1 - RIENTRATI ALMENO 41 MILA: MERIDIONE TERRORIZZATO
Natascia Ronchetti per "il Fatto quotidiano”
CORONAVIRUS – LA FUGA DA MILANO IN TRENO
La fuga da Nord a Sud, dalle aree con il maggior numero di contagi da coronavirus al Meridione, si rivela sempre più massiccia. E sulle regioni del Sud ora pende una pesantissima spada di Damocle: la paura, tangibile, che siano destinate a diventare una nuova zona rossa, con migliaia di casi.
Sono infatti salite a oltre 33.500 in due giorni, le autosegnalazioni dei rientri in Calabria, Sicilia, Campania, Puglia e Basilicata iniziati con la grande fuga scattata la sera dello scorso 7 marzo quando sono cominciate a trapelare le indiscrezioni sul decreto del premier Conte sulle misure restrittive in Lombardia e in 14 province del Settentrione.
Ma se si fa un passo indietro, se si torna ai primi provvedimenti - come la chiusura delle scuole nel Nord - i numeri diventano ancora più drammatici: oltre 41 mila rientri. E questa è solo la punta dell' iceberg, molti altri potrebbero aver omesso le dichiarazioni.
ATTILIO FONTANA VINCENZO DE LUCA
In Campania è la stessa Regione ad ammettere che a fronte di sole 1.700 autodenunce, i rientri potrebbero essere molti di più. E parliamo di migliaia. In Calabria le autosegnalazioni ieri erano circa 4 mila, ma si stima che le persone tornate qui siano almeno il triplo: 12 mila. È anche il risultato di una politica in tre fasi delle restrizioni. Prima le scuole e le università, i luoghi di aggregazione. Poi lo stop agli spostamenti, se non per effettive necessità, nelle aree del Nord con il numero più alto di contagiati. Infine, il decreto che ha fatto di tutto il Paese una zona protetta. Quelle oltre 41 mila persone rientrate - e le migliaia che non lo hanno denunciato - ora rappresentano una pesantissima incognita per regioni che non hanno sistemi sanitari forti come quelli di Lombardia, Emilia-Romagna o Veneto.
treni - fuga da milano per coronavirus
La Calabria (18 casi accertati ieri, oltre 900 persone in quarantena) è la regione che rischia di pagare il prezzo più alto. Qui il sistema sanitario, commissariato, era già prossimo al collasso. Dispone di soli 148 posti letto in terapia sub-intensiva e 107 in rianimazione. Che però sono già vicini alla saturazione, perché occupati da persone affette da altre patologie, con percentuali che oscillano rispettivamente tra il 75 e il 90%. È l' ultima regione in Europa per rapporto tra posti letto e popolazione: la diffusione del contagio avrebbe un impatto disastroso.
GIUSEPPE CONTE MICHELE EMILIANO
La Puglia conta oltre 13 mila autosegnalazioni dall' inizio dell' emergenza nel Nord, di queste 7.600 dal 7 marzo in poi, quando il rientro è diventato un' ondata. "Abbiamo migliaia di persone in quarantena - dice il presidente della Regione Michele Emiliano -.
Questo ha già sovraccaricato il nostro sistema sanitario, più esile di quello dell' Emilia-Romagna, con la quale ci confrontiamo perché abbiamo più o meno lo stesso numero di abitanti, ma 15 mila operatori in meno.
Per cinque anni non mi è stato permesso di ridurre il gap, adesso ho autorizzato migliaia di assunzioni". La sanità pugliese, ricorda Emiliano, ha una capacità massima di assorbimento. La sua soglia è di duemila contagiati, dei quali mille ricoverati. Oltre questo limite c' è il crollo.
treni - fuga da milano per coronavirus
La Campania, che fino a ieri contava 154 casi di positività al virus, ha una soglia più alta (potrebbe reggere un massimo di tremila contagiati) ma è anche la regione maggiormente esposta alle incognite, visto che potrebbero essere migliaia le persone rientrate senza autosegnalarsi. Questo nonostante, come rileva il governatore Vincenzo De Luca, gli abitanti stiano dando prova di "compostezza e responsabilità".
Ora ci vorranno alcuni giorni per capire se il virus è destinato a diffondersi rapidamente. "Valutiamo nelle prossime ore - dice De Luca -. Se servirà io non avrò problemi a chiedere la chiusura di tutto: resteranno aperti solo farmacie e negozi alimentari e supermercati".
treni - fuga da milano per coronavirus
La Sicilia ha avuto il rientro più imponente. Oltre 21 mila autodenunce da quando è iniziata l' emergenza, 19.500 solo dal 7 marzo in poi. Per ora il numero dei contagiati è ancora contenuto (ieri erano 83) ma le conseguenze del rientro sono ancora tutte da verificare.
"Stiamo predisponendo nuovi posti letto - spiega il presidente della Regione Nello Musumeci -, ne abbiamo pronti 200 per la rianimazione". Oggi si riunirà la giunta regionale. "Chiederemo alle cliniche di dare il loro supporto - prosegue Musumeci - e alle università di mettere in servizio gli specializzandi". Modesti, invece, i numeri della Basilicata: solo 775 rientri.
