GIALLO LITORALE - I DUE CORPI RITROVATI CARBONIZZATI IN AUTO A TORVAIANICA SAREBBERO DI UNA 46ENNE E DI UN AMICO. INTERROGATO IL COMPAGNO DELLA DONNA CHE E’ STATO POI RILASCIATO – POCO PRIMA LA DONNA AVEVA PORTATO LA FIGLIA ALL’ESAME DI TERZA MEDIA - ORA L’ESAME DEL DNA - TRA LE IPOTESI QUELLE DI UN DUPLICE OMICIDIO PASSIONALE PER VENDETTA

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Rinaldo Frignani per corriere.it

 

giallo torvaianica maria corazza giallo torvaianica maria corazza

«Nonna, dov’è mamma?». La ragazzina tredicenne lo chiede più volte all’anziana donna che abita nel centro di Pomezia. È la madre di Maria Corazza, 46 anni, dipendente di una ditta di pulizie, scomparsa da venerdì mattina presto con la sua auto, una Ford Fiesta. Si tratta della stessa vettura di colore grigio, intestata alla 78enne, ritrovata alle 9 in fiamme in una zona di campagna fra via San Pancrazio e via Siviglia, a Torvaianica.

 

All’interno due cadaveri carbonizzati, che il calore intenso ha reso irriconoscibili. Uno però potrebbe essere proprio della donna che la ragazzina ha visto per l’ultima volta un’ora prima fuori dalla scuola dove l’aveva accompagnata e dove la 13enne ha sostenuto l’esame di terza media. L’altro invece sarebbe di un amico di famiglia, Domenico Raco, 40 anni, anche lui sparito dalla circolazione sempre in mattinata. Viste le condizioni dei corpi, sarà l’esame del Dna a consentire l’identificazione certa. E con l’autopsia si potrà capire se siano stati uccisi.

 

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Il compagno di Maria, Maurizio D.N., 55 anni, carrozziere e rappresentante di una società di vernici per auto — padre dell’adolescente —, è stato interrogato fino a tarda sera come persona informata sui fatti dai carabinieri di Torvaianica, dove sono stati convocati molti parenti della 46enne, i colleghi di lavoro, amici e conoscenti. «Sto aspettando che ritorni, come sempre», sospira il padre di Maria, al quale i militari dell’Arma hanno consigliato di tornare a casa e riposare. La moglie invece teme il peggio: «Sento che le è successo qualcosa di brutto. Non sarebbe mai fuggita, ha una figlia alla quale è legatissima». La ragazzina è rimasta a casa tutto il pomeriggio in attesa della madre, non sa quello che potrebbe esserle successo.

 

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I carabinieri della compagnia di Pomezia e del Nucleo investigativo di Frascati, coordinati dalla Procura di Velletri, indagano su tutti i fronti. Fra le ipotesi quelle di un duplice omicidio o di un omicidio-suicidio. «Abbiamo sentito un boato fra le sterpaglie», racconta chi abita nelle villette di via San Pancrazio. E ancora: «Niente grida, niente spari. Abbiamo temuto che dall’auto le fiamme potessero estendersi anche ai campi e avvicinarsi alle nostre case».

 

Nella carcassa della Fiesta i soccorritori hanno trovato un corpo nella parte anteriore e l’altro, forse di donna, in quella posteriore. Solo mezz’ora prima, secondo alcuni testimoni, Maria e il compagno avevano lasciato la figlia a scuola. Poi, su due auto diverse, si sono divisi per andare al lavoro. Non è chiaro quando Raco — sempre che il cadavere bruciato appartenga a lui — sia salito sulla Fiesta della 46enne, ma non si esclude che sia trascorso pochissimo tempo.

 

Come poco ne è passato prima che le fiamme distruggessero la vettura a pochi chilometri dal centro di Pomezia. Chi indaga sta ricostruendo i rapporti fra le due persone che mancano all’appello, anche con la collaborazione di chi le conosceva. «Maria e il compagno andavano d’accordo, fra loro mai uno screzio — racconta un collega della donna, interrogato anche lui —, lei l’ho incontrata giovedì pomeriggio. Sembrava serena».

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