Alessandro Da Rold per "la Verità"
Aveva ricevuto nei giorni scorsi un invito a comparire per questa mattina in tribunale. Ma il professore e virologo Massimo Galli, a quanto pare, a meno di sorprese dell'ultimo minuto, non si presenterà. «Dobbiamo ancora avere a disposizione tutti i documenti e una chiara documentazione sulle accuse» spiega il suo avvocato Ilaria Li Vigni.
Del resto l'indagine dei pm Luigi Furno e Carlo Scalas - sulla presunta concorsopoli all'Università degli Studi di Milano dove il responsabile Malattie infettive del Sacco sarebbe stato uno dei protagonisti -, non è ancora stata chiusa. Mancano all'appello atti che potrebbero risultare decisivi a giudizio. Devono anche essere formulate le accuse che variano dall'associazione a delinquere al falso ideologico, fino alla turbativa d'asta.
Tutto ruota intorno alla richiesta di interdittiva nei confronti di Galli spiccata da Furno e Scalas circa nove mesi fa, tra gennaio e febbraio 2021. Inviata al gip Stefania Pepe è decaduta e lì si è fermata. Eppure in quel documento di 500 pagine è contenuto il cuore dell'inchiesta, con le intercettazioni di tutti gli indagati, 33 tra dirigenti e professori, ma soprattutto quelle di Galli. Per questo il virologo vuole avere contezza delle accuse che gli sono mosse.
«Ho scoperto di essere intercettato da chissà quanto tempo», aveva detto la scorsa settimana durante la trasmissione L'aria che tira. Secondo il decreto della scorsa settimana, Galli sarebbe coinvolto in almeno quattro casi di presunta manipolazione di concorsi pubblici. Il primo è quello relativo al bando per il concorso da professore di seconda fascia al dipartimento di Scienze biomediche e cliniche dell'ospedale Sacco di Milano. Qui a vincere è stato un assistente di Galli, l'infettologo Agostino Riva.
A valutare i candidati per il posto fu appunto il celebre virologo insieme con il professor Claudio Mastroianni. Stando agli atti di indagine la riunione del 14 febbraio 2020 sarebbe servita a valutare i candidati. Mentre in realtà «il risultato del lavoro collegiale della commissione» era stato concordato da Galli e dallo stesso Riva.
A essere danneggiato in quel caso fu Massimo Puoti, primario del reparto di Malattie Infettive dell'Ospedale Niguarda di Milano che, ascoltato la scorsa settimana dai magistrati, ha confermato il quadro delle accuse. Altro caso è quello per il posto da professore di prima fascia all'Università degli di Milano, un incarico che prenderà Gianguglielmo Zehender, storico collaboratore di Galli.
Poi c'è il caso di Arianna Gabrieli, assunta con un contratto a tempo determinato al Sacco come biologa: vicenda su cui c'erano state le proteste dell'altra virologa dell'ospedale, Maria Rita Gismondo. L'ultimo caso sotto la lente dei pm è quello di un posto di professore di seconda fascia all'Università degli Studi di Torino. Anche qui Galli era nella commissione giudicatrice. Ma in questo caso avrebbe favorito Andrea Calcagno, il candidato del professore Giovanni Di Perri. Nel frattempo giovedì prossimo Furno, titolare dell'inchiesta, dovrebbe diventare giudice del Tar, dopo aver vinto un concorso lo scorso anno. Bisognerà trovare forse un altro titolare da affiancare a Scalas, con il rischio di perdere un po' di tempo.