FRAGOLE MARCE A MILANO - SFRUTTAMENTO E CAPORALATO A STRABERRY, LA "FATTORIA DELLE FRAGOLE" MITO DELL'EXPO 2015 ORGOGLIO DEL SINDACO BEPPE SALA. LA PROCURA DI MILANO INDAGA SULLA START UP CHE SFRUTTAVA UN CENTINAIO DI IMMIGRATI CHE LAVORAVANO SENZA TUTELE E PAGATI 4,5 EURO L' ORA. MA LA LISTA DI REATI POTREBBE ALLUNGARSI, PERCHÉ NON VENIVANO RISPETTATE LE NORME ANTI-COVID

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Alessandro Da Rold per “la Verità”

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Sfruttamento e caporalato a Straberry, la «fattoria delle fragole» mito dell' Expo 2015 orgoglio del sindaco Beppe Sala. La Procura di Milano indaga sulla start up che sfruttava un centinaio di immigrati che lavoravano senza tutele e pagati 4,5 euro l' ora. Durante l' Expo 2015 di Milano, simbolo dell' efficienza del sindaco Giuseppe Sala e del Partito democratico, si definivano «Buoni, puliti e belli».

 

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Sfilavano con Apecar e innovative «cargobike» per la città, vendendo frutti di bosco, gelati e ghiaccioli. Peccato che a distanza di 5 anni, Straberry, start up milanese da 7,5 milioni e mezzo di euro specializzata nella coltivazione e nella distribuzione di fragole, sia stata sequestrata dalla Guardia di finanza di Gorgonzola. Le accuse sono di caporalato e sfruttamento del lavoro di cittadini extracomunitari con regolare permesso di soggiorno. In alta stagione venivano impiegati almeno 100 braccianti, in bassa 20.

 

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Ma c' è il rischio che la lista di reati possa allungarsi, anche perché nell' azienda non venivano rispettate non solo le normali regole sanitarie, ma anche quelle obbligatorie durante l' emergenza Covid 19. Non veniva misurata la temperatura, né si utilizzavano mascherine: era un potenziale focolaio pronto a esplodere.

 

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il rischio salute Non solo. Le fiamme gialle hanno anche scoperto che le fragole «a km 0 e green», come venivano reclamizzate, erano in realtà raccolte senza guanti e inondate di diserbanti, che i lavoratori erano costretti a usare senza alcun tipo di protezione o esperienza professionale: era un rischio anche per la loro salute.

 

È stata un' inchiesta lampo, iniziata a maggio e terminata lunedì, quella degli investigatori.

A destare dei sospetti sono stati i database dove venivano inseriti i lavoratori: le cifre non quadravano.

 

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A finire indagato è Guglielmo Stagno d' Alcontres, 31 anni, economista, bocconiano, nobile siciliano inserito nei salotti della Milano bene, come veniva definito dai giornali anni fa. Insieme con lui finiscono indagati dal pm Gianfranco Gallo anche altri due amministratori, due «sorveglianti della manodopera», due dipendenti amministrative che reclutavano i lavoratori e infine un consulente esterno che compilava le buste paga.

 

Stando alle indagini delle fiamme gialle, coordinate dal capitano Giacomo Curucachi, i 7 avrebbero in concorso tra loro inventato un vero e proprio metodo di sfruttamento della manodopera, spendendo pochissimo e soprattutto dando zero tutele lavorative ai braccianti che raccoglievano le fragole.

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Il sistema era questo. Alla mattina presto centinaia di extracomunitari si presentavano fuori dalla cascina Pirola di Cassina De' Pecchi, 50.000 metri quadrati a 15 chilometri da centro di Milano nel parco Sud, zona di speculazioni edilizie negli anni Ottanta. Alcuni venivano selezionati e veniva proposto loro di lavorare per 2 giorni, gratuitamente, senza alcun corso di formazione e senza contratto.

 

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Poi in base alle valutazioni dei caporali venivano assunti o lasciati a casa. In questo modo, oltre a una parte di personale già presente sul posto, Straberry poteva avere un ricambio giornaliero di manodopera senza spendere un euro. Per di più l' orario lavorativo doveva essere in teoria di 6 ore, ma in realtà la Guardia di finanza ha scoperto che tutti i lavoratori, per la maggior parte africani, restavano almeno fino alle 7 di sera. Insomma, lavoravano quasi 12 ore al giorno, sotto il sole, senza spogliatoi dove cambiarsi e con un solo bagno chimico a disposizione, a chilometri di distanza dalla loro postazione di lavoro.

 

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La paga era di 4,50 all' ora, mentre secondo il contratto collettivo dovrebbe essere quasi il doppio, circa 8 euro. Gli affari nell' ultimo anno non sono andati benissimo, nel 2018 (ultimo bilancio) l' azienda ha perso 141.000 euro, ma aveva comunque una dotazione di immobilizzazioni materiali per 3,9 milioni di euro (tra terreni, fabbricati e impianti e macchinari) tutto per la maggior parte finanziato da mutuo bancario.

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premio coldiretti

Stagno d' Alcontres aveva persino ricevuto da Coldiretti nel 2014 il premio Oscar Green, in quanto «azienda agricola innovativa ed attenta alla sostenibilità ambientale». Fa parte di quella schiera di giovani imprenditori che i quotidiani celebravano durante l' Expo 2015, titolari di start up innovative, raccontati sui giornali come i nuovi self made man, capaci di abbandonare i sogni da squali della finanza per tornare alla nuda terra. «Siamo un' impresa giovane ed innovativa che rappresenta la più grande realtà in Lombardia che coltiva frutti di bosco». E ancora: «Operiamo nell' assoluto rispetto dell' ambiente utilizzando l' energia solare prodotta dai pannelli fotovoltaici posti sopra le serre», c' è scritto sul sito internet dell' azienda.

 

con i soldi di mamma

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Proprio nel 2015 aveva ricevuto il riconoscimento «produttore di qualità ambientale del Parco agricolo sud Milano, «per l' impegno a favore dell' ambiente del territorio e del paesaggio».

 

Ex consigliere regionale Coldiretti dal 2015 al 2018, Stagno d' Alcontres raccontava nel 2017 a La Stampa che «aveva pensato di fare il banchiere». Poi, «mi venne l' idea di cosa fare dei terreni - 60 ettari a mais e prati stabili - di mia madre a Cassina De' Pecchi nel Parco agricolo sud Milano. Non rendevano una mazza! Oltre a non saper d' agricoltura non avevo mai fatto l' imprenditore; però capisco velocemente le cose, i numeri mi vengono fuori subito.Con l' ok di mamma, da gennaio 2010, ho messo in piedi un vero ambaradan». Ma ora l' ambaradan è finito in Procura.

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