Della Valle-Stoppini per gazzetta.it
Scontro finale, in tutti i sensi. Perché c’era mezza Coppa Italia in gioco, ma pure un passato che non si dimentica. Antonio Conte e la Juventus non sarà mai una storia banale e non lo è stata neppure ieri sera, per un dito medio di troppo.
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Non è banale neppure per Andrea Agnelli, immortalato dalle telecamere Rai mentre dispensava insulti. O per Leonardo Bonucci, che stuzzicava il suo ex allenatore per le proteste verso l’arbitro.
Partiamo dalla fine. Le telecamere della Rai consegnano ai telespettatori l’immagine di Andrea Agnelli che, a fine partita, scende le scale e, visibilmente alterato, dice qualcosa a qualcuno. La frase incriminata sarebbe “stai zitto cog....e” o qualcosa di simile e il destinatario Antonio Conte.
Dalla Juventus nessun commento sull’episodio in questione, ma la sottolineatura di un altro fatto, avvenuto a fine primo tempo: il dito medio di Conte verso l’angolo juventino, davanti ai giocatori che stavano tornando negli spogliatoi, alla presenza di Agnelli e del vice presidente Pavel Nedved. Dalle immagini si vede Conte urlare qualcosa, secondo “orecchie bianconere” avrebbe accompagnato il gestaccio con un insulto, la parola “suca”.
Sempre all’intervallo ci sarebbe stato anche un violento diverbio tra il bianconero Fabio Paratici e il nerazzurro Lele Oriali. Questo però è stato soltanto il primo round: pare che Agnelli e Conte abbiano continuato a battibeccare anche dopo, nei pressi degli spogliatoi.
E lo scontro si sarebbe allargato anche ai calciatori delle due squadre. Vecchie ruggini che resistono al trascorrere del tempo: Conte è stato colui che ha dato il via al ciclo vincente targato Agnelli, portando la Signora dal settimo posto a tre scudetti di fila. Il presidente bianconero però non gli ha mai perdonato quelle dimissioni in piena estate, con la squadra già in ritiro, all’inizio della stagione 2014-15: alla base dell’addio c’erano divergenze legate al mercato. Da allora il rapporto tra i due è diventato glaciale, anche se il numero uno della Juventus pubblicamente ha avuto parole di stima nei suoi confronti: “Conte è una bandiera juventina, ma noi volevamo Sarri e abbiamo preso Sarri”, spiegò quando cambiò tecnico nel 2019.
L’anno scorso da queste parti ci ha lasciato mezzo scudetto, quest’anno un trofeo. Mica facile, però, la vita di Conte quando torna a Torino. Perché poi capita pure di protestare per un calcio di rigore, come pure di prendersi il rimprovero di un tipo, un vecchio amico, un suo ragazzo, uno di quelli con cui aveva costruito una squadra da record.
E’ andata così, con Bonucci che si è girato verso il vecchio allenatore e gli ha urlato: ”Conte, devi rispettare l’arbitro!”. Era l’alba della partita. Ma pure la spia di quel che sarebbe accaduto dopo. Conte si è lamentato perché sarebbe stato insultato per tutto il primo tempo dalla panchina della Juventus. E non a caso, verso la fine della prima frazione, si è avvicinato al quarto uomo Chiffi, lamentandosi di quanto stava accadendo, ricevendo in cambio rassicurazioni che tutto sarebbe stato registrato.
Nervi a fior di pelle, questo è l’antefatto della reazione dell’allenatore nerazzurro a fine primo tempo, che ha poi di fatto portato anche allo scontro finale con il presidente bianconero Andrea Agnelli. ”Il mio gestaccio? Le fonti juventine dicano tutta la verità - ha spiegato Conte –. Il quarto uomo ha sentito cosa è successo per tutta la partita, bisognerebbe dire la verità ed essere più educati. Credo ci voglia maggiore rispetto per chi lavora. Non ho piacere di commentare, a me hanno insegnato che in tutte le cose serve educazione e rispetto”.
E se è vero che lo scontro tra i due è continuato anche nella zona antistante lo spogliatoio, per l’allenatore dell’Inter siamo al secondo diverbio post partita nel giro di poche settimane, dopo quello di Udine con l’arbitro Maresca. L’amico Pirlo ha glissato sull’argomento: ”Non so bene cosa sia successo con Conte perché ero già rientrato negli spogliatoi”. Sensazioni? Juve-Inter non finisce qui. C’è ancora l’arena del campionato...
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