Estratto Adriano Arati per www.corriere.it
La mansione sostituita da un software, la lavoratrice messa di fronte alla scelta tra demansionamento e licenziamento. Ha generato parecchie proteste e uno sciopero molto partecipato promosso dalla Fiom Cgil, la decisione nei confronti di una dipendente presa dai vertici della Ognibene Power di Reggio Emilia. Si parla di una grande realtà internazionale nel settore dei componenti per macchine agricole e movimentazione terra con quasi 600 dipendenti.
La scorsa settimana, alla donna, assunta da quasi vent’anni, è stata consegnata di persona una lettera relativa a un mutamento delle proprie mansioni professionali.
Il contenuto? «[…] in soli cinque giorni si sarebbe trovata al bivio tra demansionamento (cioè montaggio/verniciatura/lavaggio) e licenziamento per soppressione del posto di lavoro», spiegano dalla Fiom Cgil reggiana.
La sigla metalmeccanica della Cgil si è subito mobilitata e ha promosso uno sciopero, in occasione delle assemblee sindacali convocate per parlare dell’avvio della cassa integrazione per parte delle maestranze.
Una volta raccontata la vicenda, il personale impegnato nel turno produttivo ha deciso di scioperare immediatamente sino alla fine del turno stesso, come segno di solidarietà. Alla protesta hanno aderito buona parte delle persone impiegate nell’officina, con tanto di ritrovo collettivo con bandiere e cori fuori dalla sede della Ognibene Power a Mancasale, una delle aree industriali di Reggio Emilia.
La mobilitazione è avvenuta dopo quello che la Fiom definisce «un vero e proprio ricatto». [...]
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