SETTE TELEFONI PER LA VERITÀ SUL FIGLIO DEL GARANTE M5s CHE ASSIEME A 3 AMICI, AVREBBE VIOLENTATO UNA 19ENNE. UN PERITO STA TRASCRIVENDO IL CONTENUTO INTEGRALE: "FATE CONTO CHE VENGANO FOTOCOPIATI" - “ISPEZIONE ACCURATISSIMA” NELLA VILLA A PORTO CERVO – LA DIFESA INSISTE: “RAPPORTO CONSENZIENTE” – IL RACCONTO DELLA NOTTE

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Paolo G.Brera per la Repubblica

ciro grillo ciro grillo

 

 

«Fate conto che vengano fotocopiati», dice uno degli avvocati difensori cercando di spiegare cosa stia succedendo, nella palazzina a due piani della procura di Tempio Pausania, ai sette telefonini sequestrati per scoprire la verità sul presunto stupro di gruppo maturato tra la vodka ghiacciata del Billionaire e uno dei due appartamenti di Beppe Grillo al Piccolo Pevero, nella baia incantata alle spalle di Porto Cervo. Sono quasi le nove di sera quando il procuratore capo, Gregorio Capasso, esce dall' ufficio in cui è iniziata la partita del destino per Ciro Grillo, il figlio di Beppe, e i suoi tre amici della Genova bene, accusati da una giovane studentessa italo-scandinava di averla stordita con l' alcol e poi violentata, a turno, fino a mattina.

 

Il procuratore ha affidato a un perito la trascrizione completa del contenuto dei sette cellulari. Cinque telefonini apparterrebbero ai quattro ragazzi, almeno uno alla ragazza che ha denunciato la violenza - e uno in cui ci sarebbero filmati e fotografie catturati al Billionaire, il locale glamour di Briatore dove il gruppo ha trascorso - ad alto tasso di shottini - la prima parte della serata. «Ci vorrà tempo, pare ci sia molto materiale su questi strumenti telematici che sono stati sequestrati dalla pm», dice l' avvocato Romano Raimondo che difende uno dei giovani, Vittorio Lauria. Ci sono i filmati, più di uno, ripresi in momenti diversi, anche quando tra alcuni dei ragazzi e una delle due giovani portate nell' appartamento di Grillo con la scusa di una spaghettata finale è iniziato quello che per i quattro giovani è stato solo sesso consenziente, ma che li ha portati sotto inchiesta con un' accusa pesantissima.

 

C' è anche altro, nei telefonini che ora un perito nominato dalla procura ha iniziato ad aprire per «fotocopiarne il contenuto» trascrivendo tutto su una copia conforme, sotto gli occhi attenti dei periti delle parti. È una prova irripetibile che va fatta con attenzione non solo tecnologica ma anche forense, perché un errore di procedura potrebbe rendere vana la lettura del contenuto. Ci sono le conversazioni tra i quattro amici prima e dopo quella notte estrema, ci sono gli scambi di messaggi e i post sui social network, in particolare su Instagram.

 

Invoca solo «un rispettoso silenzio », il procuratore. Lontano da quel «clamore mediatico che avrei tanto voluto evitare», dice smarcandosi da qualunque commento su una lunga giornata di accertamenti iniziata con un' ora di curve nei cinquanta chilometri che separano la procura dagli appartamenti di Grillo nel mini residence al Pevero Golf. Tra la veranda che affaccia sul green di buca nove e le finestre sulla baia e sulle ginestre in fiore, i tecnici del nucleo scientifico dei carabinieri hanno scattato fotografie ed effettuato rilievi, metro per metro sui luoghi in cui, secondo il suo racconto disperato, la vittima ha vissuto il suo incubo.

 

 

 

Beppe Grillo Beppe Grillo

 

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