Cesare Giuzzi per www.corriere.it
carabinieri a casa di davide paitoni, a morazzone
«Il bambino non voleva andare. Noi abbiamo sbagliato a portarlo dal papà. Ma lui aveva il permesso del giudice...». Il nonno del piccolo Daniele si affaccia sulla soglia della villetta di via Chiesa a Gazzada Schianno (Varese).
La figlia è appena uscita per dare l’ultimo saluto a Daniele all’obitorio di Varese prima che venga eseguita l’autopsia. Gli occhiali scuri e la mascherina chirurgica le coprono il viso, sul corpo i segni delle medicazioni per le coltellate ricevute. Si guarda intorno e non parla. «Sto sentendo adesso in televisione. Non so neanche cosa dire», aggiunge il nonno che si volta e richiude la porta. Fuori c’è Babbo Natale appeso alle finestre, dentro un dolore inimmaginabile.
carabinieri a casa di davide paitoni, a morazzone
Ora che Daniele è morto, ucciso a sette anni per vendetta contro l’ex moglie dal padre Davide Paitoni, 40 anni, restano tante, troppe domande in una tragedia che ne ricorda altre mille. Dopo aver tentato di uccidere la moglie 36enne, Paitoni durante la fuga aveva inviato alla donna due messaggi vocali: «Daniele è al sicuro, ti ho aggredita per punirti perché mi hai rovinato la vita e perché volevi portarmi via mio figlio».
I carabinieri hanno intercettato la sua Golf all’1.30 lasciata a bordo strada a Varese, lui non c’era. Poi grazie a un gps l’hanno seguito durante la fuga sul colle Sant’Elia. Mentre lo arrestavano, come ricostruito nel fermo dal pm Luca Petrucci, urlava «sparatemi».
Paitoni era ai domiciliari. Il giudice, su richiesta dei legali, aveva concesso la possibilità di vedere moglie e figlio durante la detenzione a casa del padre Renato, nella casa di corte a Morazzone. Il 26 novembre aveva tentato di uccidere con un taglierino un collega fuori dalla fabbrica di Azzate.
I due s’erano dati appuntamento a fine turno dopo un aperitivo nello spogliatoio: «Chissà cosa vorrà da me, mio figlio è al sicuro, i suoi devono stare attenti...», aveva bofonchiato ai colleghi prima di uscire. Arrestato dai carabinieri era finito ai domiciliari.
Il pm nella richiesta di misura cautelare aveva ricordato il procedimento aperto dopo le denunce della moglie e dei famigliari (a cui erano seguite controquerele del 40enne). «Evidenzia il pm che Paitoni sarebbe sottoposto ad altri procedimenti per reati anche connotati da violenza (maltrattamenti e lesioni) — ha scritto il gip Anna Giorgetti nell’ordinanza di custodia —. Si tratta di carichi pendenti che potrebbero risolversi favorevolmente per l’indagato e che, dunque, non consentono di trarre qualsivoglia certezza». Le sole esigenze cautelari erano dettate dal pericolo di inquinamento delle prove.
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Il 6 dicembre era arrivato l’ok del giudice all’istanza dei difensori. Mezza pagina che aveva dato a Paitoni la possibilità di vedere moglie e figlio senza prescrizioni particolari. Era seguito un accordo tra gli avvocati della coppia per stabilire il calendario degli incontri. La famiglia materna oggi accusa: «Non ci hanno ascoltato». Anche se l’avvocato della madre, Donatella Cicognani, è più cauta: «La vicenda è ancora aperta. Ma non mi erano stati segnalati pericoli per il piccolo».
la casa di davide paitoni a. morazzone 2 Davide Paitoni 2 Davide Paitoni 3 la casa di davide paitoni a. morazzone DAVIDE PAITONI CON IL FIGLIO DANIELE