Claudia Guasco per “il Messaggero”
Quando questa mattina gli ultimi quaranta metri di campata del nuovo ponte di Genova verranno incastrati tra le pile, la sirena del cantiere suonerà. Un avviso alle navi in porto e in rada che la parte est e la parte ovest della città, tagliate a metà dal fiume Polcevera, sono finalmente riunite. E a 623 giorni dal tragico crollo del Morandi, anche le sirene delle navi riecheggeranno per salutare il nuovo ponte.
VARO PRIMA DELL'ESTATE
Ieri è iniziato il varo della diciannovesima campata, su cui sventola la bandiera di San Giorgio. È l'ultima dell'opera ricostruita sulle macerie del viadotto che si è spezzato a metà il 14 agosto 2018, uccidendo 43 persone e lasciandone 566 senza casa. Il pezzo di impalcato salirà molto lentamente, a circa cinque metri l'ora, portato in quota dagli strand jack, i potenti martinetti idraulici ai quali è stato ancorato nelle operazioni di prevaro iniziate poco prima delle 9.
Il cronoprogramma del sindaco e commissario straordinario Marco Bucci ha sforato solo di qualche mese, a causa di un incendio nel cantiere, mare mosso e coronavirus. Ma ora è tutto pronto. «Prima dell'estate si potrà passare sul ponte», annuncia Pietro Salini, amministratore delegato di Salini Impregilo, che nella joint venture PerGenova con Fincantieri ha realizzato l'infrastruttura. «Abbiamo dimostrato che in Italia si possono fare le opere pubbliche fatte bene, belle, rispettando le norme e le persone, in sicurezza - aggiunge - Bisogna creare lavoro, bisogna crederci, riuscire a lanciare un grande programma per il Paese, perché alla crisi che vivevamo prima del Covid 19 si è aggiunta anche questa terribile situazione».
LA STRUTTURA
La struttura è lunga 1.067 metri, è composta da 67 mila metri cubi di calcestruzzo, 24 mila tonnellate di acciaio e strutture metalliche, diciotto pile ed è alta 1.500 metri. Completate le operazioni di messa in quota, il nuovo ponte subirà anche un abbassamento rispetto alla sua posizione attuale, spiegano gli ingegneri di Salini Impregilo. «Ha una deformabilità termica, verrà fatto un centraggio di tutti gli appoggi e poi un calaggio. Questo vuol dire che ci sarà un abbassamento di 25 centimetri», precisa il direttore del cantiere Stefano Mosconi.
MEMORIALE
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Da stamane, come negli anni 60 è stato il ponte di Brooklyn progettato da Morandi, il nuovo viadotto ridisegnerà il profilo della città. In poco più di un anno, a ritmi serrati che sono diventati un esempio di buona ricostruzione, il «modello Genova». E il sindaco Bucci è uno degli uomini che ha firmato l'impresa, complessa non solo tecnicamente. Prima il maltempo, «con un mare così grosso che la chiatta che trasportava l'acciaio per le campate ha dovuto fermarsi dietro all'isola d'Elba», ricorda, poi il coronavirus con un caso di positività nel cantiere. «Un altro momento critico è stato decidere di abbattere quello che restava del Morandi con l'esplosivo. Farlo dentro la città è stato difficile, ma poi abbiamo coinvolto la tecnologia e in venti minuti la polvere non c'era più».
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L'INAUGURAZIONE
Come allora, oggi a Genova ci sarà il premier Giuseppe Conte, con il ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli. Il viadotto non ha ancora un nome, ma presto una scelta sarà fatta. Sotto le campate sorgerà un parco con un memoriale per le vittime. Per le loro famiglie è una ferita sempre aperta: «Chiediamo che il giorno dell'inaugurazione non si faccia festa».
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