Andrea Nicastro per il “Corriere della Sera”
PRIGIONIERI RUSSI UCCISI NEL DONBASS
Due video permettono al Cremlino di accusare Kiev di «assassinio sistematico» e «crimini di guerra». L'ufficio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite è chiamato a fare da giudice. I siti pro russi finalmente restituiscono le accuse di «disumanità» che tante volte sono piovute sui loro soldati. Kiev per il momento controlla «l'autenticità delle riprese» e non ribatte, ma il caso è già significativo da tanti punti di vista.
Le prove a disposizione, anzitutto. Un primo video girato, probabilmente, da un drone viene pubblicato il 12 novembre sul canale Telegram della Difesa ucraina. Mostra almeno 8 corpi allineati al suolo in una casa rurale. Kiev spiega che si tratta di soldati russi uccisi in combattimento a Makiyivka in Donbass. Hanno la divisa verde e il casco, ma sono disarmati. Qualche sito solleva dei sospetti. Il 17 novembre va on line su canali di Mosca un secondo filmato, girato ad altezza uomo.
PRIGIONIERI RUSSI UCCISI NEL DONBASS
La fattoria e le divise sembrano le stesse. Si vedono «soldati russi» uscire con le mani alzate e sdraiarsi a terra, proprio nella posizione che avranno nel video dall'alto, morti. C'è un militare (presumibilmente ucraino) appostato davanti a loro con la mitragliatrice pesante, un altro in piedi che dà gli ordini e, almeno un terzo che riprende forse col telefonino. I prigionieri sono a terra quando compare sparando uno vestito di nero.
Le riprese si interrompono. La vicenda viene presentata sui social filo Putin in due modi. Il primo, tagliando la comparsa dell'uomo in nero. Il senso così diventa lampante: i russi si erano arresti e sono stati giustiziati senza pietà. Il secondo, più onesto, mostra l'intera sequenza fino all'uomo nero, ma accusa gli ucraini di aver ucciso quelli a terra, inerti e impossibilitati a nuocere, per l'errore di uno.
PRIGIONIERI RUSSI UCCISI NEL DONBASS
Ora le considerazioni.
1) Mosca e Kiev sono impegnate (anche) in una battaglia di comunicazione. Bersagliano gli avversari con messaggi volti a scoraggiarli e terrorizzarli affinché decidano di disertare. Allo stesso tempo devono convincere i propri soldati a non arrendersi.
Questi due video sono perfetti per lo scopo di Mosca: dicono ai russi che è inutile alzare le mani perché Kiev non rispetta i prigionieri di guerra. Il video (orrendo) del «disertore» russo a cui viene spaccata la testa a martellate dai suoi stessi commilitoni cercava lo stesso risultato.
2) Nessun comando lo ammetterà mai, ma i soldati raccontano di non avere (sempre) l'ordine di fare prigionieri. Soprattutto se feriti, i nemici vanno finiti sul posto. Dipende dalla saturazione degli ospedali di prima linea (dove è meglio salvare i «nostri» invece dei «loro») e dal «borsino dei prigionieri». Se pochi dei «nostri» sono stati catturati basta consegnare dieci cadaveri dei «loro» per riavere un commilitone vivo.
PRIGIONIERI RUSSI UCCISI NEL DONBASS
3) In qualsiasi guerra, se ci si arrende deve andare tutto benissimo per sopravvivere. L'ucraino con la mitragliatrice pesante del video aveva proprio la funzione di stroncare qualsiasi minaccia. Appena è uscito l'uomo in nero sparando, la mitragliatrice deve aver falciato l'aria all'impazzata. Uno solo di quei proiettili attraversa facilmente due o tre corpi assieme.
4) Non sappiamo se tutti i soldati distesi siano morti nella reazione della mitragliatrice ucraina. E' ragionevole sospettare che se feriti o addirittura incolumi siano poi stati finiti per paura, rabbia o fredda vendetta. Ma c'è davvero qualcuno che crede che la guerra sia diversa da com' è?
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