Ivan Fossati e Lodovico Poletto per "la Stampa"
Coprono con i teloni anti-pioggia quel che resta della cabina numero 3 precipitata sul Mottarone, i pompieri e gli uomini della Protezione civile. Un filo di ruggine, oppure un pezzo che si stacca, potrebbero essere l' ennesimo colpo a questa inchiesta che doveva dire - rapidamente - per quale ragione, e per colpa di chi, 14 persone erano morte nella prima domenica in cui sulle sponde del lago Maggiore si respirava aria di ritorno alla normalità.
Già, un altro colpo e sarebbe tutto più complicato ancora, come se quel che è accaduto fin qui non bastasse. Tre arresti. Le scarcerazioni. Polemiche sull' operato della Procura, le parole forti adoperate del Gip nell' ordinanza che ha rimesso in libertà due dei tre arrestati. I commenti successivi. Troppo. Poi, però, mentre ieri si cercavo gli elicotteri, si pianificava l' intervento sulle pendici della montagna, ecco andare in scena l' ennesimo colpo di teatro. Esce dall' inchiesta il giudice che aveva cassato la chiamata in correità di due dei tre uomini, sostenuta dalla procura.
LA FUNIVIA STRESA MOTTARONE PIENA CON I FRENI DISATTIVATI
Accade nel penultimo giorno utile per chiedere al Tribunale del Riesame di Torino di prendere in carico il ricorso contro le due scarcerazioni. Succede mentre è aperto il dibattito sull' incidente probatorio: se concederlo o meno - come chiesto dall' avvocato dell' unico indagato ancora ai domiciliari - dipende dal Gip.
Ecco, mentre va in scena tutto questo il presidente del Tribunale di Verbania - Luigi Montefusco - firma un atto che mette da parte Donatella Banci Bonamici. E assegna il caso al «Gip titolare» Elena Ceriotti. Tutto legittimo, anzi di più. Ma è una fiammata che scatena gli esperti dietrologi. Ma poi Montefusco mette tutti a tacere, con le motivazioni del provvedimento.
Eccole: «Avendo la dottoressa Donatella Banci Buonamici, presidente di sezione coordinatrice dell' area penale, esercitato la funzione di Gip supplente per la convalida del fermo di 3 indagati (Gigi Nerini, Gabriele Tadini ed Enrico Perocchio) il procedimento relativo alla predetta richiesta è stato dalla cancelleria assegnato al medesimo giudice. Ritenuto che tale assegnazione, se giustificata per la convalida del fermo non è conforme alle regole di distribuzione degli affari e ai criteri di sostituzione dei giudici impediti, disposti nelle tabelle di organizzazione dell' Ufficio Gip/Gup..» il fascicolo va ad un altro magistrato.
Cioè Elena Ceriotti che - dicono - avrebbe dovuto occuparsene fin dall' inizio, ma proprio nei primissimi giorni di questa complicata inchiesta era impegnata in altre attività. Il linguaggio di Montefusco è giuridico, è vero. La sostanza però è chiara: esistono regole, e vanno rispettate anche quando c' è di mezzo una tragedia come quella del Mottarone. Misteri? Nessuno.
Ma le voci girano in fretta da queste parti e anche quello che verrà poi definita una «semplice attività di organizzazione del lavoro», diventa un caso alla luce di quella richiesta di incidente probatorio presentata dall' avvocato di Gabriele Tadini. Per quale ragione quell' atto è così importante è facile da capire. Le prove acquisite nel corso delle operazioni sono valide soltanto per le persone attualmente indagate. Se - un giorno - ce ne saranno altri, non potranno essere adoperate. A meno di indagare subito chiunque abbia avuto in un modo oppure nell' altro a che fare con quella funivia. Ed è per questa ragione di prudenza che il capo della Procura, Olimpia Bossi, è contraria.
Si pregiudicherebbe: «in modo irreversibile lo svolgimento delle attività di indagine» hanno scritto Bossi e la pm Carrera nelle deduzioni inviate all' ufficio dei Gip. Se poi, proprio non si può farne a meno, si chiede almeno di rimandare l' atto «di un paio di mesi, onde consentire che vengano espletate da parte di questo ufficio le attività di indagine».
E mentre tutto questo va in scena gli avvocati dei tre indagati commentano - poco - quel che è accaduto.
Da Milano il legale del patron della funivia, Pantano parla di «stranezza» riferendosi alla sostituzione del giudice per le indagini preliminari. Il suo collega Marcello Perillo che assiste il caposervizio reo confesso dice: «Non mi era mai successa una cosa del genere, in ogni caso attendo con serenità il riscontro del nuovo giudice alla mia richiesta». Oggi si capirà come va finire.
FUNIVIA DEL MOTTARONE - GABRIELE TADINI CON GLI IRON MAIDEN LA FUNIVIA DI STRESA i forchettoni alla funivia del mottarone nel 2014 il video della tv tedesca zdf 1 luigi nerini i forchettoni alla funivia del mottarone nel 2014 il video della tv tedesca zdf