Estratto dell’articolo di Fabiana Magrì per “la Stampa”
La cosa più complicata, guardando la fettina ancora cruda nel suo pacchetto sottovuoto, con quel colore rosso tipico del manzo e le striature del muscolo, non è tanto comprenderne il processo produttivo, che l'azienda israeliana Aleph Farms è disponibile a spiegare in totale trasparenza nel Visitor Center all'interno dell'impianto di produzione pilota di Rehovot.
A dirla tutta, la parte difficile è trovarle un nome. Perché questa fettina di origine bovina è un prodotto ibrido, all'incrocio tra biotecnologia alimentare e ingegneria tessutale, composta principalmente da muscolo, cellule produttrici di collagene e cellule adipose. Lo stadio finale della produzione avviene nel laboratorio dei bioreattori, un quartiere biologico sterile con condizioni di luce e calore a imitazione del corpo della mucca.
Qui le cellule staminali (cioè a uno stato di "verginità" che consente di farle maturare e diventare vari tipi di cellule) vengono nutrite con proteine, ferro, zinco e vitamina B12, poi si moltiplicano, si differenziano e si compongono intorno a una matrice proteica vegetale composta da soia e grano, tecnologia originale dell'azienda. Nulla è modificato geneticamente.
[…] Lo chef Amir Ilan, in forza fin dalla fase di start up, è responsabile della cucina per i test, gli assaggi, le dimostrazioni e gli eventi. Nel mondo si dibatte sull'aggettivo più corretto da usare per questa fettina, tra carne "coltivata", "sintetica", "pulita", "artificiale", "in vitro" o "di laboratorio".
Ma quelli di Aleph Farms si interrogano sull'adeguatezza della parola "carne" perché, sono convinti, dalla riflessione su "cosa è" e "cosa non è" questo nuovo cibo dipenderà il consenso (necessario) degli attori coinvolti in una transizione (anch'essa necessaria) dall'agricoltura convenzionale a quella cellulare.
[…] «Siamo davanti a un salto evolutivo del genere umano che si verifica una volta ogni milioni di anni e che avrà un impatto significativo sull'adattamento della nostra specie sul pianeta terra», sostiene l'ingegnere alimentare e biologo.
Le cellule coltivate, al pari della carne e del latte, possono materializzarsi in una varietà di cibi. La tanto discussa fettina è solamente una delle sue possibili declinazioni. Pertanto, dopo lunghe riflessioni, nelle prossime settimane Aleph Farms adotterà un rebranding dei prodotti.
[…] Insomma, mentre il governo Meloni discute il divieto di prodotti dell'agricoltura cellulare, come la carne coltivata in laboratorio, Aleph Farms, all'interno del consorzio di aziende internazionali Cellular Agriculture Europe di cui fa parte, sta portando avanti una campagna di informazione accurata sulla sicurezza e sui benefici ambientali di questi nuovi alimenti. […]