2 - L'APPELLO DEI MEDICI DEL SUD: FATE PRESTO, I POSTI SONO POCHI
Paolo Russo per “la Stampa”
«Fate presto». L' appello dei medici delle terapie intensive del sud Italia suona disperato. In questo momento il 95% dei già scarsi posti letto nei loro reparti sono occupati da altri pazienti e se la bomba biologica lanciata dai tanti sfuggiti dal nord nei giorni scorsi dovesse esplodere ogni regione meridionale non potrebbe gestire che poche decine di casi. Alcune come la Calabria, l' Abruzzo, la Basilicata e la Sardegna anche meno.
treni - fuga da milano per coronavirus
I dati del Ministero della salute, divisi per singolo ospedale, li ha aggregati per noi a livello regionale il sindacato dei medici ospedalieri Anaao. Ebbene ad oggi in Italia abbiano 5.285 posti di terapia intensiva, dei quali in media il 60% già occupato da pazienti gravi. Quindi a disposizione per il Covid-19 ne restano 2.114. Se a questi si aggiungono i 2.642 che dovranno essere attivati per via del decreto che aumenta del 50% la dotazione nazionale si arriva a un totale di circa 4.700 posti di terapia intensiva riservati al virus.
Mantenendo lo stesso rapporto attuale di un caso grave ogni dieci infetti vuol dire che il sistema nazionale sarà in grado di reggere fino a 45mila casi di coronavirus. Ma non al Sud. Dove a fronte di una dotazione nazionale di 8,72 letti ogni 100mila abitanti si è poco al di sopra del 7,5.
«Ma molti di questi, circa un 40%, sono solo virtuali perché mancano personale e tecnologie per farli poi funzionare», denuncia Alessandro Vergallo, presidente dell' Aaroi, l' associazione degli anestesisti rianimatori che lavorano nelle trincee delle terapie intensive.
«Qui in Calabria -gli fa eco il responsabile locale dell' associazione, Domenico Minniti- ci attribuiscono 7,79 letti per 100mila abitanti ma quelli reali sono appena 5, se è andata in default la Lombardia figuriamoci noi in caso esplodessero qui dei focolai. Abbiamo già individuato gli spazi dove collocare i nuovi letti, ma mancano monitor e ventilatori».
treni - fuga da milano per coronavirus
In realtà la grande corsa all' acquisto da parte della Protezione civile è già iniziata. In Lombardia sono arrivati già 320 ventilatori, ma adesso la palla passa alla Consip, che per tutta Italia dovrà acquistare 5000 monitor, 1.800 ventilatori polmonari ad alta intensità e 3.200 per la terapia sub intensiva. «Per quanto si vada veloce non potremmo però averli prima di un mese», informano dalla Protezione Civile.
emergenza coronavirus cittadini in viaggio 3
Dove hanno già attivato il Cross, la Centrale remota per il soccorso sanitario, che quando un ospedale non ha più posti individua quello meno distante dove trasferite il paziente. Così dalla prima linea degli ospedali lombardi sono già stati trasferiti verso le regioni limitrofe 27 pazienti non Covid, che si preferisce spostare rispetto a quelli colpiti da coronavirus, che richiedono procedure più complesse.
Ma se al sud i contagi dovessero moltiplicarsi gli spazi di manovra rimarrebbero scarsi, visto che il nord già annaspa.Certo, c' è il piano di potenziamento avviato da Speranza, «però non basta il letto per fare la terapia intensiva, servono anche locali adatti e personale qualificato», spiega Vergallo.
«Stanze a pressione negativa che garantiscano il non inquinamento dell' aria all' esterno ne abbiamo poche e ci stiamo arrangiando recuperando letti che erano destinati ai ricoveri programmati meno urgenti.
treni - fuga da milano per coronavirus
Ma dopo anni di tagli abbiamo poco personale e a spasso di anestesisti rianimatori non ce ne sono». Da qui l' appello al Ministro Speranza: «non assumete medici specialisti di altre specialità che faremmo fatica a formare in poco tempo. Meglio appoggiarsi agli specializzandi degli ultimi due anni, che già ne sanno di più».
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Concorda anche Carlo Palermo, segretario nazionale dell' Anaao. «Assumiamo i giovani, con bandi limitati a 10 giorni e selezioni rapide basate su colloqui con i Primari». Il sindacato boccia invece l' idea di richiamare in servizio i pensionati. «In quanto anziani sarebbero più esposti alla minaccia di contagio, con il rischio di diventare a loro volta volano dell' infezione».
coronavirus contagiati persone vestite come i medici della peste a venezia
5285 Sono i posti di terapia intensiva attualmente negli ospedali italiani. Molti, già occupati 2114 Per il Covid-19 restano 2114 posti. Ne verranno attivati altri 2.642: un totale di circa 4700 60% In media il 60% dei posti di terapia intensiva è già occupato da pazienti gravi Piazza Municipio vuota in pieno giorno a Napoli, con sullo sfondo uno dei monumenti simbolo della città, il Maschio Angioino ansa.