in pratica il sopravvento sui suoi studi.
"Voglio vivere fino a 120, 130 anni", dice Longo, che oggi ha un doppio incarico tra Italia e Usa, come responsabile laboratorio "Longevità & Cancro" dell'IFOM di Milano e responsabile del Longevity Institute della University of Southern California - Davis School of Gerontology di Los Angeles.
Il finto digiuno
Per Longo il segreto della longevità si cela nella dieta e nel "finto digiuno"". Alla base delle sue ricerche, c'è infatti l'idea che la nutrizione possa farci vivere sani e a lungo. Idea condivisa dalla maggior parte della comunità scientifca, peraltro. Ma Longo ha messo a punto la cosiddetta "dieta mima-digiuno", un protocollo alimentare che prevede per cinque giorni consecutivi la sostituzione esclusiva della normale alimentazione con prodotti vegetali biologici, in particolare zuppe a base vegetale, barrette energetiche, bevande energetiche, snack, tè e un integratore che fornisce alti livelli di minerali, vitamine e acidi grassi essenziali. Con questo regime l'apporto calorico è di circa 1100 kcal il primo giorno e 700-800 per i restanti giorni.
Taglio drastico delle calorie
L'obiettivo è quindi tagliare in modo consistente le calorie, mantenendo un adeguato apporto di nutrienti per non morire di fame. Studi scientifici, condotti prevalentemente sui topi, hanno dimostrato che cicli di dieta mima digiuno possono ridurre una serie di marcatori noti per essere collegati a diverse malattie tipiche dell'età: dall'obesità al diabete, dalle malattie cardiovascolari a quelle autoimmuni fino alle patologie neurodegenerative e il cancro. Ma nel contempo una ricerca americana su oltre ventimila pazienti - e non topi - sostiene che il digiuno intermittente, ovvero non ingerire alimenti per circa 16 ore al giorno, si associa nel tempo a un aumento del rischio di decessi per infarto ed ictus.
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Il digiuno? Scelta drastica
Non tenere bene a mente questi limiti potrebbe avere effetti disastrosi sulla salute di molte persone. "Il digiuno, nelle sue varie forme, può avere effetti negativi su una parte della popolazione, come quella dei 'fragili', bambini, anziani, donne in gravidanza", sottolinea Titta. "Rischi potrebbero esserci anche nella popolazione 'sana' perché potrebbe esserci qualcuno che ignora di avere una carenza nutrizionale o una tendenza a soffrire di disturbi del comportamento alimentare, ecc. Per i pazienti oncologici poi - continua - la prudenza deve essere ancora maggiore. Consigliare forme di digiuno può rivelarsi una scelta del tutto inappropriata, se non folle. E' necessario quindi che scelte alimentari così drastiche siano prese solo se si è seguiti da un medico".