1 – VITA A RILENTO E CONSEGNE DI CIBO CODOGNO INIZIA LA SUA QUARANTENA
Estratto dell’articolo di Giusi Fasano per il “Corriere della Sera”
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Alle cinque del pomeriggio compare il primo checkpoint. Una squadra di poliziotti blocca le auto dirette a Terranova dei Passerini, uno dei nomi nell' elenco della zona rossa.
Quattro chilometri da Codogno, a uno e mezzo da Castiglione D' Adda, entrambi omuni veicoli dell' infezione.
Dal finestrino del sedile passeggero si fa fatica a sentire la voce dell' agente che indica la via più veloce per uscire dalla zona, ma di scendere per sentire meglio non se ne parla proprio. «No, signora. Rimanga pure in macchina».
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Obiezione sul merito: sto (dichiaratamente) arrivando da Codogno, focolaio dei focolai, e loro sostengono che non si può andare a Terranova, d' accordo. Ma si può andare a Milano. E quindi la domanda è: chiunque (persone infette comprese) potrebbe uscire da Codogno per raggiungere Milano? La risposta non arriva dalla pattuglia della polizia ma dai fatti: certo che può. Si va verso Lodi e si procede fino a Milano. Tutto questo per accendere i riflettori sui tempi.
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Nel giorno in cui cinque regioni chiudono scuole, cinema, musei, bar e qualsiasi altro luogo di aggregazione, il giorno dopo l' annunciato decreto per creare una cintura di sicurezza attorno ai Comuni-epicentro del coronavirus, quegli stessi Comuni sono accessibili in ingresso e in uscita almeno fino a pomeriggio inoltrato, alcuni fino alla prima serata. L' orologio segna le 19 quando si cominciano a notare i lampeggianti accesi delle auto delle forze dell' ordine schierate per controllare gli oltre 30 checkpoint che di fatto mettono in quarantena dieci Comuni del Lodigiano.
A parte Codogno, Terranova e Castiglione la lista comprende anche Casalpusterlengo, Somaglia, San Fiorano, Bertonico, Maleo, Castelgerundo e Fombio, per un totale di circa 47 mila persone alle quali è stato consigliato di rimanere in casa ma che volendo possono uscire per le vie del proprio Comune o raggiungere gli altri Comuni della zona rossa. (…)
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2 – CORONAVIRUS, CHIUSE SCUOLE, PALESTRE E LOCALI: GUIDA AL COPRIFUOCO AL NORD
Maurizio Giannattasio per www.corriere.it
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Il Duomo, la Scala e il Piccolo. Milano chiude i suoi luoghi simbolo, indossa il saio e si prepara alla sua prima giornata di clausura. Un coprifuoco a metà, con le scuole chiuse ma i trasporti funzionanti, con discoteche e pub che dovranno tirare giù la serranda alle 18 e riaprirle solo alle 6, ma con i ristoranti aperti. Obiettivo: ridurre le occasioni di assembramento.
Tra queste c’è anche una tradizione tutta milanese, l’happy hour. I bar dovranno seguire l’esempio dei loro colleghi dei pub e chiudere tassativamente alle 18. L’ordinanza regionale parla di sette giorni, ma potrebbero diventare quattordici, equivalenti alle due settimane di incubazione del coronavirus.
carnevale di venezia con il coronavirus 1
Si cambia regione e città ma la sostanza non cambia. Dopo la Lombardia, tocca al Veneto, al Friuli Venezia Giulia, al Piemonte, alla Liguria, al Trentino Alto Adige. Un pugno di ordinanze molto simili fra loro. Se a Milano chiude la Pinacoteca di Brera, a Venezia salta il Carnevale che attira turisti da tutto il mondo e in tutte e cinque le regioni le scuole di ogni ordine e grado e le università chiudono le aule per sette giorni.
Insomma, Nord chiuso per coronavirus con un coprifuoco a gradazione variabile. Più severo per le zone rosse, quelle dove si sono sviluppati i focolai del contagio e più morbido per le zone gialle dove l’obbiettivo è ridurre la presenza di troppe persone. Nelle aree «focolaio» del virus, è in vigore il divieto di allontanamento e di ingresso: le zone saranno presidiate dalle forze di polizia e, in caso di necessità, anche dall’esercito con sanzioni penali per i trasgressori.
blocco stradale a casal pusterlengo
Nei Comuni della provincia di Lodi sono escluse «dalla sospensione dell’attività lavorativa e di trasporto» le attività commerciali di «supermercati, ipermercati, negozi alimentari e quelle connesse al trasporto» dei prodotti alimentari. Per il resto della regione, Milano in testa, l’ordinanza firmata dal governatore Attilio Fontana riguarda in primis le scuole.
Già sabato i rettori delle università lombarde avevano deciso di sospendere lezioni ed esami in tutti gli atenei fino al 29 febbraio. Ieri, è stato il sindaco Beppe Sala ad annunciare la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado.
carnevale di venezia con il coronavirus
CORONAVIRUS - PERCENTUALE DEI MORTI SUL TOTALE DEI CONTAGIATI
«A questo punto anche a livello prudenziale penso che l’attività scolastica vada sospesa a Milano — ha detto il sindaco dopo un vertice in prefettura — Proporrò al presidente della Regione di allargare l’intervento a livello di città metropolitana. È un intervento prudenziale. Lontano da noi di scatenare alcun tipo di psicosi».
soldati con la mascherina in piazza duomo a milano
L’ordinanza vieta anche tutte le «manifestazioni o iniziative di qualsiasi natura, di eventi e di ogni forma di riunione in luogo pubblico o privato, anche di carattere culturale, ludico, sportivo e religioso, anche se svolti in luoghi chiusi aperti al pubblico». Il catalogo è vastissimo: si va dai centri sportivi e dalle palestre alle cerimonie religiose di tutti i culti. A partire dalle celebrazioni eucaristiche, ossia la messa. A darne l’annuncio è stato lo stesso arcivescovo di Milano, Mario Delpini. Lo stop alle messe è partito domenica sera. Sospese le celebrazioni anche in Duomo che inoltre verrà chiuso ai turisti sia oggi sia domani.
