LA KALUSH ORCHESTRA, DOPO LA VITTORIA DELL'EUROVISION, RIDIMENSIONA LE POLEMICHE: "ABBIAMO SFIDATO IL REGOLAMENTO LANCIANDO UN APPELLO POLITICO PER MARIUPOL? SÌ, MA NON ABBIAMO NEMMENO PENSATO ALLA SQUALIFICA ANCHE PERCHÉ ABBIAMO MOLTA PIÙ PAURA PER QUEI SOLDATI BLOCCATI NELLA AZOVSTAL CIRCONDATA DA 2 MILA RUSSI CHE PER NOI. GRAZIE EUROPA, ORA PERÒ TORNIAMO IN PATRIA A COMBATTERE…" - VIDEO

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Luca Dondoni per “La Stampa

 

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«A breve, durante la finale dell'Eurovision, il continente e il mondo intero ascolteranno le parole della nostra lingua. E credo che, alla fine, questa parola sarà "Vittoria"! Europa, vota la Kalush Orchestra, sosteniamo i nostri connazionali! Sosteniamo l'Ucraina!».

 

Il presidente Zelensky poco prima della finale dell'Eurovision Song Contest aveva spostato l'interesse per la gara musicale sul piano politico postando un messaggio sui social che pochi minuti dopo, alla fine dell'esibizione, la band ucraina ha ribadito per bocca del suo leader Oleg Psyukh sfidando il regolamento della manifestazione: «Vi chiediamo di aiutare Mariupol, aiutate l'Azovstal adesso! Slava Ukraïni».

 

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Subito si è temuto che la band potesse essere squalificata per aver portato un messaggio politico su un palco che non prevede nessun tipo di dichiarazione legata a bandiere o a partiti, anche se gli organizzatori hanno chiarito a gara in corso che non ci sarebbe stata alcuna esclusione.

 

Oleg, non avete avuto paura che dopo il vostro proclama l'European Broadcasting Union potesse squalificarvi?

«Prima di tutto vogliamo ringraziare tutti gli ucraini che hanno votato per noi in tutto il mondo e quest'anno è stato davvero speciale per noi, per cui gloria all'Ucraina. Non abbiamo nemmeno pensato alla squalifica anche perché abbiamo paura, molta più paura per quelle migliaia di soldati che sono bloccati nella Azovstal circondata da 21mila soldati russi piuttosto che per noi.

 

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Il nostro compito era ed è quello di informare più gente possibile su ciò che sta accadendo. Vogliamo riuscire a raggiungere le persone che siedono sugli scranni dei governi occidentali così da poter ricevere il maggior numero di aiuti possibili e i soldati possano e le famiglie ucraine possano essere salvate».

 

Il presidente Zelensky vi ha già chiamato per complimentarsi?

«Non ho ancora avuto ancora la possibilità di chiamarlo e di parlarci perché, lo immaginerete, ha cose più importanti da a fare. Dico solo una cosa però: spero, come ha detto parlando di una prossima Mariupol ricostruita, che l'anno prossimo la nostra nazione possa organizzare l'Eurovision in pace e tranquillità».

 

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Pensate che il pubblico vi abbia votato per la situazione attuale che sta vivendo il vostro Paese o per la bontà vostra canzone? Dai primi dati sommari avete primeggiato in quasi tutte le nazioni.

«"Stefania", il nostro pezzo, era numero uno in parecchie classiche prima dell'Eurovision e secondo i bookmakers era nella top five di chi scommetteva sulla nostra vittoria.

In ogni nazione che abbiamo visitato prima dell'evento siamo stati accolti benissimo e dobbiamo ringraziare tutti perché ci hanno portato in vetta».

 

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Avete vinto ricevendo il più alto numero di voti nella storia dell'Eurovision Song contest con un pezzo rap. Un genere che in questa rassegna non aveva mai veramente sfondato.

«Rap e hip hop sono la musica numero uno nel mondo e fra otto anni magari sarete sorpresi se in gara ci saranno canzoni pop classiche come la maggior parte di quale che avete ascoltato qui. Il cambiamento è in atto e il rap sarà il genere dominante».

 

Oleg, lei è il leader del gruppo e oggi compirà 28 anni ma fra 24 ore dovrà tornare in Ucraina perché per tutti voi cessa il permesso speciale di espatrio che lo Stato vi ha accordato per l'Eurovision. Tornerete in patria per combattere?

«Siamo pronti a combattere e andare avanti sino alla fine se serve, perché le nostre famiglie sono là e anche in questo momento siamo preoccupati come fossimo con loro perché ci fa male sapere che stanno soffrendo».

 

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Sua madre Stefania, alla quale è dedicata la canzone che ha vinto, è qui con lei. Cosa le ha detto appena saputo della vittoria?

«Che è molto orgogliosa di men e non vediamo l'ora di passare del tempo insieme».

 

Qual è stato il momento più eccitante qui a Torino?

«Quando ci siamo riuniti e siamo riusciti a ritrovarci davanti a un microfono tutti insieme. Per parecchio tempo non abbiamo nemmeno avuto la possibilità tra noi di provare la canzone abbiamo dovuto fare tutto via zoom o al telefono. Qui abbiamo avuto la possibilità di usare dei microfoni, provare le luci, la nostra performance tutti insieme. Una cosa normale ma che per noi non lo era più da un pezzo».

 

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Con questa vittoria avete capito che l'Europa vi ama, ma come farete a continuare ed essere creativi in questi tempi così difficili?

«La cultura ucraina e le nostre radici non sono state sradicate. Abbiamo testimoniato che sono vivissime. Speriamo che da oggi la gente voglia scoprire la musica, i film ucraini e appena si potrà e sarà tutto finito vorrà visitare l'Ucraina. Questo è il messaggio più importante, insieme a quello sulla fine della guerra che abbiamo portato al mondo».

 

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Chi avreste votato fra i concorrenti delle altre nazioni?

«Mahmood e Blanco e quindi l'Italia, ma anche la Moldavia, l'Inghilterra e la Polonia».

 

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