Fabio Albanese per lastampa.it
Nel reparto di alta sicurezza del carcere Cavadonna di Siracusa entravano droga e telefoni cellulari. Lo ha scoperto un’indagine della Guardia di finanza e della Polizia penitenziaria e il gip, su richiesta della Procura della Repubblica di Siracusa, ha emesso un’ordinanza che coinvolge un anziano avvocato, finito agli arresti domiciliari, e l’attuale compagna trentenne di un detenuto per la quale è stato disposto l’obbligo di dimora; altre sei persone sono indagate. Tutti devono rispondere di detenzione e cessione di sostanze stupefacenti.
Secondo l’inchiesta il legale, 67 anni, di Avola, avrebbe più volte portato in carcere e consegnato a un suo assistito diverse dosi di hashish che poi l’uomo condivideva con altri carcerati del reparto; in cinque sono stati ora trasferiti in altre carceri della Sicilia. Non è ancora chiaro chi abbia fatto entrare i telefoni cellulari che venivano utilizzati anche per comunicare con la famiglia e ordinare le dosi di droga. Indagini sono ancora in corso.
Dalla ricostruzione dei finanzieri e degli agenti della Penitenziaria è emerso «un generale contesto illecito, nell’ambito del quale sono state accertate reiterate consegne di sostanze stupefacenti al detenuto. A questi, nel corso dei colloqui intercorsi in carcere, il proprio legale ha consegnato, per sua mano, diversi quantitativi di sostanza stupefacente», come fa sapere la Procura di Siracusa. La droga, ha accertato l’inchiesta, veniva procurata dalla ex moglie e dalle figlie del detenuto e consegnata all’attuale compagna che la confezionava e nascondeva in vasetti di crema cosmetica; quindi l’hashish veniva affidato all’avvocato che lo portava in carcere e lo consegnava al suo assistito durante i colloqui.
Tra novembre dell’anno scorso e febbraio di quest’anno gli investigatori hanno documentato sei diverse consegne di stupefacenti, «eseguite dall’avvocato in barba ai controlli e in atteggiamento di complicità e di illecita intesa con tutti i soggetti coinvolti, con i quali egli avrebbe invece dovuto intrattenere rapporti esclusivamente professionali». Due i sequestri di droga effettuati, uno in dicembre durante uno dei controlli periodici, l’altro a febbraio con lo scopo di acquisire prove; in questo caso il detenuto fu perquisito subito dopo il colloquio con l’avvocato e la droga gli fu trovata addosso. Un’altra perquisizione dell’intero reparto alta sicurezza è stata avviata oggi.
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