Estratto dell’articolo di Francesco Sergio per https://corrieredelveneto.corriere.it/
Fragile e gelosa; talmente gelosa da diventare irascibile e violenta. Non proprio un’insospettabile, a quanto risulterebbe dai racconti di chi conosce Vania Bonvicini, la 49enne di Arcole che ieri a San Bonifacio ha accoltellato a morte il cugino di secondo grado e da qualche tempo compagno, Maurizio Tessari, di 46 anni, nella casa dove era ospite al civico 3c di via Aleardi, zona tranquilla di villette a schiera fra i campi nella frazione di Prova.
Sembra che i due da qualche tempo avessero intrecciato una relazione molto «chiacchierata», per via della parentela, fatta di turbolenze, con liti furibonde ben note ai vicini di casa. Curiosamente molti dei conoscenti della donna, per il resto sempre al corrente sulla sua vita sentimentale e sugli uomini con cui aveva intessuto relazioni negli anni, non sapevano nulla di quest’ultimo legame.
La vittima
L’ultima lite verso le 14 di martedì 20 giugno, sfociata in tragedia, con la donna che ha afferrato un coltello in cucina e pugnalato a morte il 46enne colpendolo alla schiena perforandogli irrimediabilmente il polmone.
La notizia si è sparsa velocemente in paese, dove soprattutto Maurizio Tessari era molto conosciuto. I vicini lo descrivono come una persona gentile, anche se spesso beveva un po’ troppo, come pare faccia anche Vania. Imbianchino di professione, - nel 2021 aveva registrato una partita Iva con la dicitura «Restauro Solutions», una ex moglie, Marzia, e un figlio non ancora maggiorenne, Tessari, per gli amici «Icio», conduceva una vita senza lazzi e frequentava abitualmente il Bar Capriccio di via Prova. «Maurizio era un brav’uomo, forse con qualche debolezza – racconta l’ex moglie – Ci siamo separati dopo 14 anni di matrimonio e un figlio che ora è sconvolto. Dallo scorso anno quella donna si era trasferita qui».
L'assassina e l'investimento dell'ex marito
Sposata era stata anche Vania Bonvicini, con un uomo di Arcole che adesso i conoscenti descrivono come «sconvolto» e con cui ha avuto due figli che hanno poco meno di trent’anni. Proprio ad Arcole Vania era nata nel settembre di 49 anni fa e lì vivono i genitori e il fratello.
E proprio quel matrimonio naufragato, oggi, a seguito di quanto accaduto in via Aleardi, torna alla mente dei molti che li conoscono, soprattutto per un particolare inquietante: quell’incidente avvenuto nell’aprile del 2017 sempre a San Bonifacio, tra via Camporosolo e via Verdi, nel quale la donna al volante di una Citroen aveva investito l’ex marito in moto con la nuova compagna, per poi carambolare con la macchina contro la vetrina di un negozio di abbigliamento sfondando la vetrata. Per recuperarla, sono dovuti intervenire i vigili del fuoco, che l’hanno estratta dall’abitacolo dove era rimasta bloccata.
Gelosia e spirale negativa
Un sospetto, quello del tentato omicidio del suo ex marito, che secondo un’amica, che ci parla a condizione di rimanere anonima, non sarebbe poi così sospetto: «Vania era una donna gelosissima, soprattutto dell’ex marito – dice – Quella volta lo aveva detto: “Adesso faccio una strage” e si era messa al volante dopo aver bevuto parecchio, anche se poi lei aveva avuto la peggio». Sempre secondo la conoscente della donna, ora accusata di omicidio volontario, quella non era stata la prima volta che Vania Bonvicini aveva tentato di fare del male all’ex marito. In precedenza, infatti, aveva fatto un falò in casa con i suoi vestiti, un’altra volta gli aveva rigato la macchina. L’episodio di aprile 2017 è stato, però, apparentemente uno spartiacque che l’ha segnata: ha, infatti, avuto la peggio nell’incidente, con un decorso sia per quanto riguarda il recupero fisico sia dal punto di vista legale durato diversi mesi, oltre a tutte le conseguenze legali e giudiziarie del caso
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