Federico Berni per corriere.it
La battuta sempre pronta, immediata, a volte fulminante. Come il sorriso. Per sciogliere la tensione tra un’udienza e l’altra; per addolcire certe amarezze che può riservare il lavoro del penalista. Il mestiere che l’avvocato Manuel Gabrielli, 47 anni, amava tanto, come potrebbero testimoniare i tanti colleghi del foro di Monza rimasti sgomenti dalla notizia della sua morte improvvisa, inaspettata. Una professione che anni fa, ancora giovane, lo ha portato sotto le luci della ribalta nel processo sulla strage di Erba, dove assisteva come parte civile, Mario Frigerio, il sopravvissuto alla furia omicida dei coniugi Rosa Bazzi e Olindo Romano, condannati in Cassazione all’ergastolo.
A trovarlo privo di vita, venerdì sera, nel garage di casa a Novedrate (Como), è stata la compagna, che ha avvisato i carabinieri. Per stabilire le esatte cause del decesso, il pm di turno della Procura lariana ha disposto l’autopsia. Gli inquirenti non escludono che possa essersi trattato di un gesto volontario. Manuel Gabrielli lascia anche due figli piccoli, oltre al grande sconcerto in tutto l’ambiente del foro di Monza, dove era conosciuto e apprezzato per le sue doti umane e professionali.
Aveva ricoperto anche alcuni incarichi nella politica locale nella sua città, a Novedrate. Laureatosi a Como, aveva avviato il suo studio a Seregno. In passato si era occupato di processi di criminalità organizzata e negli ultimi tempi era impegnato, in particolare, davanti alla Corte d’Assise brianzola, nel caso di un omicidio avvenuto a Monza due anni fa. Processo giunto alle battute finali e nel quale si stava battendo, con la consueta passione per il diritto e il codice, allo scopo di far riconoscere l’innocenza del suo assistito. Avrebbe avuto udienza mercoledì prossimo.
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