Testo tratto dall’articolo di Alberto Mattioli per “la Stampa”
L'uomo che con la sua moka ha svegliato il mondo, dentro una moka l' ha anche lasciato. Il funerale alla caffeina di Renato Bialetti, «l' omino coi baffi» dei Caroselli mitici, è un' immagine un po' surreale, magari curiosa, certamente bellissima. Davanti all' altare, fra i fiori, non c' era la solita bara, ma una caffettiera da 24 tazzine, la più grande, con dentro le ceneri di chi l' aveva inventata, prodotta, pubblicizzata, venduta, sicuramente anche amata. Sopra la moka, l' effigie dell'«omino Bialetti», che era poi lui in persona, nella caricatura di un altro genio, il fumettista Paul Campani.
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Mai, credo, si è visto a un funerale il celebrante incensare una caffettiera e la gente accarezzare non una bara, ma un utensile da cucina. Eppure la scena non era per nulla buffa: ci si indovina un po' di rimpianto e tanto orgoglio, semmai. Alla fine, una nipote ha preso la moka sotto il braccio e l' ha portata alla tomba di famiglia, nel cimitero di Omegna.
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