PSICOSI CORONAVIRUS - ASSALTO AI SUPERMERCATI - NESSUNO VUOLE LE FARFALLE
Anche la cultura a Milano e in Lombardia si mette in stand by perché lo stesso divieto che limita le messe riguarda anche i cinema, i teatri e i musei, tutti luoghi di grande affollamento. La Scala ha deciso di sospendere «tutte le rappresentazioni a titolo cautelativo in attesa di disposizioni». Da ieri sono saltati tutti gli spettacoli a partire dal recital del soprano Aleksandra Kurzak. Stesso destino per la Pinacoteca di Brera chiusa ieri pomeriggio. L’ultimo visitatore è uscito alle 17. Anche il Piccolo ha abbassato il sipario. Così il Franco Parenti.
I negozi invece restano aperti. Tranne quelli all’interno dei centri commerciali che nelle giornate di sabato e domenica dovranno abbassare le serrande. Resteranno aperti solo quelli che vendono generi alimentari. Lo stesso discorso vale per i mercati cittadini. A differenza delle altre regioni del Nord, la Lombardia ha inserito un’ulteriore limitazione.
un malato di coronavirus trasportato in ospedale
Riguarda i bar, i pub e le discoteche che dovranno servire l’ultimo cliente rigorosamente entro le 18. Nessuna limitazione invece per i ristoranti. A cascata, i rider continueranno a svolgere il loro lavoro. Fontana lancia un appello ai lombardi: «Dateci una mano a rispettare questi provvedimenti, so che vi chiedo un sacrificio ma presto ci troveremo a bere uno spritz insieme». Prima era stato meno ottimista. Se non funziona provvedimenti come «a Wuhan».
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Saltano le manifestazioni legate al Carnevale di Venezia e in tutto il Veneto si fermano scuole ed eventi. Stop anche le manifestazioni sportive, ludiche e religiose e verranno chiuse le discoteche e i locali notturni; salvi, però, a differenza della Lombardia, i bar, che non dovranno chiudere alle 18 come nella vicina regione. Come spiega l’ordinanza emessa dal governatore, Luca Zaia, e dal ministro della Salute, Roberto Speranza, stop anche a musei, scuole, corsi professionali e le gite. Negli ospedali saranno invece contingentate le visite, con un visitatore al giorno per ogni paziente, mentre è stato stabilito che tutti i treni, i mezzi pubblici di terra d’acqua e d’aria vengano disinfettati. «Abbiamo firmato l’ordinanza con la quale vengono bloccate, Carnevale di Venezia compreso, tutte le manifestazioni pubbliche, private, la chiusura delle scuole e dei musei fino al primo di marzo». Come in Lombardia sono state fermate le messe.
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Lo ha deciso il patriarca di Venezia, Francesco Moraglia. In sostituzione del precetto festivo e del mercoledì delle Ceneri, i fedeli sono invitati a «un tempo conveniente alla preghiera e alla meditazione, anche aiutandosi con le celebrazioni trasmesse tramite radio e televisione». Per i funerali, saranno possibili le sepolture, anche con la benedizione della salma alla presenza delle persone più vicine del defunto, ma senza la celebrazione della messa o di altra liturgia. E anche i matrimoni saranno possibili solo con un numero ristretto di invitati. Stessa regola a Milano.
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Chiudono le scuole, le università, i musei, le biblioteche, i cinema e i teatri, ma restano aperti gli uffici pubblici e i negozi. «In Lombardia — ha spiegato il governatore Alberto Cirio — si è prevista la chiusura di bar e centri commerciali dalle 18 alle 6 del mattino. Noi abbiamo ritenuto che non fosse il caso. Credo che la riduzione dei contagi ci dia ragione».
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La partita di calcio Torino-Parma è stata rinviata, ma quella di basket fra Reale Mutua e Junior Casale si è giocata regolarmente. Il Carnevale di Ivrea interromperà gli appuntamenti solo da oggi. Chiusura — e non sospensione — delle scuole di ogni ordine e grado, asili nido e università. Vietate le manifestazioni e gli eventi oltre a ogni forma di aggregazione in luogo pubblico o privato. Stop alle gite di istruzione e ai concorsi. Misure che saranno valide fino al primo marzo.
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«L’idea è fronteggiare la diffusione del virus offrendo le migliori condizioni possibili di sicurezza e tutela ai cittadini», dice il presidente Stefano Bonaccini. Si stanno valutando misure ulteriori per Piacenza e il territorio piacentino. La Liguria ha disposto la chiusura di scuole e musei fino al primo marzo. Il rettore di Genova aveva già sospeso per una settimana ogni attività didattica dell’università. Il presidente della Provincia autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher, ha ordinato che in Alto Adige siano chiuse per una settimana le strutture pubbliche e private, dedicate alla prima infanzia (asili nido e microstrutture aziendali). Saranno sospese anche le attività didattiche presso l’università «Claudiana» e al conservatorio «Monteverdi». Anche in Friuli Venezia Giulia è stata disposta fino al 1 marzo la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado, asili nido e università.
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