Estratto dell'articolo di Matteo Marini per “la Repubblica”
Ogni tanto ritorna l’illusione, abbagliante, del Pianeta rosso. Elon Musk si è espresso di nuovo sulla possibilità di colonizzare Marte inviando addirittura un milione di persone. Niente più che una nuova suggestione, espressa, ovviamente, sul suo social, X. […]
Musk inizia a fornire dettagli su come portare tutte quelle persone su Marte nel 2016. […] All’epoca Musk disse che avrebbe potuto portare il primo equipaggio su Marte nel 2024 «se tutto fila senza intoppi». Otto anni dopo Starship non è ancora operativa, i primi due test sono stati utilissimi ma ancora il veicolo non è pronto per arrivare sulla Luna […] figuriamoci scendere su Marte, che è mille volte più distante.
il piano di elon musk per colonizzare marte
Torniamo al piano: Starship ha una capacità, secondo i dati forniti dall’azienda, di trasportare un equipaggio di 100 persone o anche 100 tonnellate di materiali e rifornimenti. Significa che ci vorrebbero 10mila lanci per popolare la prima metropoli marziana. Nel 2020 disse di poterlo fare entro il 2050. E i numeri in libertà non finiscono qui. Nel 2020 ragionava di mille Starship all’anno (tre decolli al giorno) diretti verso Marte: «10mila persone a ogni congiunzione orbitale Terra-Marte».
Questo è un punto che non ha mai chiarito: perché non si può ignorare la fisica. Il nostro e il Pianeta rosso si trovano alla minima distanza l’uno dall’altro ogni 26 mesi. C’è una finestra temporale per partire che si apre una volta ogni due anni, […] Intanto, però, bisognerebbe almeno metterci piede, per la prima volta. E anche questo non è uno scherzo. Nel 2022 aveva pronosticato un arrivo su Marte dei primi pionieri nel 2029. Questo è forse l’unico punto che potrebbe essere, se non credibile, almeno fattibile. L’umanità è arrivata su Marte con molte missioni robotiche, sia in orbita, sia sulla superficie. […]
elon musk festeggia il lancio della crew dragon di spacex 2
Sì, ma per fare cosa? I governi hanno deciso di tornare sulla Luna “per restare”, col programma Artemis. Una grande collaborazione internazionale per l’esplorazione a lungo termine. È un primo passo per espandere la nostra civiltà, promuovere il progresso scientifico e tecnologico, in collaborazione con i privati. Che ne ricaveranno, ovviamente, un profitto. Lavorando al programma pubblico e poi sfruttando le risorse locali, dall’acqua ai metalli e terre rare. Ma Marte è ancora troppo lontano per farci dei soldi. Almeno fino a che non ci sarà un’economia locale. Troppo costoso e rischioso arrivarci.
Marte è all’orizzonte dell’esplorazione spaziale di tutte le agenzie, nessuno lo ha mai negato (da Obama a Trump). Ma il realismo, durante i decenni, si è imposto. Musk intende dare all’umanità un posto su cui ricominciare. Marte, però, è molto diverso dalla Terra. Non c’è un’atmosfera respirabile, la temperatura resta decine di gradi sottozero per la maggior parte dell’anno, non ha un campo magnetico che protegga dalle radiazioni. L’acqua o il ghiaccio, se ci sono, si trovano in profondità sotto la superficie: bisogna costruire trivelle per scavare. […]