DIVORZI GRIGI: LASCIARSI DOPO I 60 ANNI NON E’ PIU’ UN TABU’- ORA LA SECONDA VITA RICOMINCIA IN TRIBUNALE – TRA IL 1991 E IL 2018 I MATRIMONI FINITI TRA COPPIE IN TERZA ETÀ SONO PIÙ CHE QUADRUPLICATI - “E’ CAMBIATO IL CLIMA CULTURALE. MOLTO DIPENDE ANCHE DALL'ASPETTATIVA DI VITA SEMPRE PIÙ LUNGA…” (E DAL VIAGRA)

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divorzi grigi divorzi grigi

Daniela Uva per il Giornale

 

Sono in costante aumento da circa dieci anni. Il loro numero è cresciuto al punto da aver reso necessaria una definizione ad hoc: «divorzi grigi». Sono le separazioni, di fatto o stabilite da un giudice, che interessano le coppie in terza età. In Italia, secondo gli ultimi dati forniti dall' Istat, fra il 1991 e il 2018 i matrimoni finiti sono più che quadruplicati, passando da 376mila a oltre un milione e 672mila.

 

E il boom si è registrato proprio fra i 55 e 64 anni. Anche la precedente stima in materia dell' Istituto nazionale di statistica aveva messo in luce il fenomeno. Fra il 2008 e il 2015 le separazioni durante la terza età erano infatti più che raddoppiate, passando da 2.789 l' anno a 6.131. Segno che, anche nel nostro Paese, pure i senior si lasciano. In cerca di nuove prospettive di vita.

 

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Il fenomeno è in atto già da tempo negli Stati Uniti dove, negli ultimi trent' anni, i casi fra gli over 50 sono raddoppiati. Ma adesso anche nel Belpaese i numeri sono saliti, al punto che oggi due divorzi su dieci riguardano proprio la terza età. E l' iniziativa, molto spesso, è assunta dalle donne. Se fino a 40 anni in otto separazioni su dieci a decidere è l' uomo, superati i 50 in sei situazioni su dieci a lasciare il partner è infatti proprio la moglie. Segno che i tempi sono cambiati. E che anche in età avanzata può nascere il desiderio di cambiare vita e di inseguire la felicità ormai perduta.

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«Oggi c' è un clima culturale completamente diverso, nel quale il tema del diritto alla realizzazione personale è sempre più centrale conferma Maria Luisa Gennari, psicologa clinica dell' università Cattolica di Milano - Le persone continuano a interrogarsi sulle scelte fatte in passato anche quando sono in là con l' età. Perché non si accontentano più, come invece avveniva in passato». E così ritrovarsi improvvisamente soli, dopo una vita passata in coppia, e dover imparare ad andare avanti contando solo sulle proprie forze fa meno paura.

 

«Molto dipende dall' aspettativa di vita sempre più lunga prosegue l' esperta -, ma anche dal fatto che si arriva a 60 anni mediamente in buone condizioni di salute. Questo permette alle persone di cercare la propria realizzazione e di non vivere solo di ricordi».

 

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Normalmente a lasciarsi sono le coppie sposate da almeno vent' anni. I motivi sono i più diversi: tradimenti, continui litigi, dissapori familiari, ma anche la mancanza di stimoli. «Abbiamo notato che sempre più spesso la decisione di lasciarsi arriva dopo il pensionamento va avanti Gennari - Questo momento della vita comporta un riequilibrio che a volte lascia spazio a interrogativi. Si ha più tempo da dedicare al proprio benessere e così può nascere il desiderio di cambiare vita, visto che i figli sono ormai grandi e che non ci sono più impegni professionali da rispettare». Insomma, proprio dopo i 60 anni può arrivare lo stimolo improvviso a progettare un nuovo futuro. A immaginare una vita diversa.

 

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«Naturalmente è fondamentale attraversare la fase della separazione nel modo più positivo possibile, in modo da non rimanere traumatizzati conclude la psicologa - Quando si è in terza età è importante non rimanere soli, specialmente se si è stati lasciati. Per questo è importante dedicarsi a qualche hobby, cominciare un percorso di volontariato o vivere esperienze di comunità e associazionismo. Inoltre consigliamo sempre di curare e intensificare i rapporti familiari. Perché possono lenire la sensazione di isolamento e donare nuovo slancio alla vita».

 

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