Adriana Bazzi per il “Corriere della Sera”
«Chi è contro i vaccini è contro la scienza: la posizione di alcuni politici non ci sta aiutando». Così ha detto Matteo Bassetti, Direttore della Clinica di Malattie Infettive all'Ospedale San Martino di Genova e professore universitario, durante la trasmissione «Zona Bianca» su Rete 4 l'altro ieri. Trasmissione a cui partecipava anche il leader della Lega Matteo Salvini che esprimeva, sul capitolo scuola, ancora perplessità sui vaccini agli adolescenti e agli insegnanti. E ha affermato: «Dagli insegnanti di mia figlia mi aspetto pazienza, preparazione, bravura, ma non vado a chiedere conto del vaccino».
Professor Bassetti, una marcia indietro rispetto alle sue posizioni che una parte della Destra, in passato, ha mostrato di apprezzare?
«In qualche modo sono diventato una specie di idolo della Destra perché ho sempre ritenuto sbagliato il terrorismo mediatico sul Covid e i bollettini che, almeno in certi momenti della pandemia l'anno scorso, ci informavano, ossessivamente, ogni giorno, della situazione di morti e ricoverati. Questo mio modo di fare comunicazione è piaciuto a una certa area politica».
E adesso non lo è più?
«Se Bassetti non piace più non è un mio problema. Io porto avanti le ragioni della scienza. Io sogno il mio reparto vuoto da malati di Covid e vorrei tornare a occuparmi di altre malattie infettive, che pure ci sono. La scienza ci dice che la soluzione, per arginare la pandemia, sta nei vaccini. Ancora oggi, nel mio ospedale, sono stati ricoverate persone fra i 40 e i 60 anni con forme di Covid che potevano essere prevenute con la vaccinazione».
Però ancora molti, compresi i politici, stanno contestando i vaccini. Che cosa risponde?
«Sui vaccini non si deve discutere ed è inaccettabile che un politico si metta contro di loro: è un atto gravissimo contro lo Stato. Voglio vedere questi politici, che fanno le cicale d'estate, cosa risponderanno in autunno quando ci sarà la ripresa di tante attività e soprattutto delle scuole. E le probabilità di contagio aumenteranno».
Appunto. Che cosa succederà in autunno?
«Lo scenario di questo luglio/agosto è diverso da quello che abbiamo visto in marzo/aprile. Con la cosiddetta variante Delta del Coronavirus è come se fossimo di fronte a un virus nuovo: ci dobbiamo dimenticare dell'immunità di gregge e dobbiamo pensare a una convivenza con questo virus. Con l'aiuto dei vaccini».
Quindi, il vaccino, al momento, rimane la risposta più importante alla pandemia. E' così?
«Sì, senza se e senza ma. E dobbiamo credere alle direttive delle istituzioni. Il Comitato tecnico scientifico, l'Aifa, l'Agenzia italiana del farmaco, e il Ministero della Sanità. Che sono dalla parte dei cittadini».
Però ci sono ancora molte perplessità sul vaccino da parte di una fetta consistente della popolazione. Che fare?
«Parliamo delle persone ultra-cinquantenni. Se non si faranno convincere dalla possibilità di andare a mangiare una pizza o allo stadio grazie al Green Pass (che certifica l'avvenuta vaccinazione o, in subordine, la negatività a un test per Covid, eseguito, però, entro certi limiti di tempo, ndr), dovrebbero essere obbligati alla vaccinazione. Quest' ultima non soltanto tutela la salute dell'individuo, ma ha ripercussioni sul sistema sanitario, le cui risorse non sono infinite. Perché ogni malato di Covid costa moltissimo alla sanità».
Altro punto dolente: la vaccinazione degli adolescenti. Obbligatoria o no? Su Facebook c'è la foto dei suoi due figli, uno di dodici e uno di 18 anni, entrambi vaccinati. E il personale docente? Per quest' ultimo ci dovrebbe essere l'obbligo o no?
«Non possiamo mantenere ancora i ragazzi in Dad. Hanno bisogno di stare insieme e di socializzare. Devono vaccinarsi. E per gli insegnati si dovrebbe pensare all'obbligo».
Professor Bassetti, l'abbiamo raggiunta in vacanza. Breve, ma meritata, ci immaginiamo, dopo questo anno e mezzo di superlavoro. Come sta?
«Bene, ma sempre collegato con il mio ospedale. Sono nella mia casa di famiglia a Celle Ligure e, sulla spiaggia, non terrò la mascherina. La indosserò solo dove serve, nei negozi, al supermercato o sui mezzi di trasporto».
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