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Un account su Instagram sta facendo fuoco e fiamme, ma non nel senso positivo solitamente associato al successo in rete. Questi giovani iraniani ostentano boriosamente la loro ricchezza e il loro stile di vita e sono stati accusati dei recenti focolai di proteste scoppiati nei giorni scorsi per le strade di Teheran e in tutto il paese.
L’account “Rich Kids of Tehran” mette in mostra una serie pressoché incessante di macchine, pacchetti di banconote, ville di lusso, vesiti di marca e ragazzini mocciosi che si atteggiano in pose da star.
Dall’inizio di dicembre, sono scesi in migliaia nelle strade di tutto l’Iran per dimostrare la loro rabbia contro la crescente corruzione governativa, la disoccupazione e l’inflazione.
Le proteste, che hanno già causato 21 morti durante gli scontri con la polizia, finora sono le più grandi esplose nel paese dalle controverse elezioni presidenziali del 2009.
In un articolo uscito per il New York Times dal titolo “Perché l’Iran Protesta?”, il giornalista Ahmadi Aranian scrive che nei primi decenni che hanno seguito la rivoluzione del 1979, coloro che si appropriavano indebitamente dei beni e traevano profitti dalla corruzione mantenevano un profilo basso. I loro figli invece, se ne fregano.
I giovani iraniani benestanti si comportano come una classe aristocratica, del tutto inconsapevole – nella maggior parte dei casi - delle fonti da cui proviene la loro ricchezza, guidando Porsche e Maserati per le strade di Teheran davanti ai poveri e sfoggiando il loro benessere su Instagram.
Gli iraniani vedono queste foto delle loro famiglie che bevono e brindano insieme ai membri delle autorità, mentre le loro figlie vengono arrestate per essersi fatte scivolare il velo di dosso e i maschi vengono sbattuti in galera per aver comprato un po' di alcool.
Il profilo conta attualmente più di 130.000 follower mostrando i figli dell’élite godersi la vita e viaggiare il mondo. L’alcool compare regolarmente e le femmine stanno sempre senza il velo - molte si fanno perfino ritrarre in bikini a bordo piscina.
A difesa di ciò il ‘manager’ dell’account ha risposto che le suddette foto sarebbero state scattate al di fuori dei confini nazionali dove vigono questi severi codici comportamentali.
Nonostante il cattivo gusto, tuttavia, questi ragazzini continuano a mettere le loro foto in rete mentre i Pasdaran domenica scorsa hanno confermato di essere riusciti a porre fine all’ondata di proteste.
Il Corpo delle guardie della rivoluzione islamica è una potente forza paramilitare leale al leader supremo, l’Ayatollah Ali Khamenei e molti manifestanti sono scesi in piazza proprio per protestare contro il massiccio budget destinato al Corpo e ai suoi interventi onerosi nella regione, ma l'obiettivo reale è lo stesso Ayatollah.
Centinaia di persone sono state arrestate e detenute in prigione dall’inizio dei focolai. Tra queste ci sono almeno 90 studenti universitari, avrebbe riferito l’avvocato riformista Mahmoud Sadeghi all’agenzia (semiufficiale) di stampa ISNA.
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