ENI CHI PUÒ – NELL’INCHIESTA SULLE TANGENTI IN ALGERIA L’EX CAPO DI SAIPEM SI PREPARA A PATTEGGIARE – ROTTO IL FRONTE DI PAOLO SCARONI E DEGLI ALTRI EX MANAGER INDAGATI – A MILANO INIZIA OGGI L’UDIENZA PRELIMINARE

Tullio Orsi è orientato a patteggiare una pena di quasi tre anni per corruzione internazionale, con la quale eviterebbe il carcere. I pm sostengono che Saipem avrebbe pagato tangenti a politici e burocrati algerini per 197 milioni di euro fino al 2010, per vincere 8 contratti petroliferi da 11 miliardi di dollari…

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Luigi Ferrarella per il “Corriere della Sera

 

L’ex numero uno di Saipem in Algeria, Tullio Orsi, è orientato a patteggiare con quasi 3 anni di pena l’imputazione di corruzione internazionale: restano da definire solo i dettagli, come confermano i suoi avvocati Ferdinando Brocca e Paolo Patacconi, ma il colpo di scena — primo mattoncino per i pm e prima grana per i coindagati (comprese le persone giuridiche Eni e Saipem) — piomba sull’udienza preliminare che davanti alla giudice Alessandra Clemente si apre oggi per le contestate tangenti Saipem a politici algerini.

FABIO DE PASQUALE FABIO DE PASQUALE

 

Qui i pm Fabio De Pasquale, Giordano Baggio e Isidoro Palma puntano al rinvio a giudizio dell’ex amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, intenzionato a chiedere di essere interrogato dalla giudice; dell’ex direttore finanziario di Saipem e poi di Eni, Alessandro Bernini; di Orsi e dell’ex amministratore delegato Saipem, Pietro Tali;

 

dell’allora responsabile Eni in Nord Africa, Antonio Vella, che dal luglio 2014 con l’avvento in Eni di Claudio Descalzi guida una delle tre unità di business nella quale Descalzi, a sua volta indagato nella separata indagine sull’Eni in Nigeria, ha voluto riorganizzare il cane a sei zampe; dell’ex direttore operativo Saipem, Pietro Varone; e dell’enigmatico straricco uomo d’affari algerino Farid Bedjaoui (con il suo braccio destro Samyr Ouraied), di stanza a Dubai ma inseguito da un ordine d’arresto della gip Alfonsa Ferraro quale fiduciario dei politici algerini ritenuti corrotti. 

paolo scaroni and denis sassou nguesso eni paolo scaroni and denis sassou nguesso eni


L’accusa sostiene che commissioni d’agenzia avrebbero mascherato il pagamento fino al 2010 di 197 milioni di euro di Saipem a politici e burocrati dell’Algeria (su conti a Dubai, Libano e Svizzera) per assicurare a Saipem (controllata da Eni) 8 contratti petroliferi del valore di 11 miliardi di dollari, che a fine 2012 avevano fruttato un profitto netto (pre-imposte) di 1 miliardo di euro.

 

Per Scaroni e i manager c’è anche l’imputazione di «dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici», per le fatture asseritamente servite a vestire una corruzione anziché a pagare reali servizi di agenzia a Bedjaoui, mediatore-interfaccia dell’allora ministro dell’Energia, Chekib Kelil. 

Paolo Scaroni Paolo Scaroni SAIPEM ESPLORAZIONE SAIPEM ESPLORAZIONE


Orsi, che sotto i 3 anni di pena potrebbe aspirare ai servizi sociali evitando il carcere, è uno dei due interrogati mesi fa in «incidente probatorio» come testi-principe dei pm. L’altro è Varone. Che però non ha alcuna intenzione di patteggiare. 

lferrarella@corriere.it

SAIPEM SAIPEM

 

 

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