KIEV FERMERA’ LA GUERRA CIVILE? MASSACRO IN UCRAINA, OLTRE 100 MORTI, IL PRESIDENTE YANUKOVICH: C’È L’ACCORDO CON L’OPPOSIZIONE PER PORRE FINE ALLE VIOLENZE – LA FRANCIA MORDE IL FRENO: ‘NULLA DI DEFINITIVO’

La presidenza ucraina annuncia nella mattinata la firma di un’intesa per mettere fine alla crisi politica a Kiev e andare ad elezioni anticipate – Il ministro degli Esteri francese Fabius prudente: ‘L’opposizione vuole ancora consultarsi’…

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1 - UCRAINA: INSORTI SPARANO SU AGENTI VICINO PARLAMENTO
(ANSA-AFP) - I manifestanti ucraini hanno sparato contro i poliziotti vicino al Parlamento a Kiev. Lo riferisce la stessa polizia.

2 - UCRAINA: PRESIDENZA, ACCORDO GOVERNO,OPPOSIZIONE E UE
(ANSA-AFP) - Accordo raggiunto dopo la maratona negoziale notturna tra il potere ucraino, l'opposizione, l'Ue e la Russia. Lo ha annunciato la presidenza ucraina in un comunicato, senza fornire ulteriori dettagli. La notizia non è stata ancora confermata dalle delegazioni europee. L'accordo, che deve essere formalizzato alle 11 ora italiana, prevede elezioni presidenziali anticipate, un governo di coalizione e una riforma costituzionale, secondo anticipazioni della tv ucraina.

UCRAINA LA GENTE IN PIAZZA DOPO GLI SCONTRIUCRAINA LA GENTE IN PIAZZA DOPO GLI SCONTRI

3 - UCRAINA: PRESIDENZA, ALLE 12 FIRMA ACCORDO PER FINE VIOLENZE
(ANSA) - La firma di un documento per mettere fine alla crisi politica in Ucraina è prevista alle 12 (le 11 in Italia) nel palazzo presidenziale a Kiev. Lo fa sapere la presidenza in una nota che conferma, senza per ora fornire dettagli, il raggiungimento di un accordo fra il presidente Viktor Ianukovich, i responsabili delle opposizioni, i rappresentanti dell'Ue e quello della Russia. L'intesa sarebbe giunta dopo colloqui-fiume andati avanti per tutta la notte, all'indomani del bagno di sangue di piazza Maidan.

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4 - UCRAINA: PRESIDENTE RADA FIRMA RISOLUZIONE CONTRO VIOLENZE
(ANSA) - Il presidente della Verkhovna Rada (il parlamento ucraino), Volodimir Ribak, ha firmato la risoluzione con cui ieri sera, nel tentativo di dare un segnale di pacificazione, l'organo legislativo ha condannato l'uso della forza contro i manifestanti e ha proibito le "operazioni antiterrorismo" annunciate in precedenza dai servizi segreti (Sbu).

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5. UCRAINA: FABIUS PRUDENTE, NULLA DI DEFINITIVO FINO A FIRMA: "L'OPPOSIZIONE VUOLE CONSULTARE I SUOI"
(ANSA) - "Non si può dire nulla di definitivo prima della fine della mattinata" quando sarà firmato l'accordo annunciato dalla presidenza ucraina, perché "l'opposizione vuole ancora consultarsi". Lo ha detto il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius, che ha partecipato ai colloqui notturni a Kiev, ai microfoni di Europe 1. "Tutti i temi sono stati affrontati in questi negoziati. Tutto accade in un'atmosfera molto difficile perché ci sono state decine di morti e il paese è sull'orlo della guerra civile", ha aggiunto Fabius.

 

6 - GUERRA CIVILE IN UCRAINA: DECINE DI MORTI NELLE STRADE
Mark Franchetti per ‘La Stampa' *

Dopo tre settimane di relativa calma Kiev è precipitata nella peggiore violenza mai vista nel Paese dalla conquista dell'indipendenza, oltre 20 anni fa. Almeno 67 manifestanti e 13 poliziotti sono morti da martedì, tutti uccisi da colpi di pistola. Ma secondo l'opposizione le vittime sono state 100 solo ieri. Dopo una notte di crescente tensione - migliaia di manifestanti e poliziotti non hanno mai smesso di fronteggiarsi - ieri mattina è esplosa la battaglia per le strade.

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I dimostranti armati di mazze, scudi e bombe molotov hanno cercato di sfondare il cordone di polizia che circondava Maidan, la piazza dell'Indipendenza, da tre mesi cuore della rivolta contro Yanukovich.

Le forze di sicurezza hanno risposto sparando contro la folla. Mentre il filmato che riprende un cecchino della polizia che colpisce i manifestanti veniva postato su Internet, pennacchi di fumo nero si sprigionavano dalle barricate di pneumatici in fiamme e riempivano il cielo, dall'altra parte della piazza riecheggiava il rumore degli spari.

I manifestanti, con le facce nere di fuliggine e stanchezza, trasportavano i feriti utilizzando porte divelte all'ospedale da campo, improvvisato da medici volontari in un piccolo caffè ai margini della piazza. Quattro corpi giacevano fuori, sul marciapiede, il viso nascosto da una coperta, accanto a una giovane infermiera in lacrime. Una delle vittime di ieri è Olesya Zhukovskaya, una giovane donna colpita mentre aiutava i feriti. «Sto morendo», ha scritto nel suo ultimo Tweet. Olesya dovrebbe avercela fatta.

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Ci sono testimonianze - non ancora confermate - che dicono che un cecchino dell'opposizione avrebbe sparato e ucciso tre poliziotti. Dopo un'ora di aspri combattimenti le forze dell'ordine si sono ritirate e i manifestanti hanno riconquistato il terreno che avevano perso nelle battaglie precedenti.

Come una colonia di formiche, in migliaia - mentre si preparavano per l'ennesima battaglia - hanno formato catene umane per ricostruire le alte barricate di pietre, ciottoli scavati dalle strade, lamiere contorte e sacchi pieni di detriti lungo la nuova linea del fronte. A guidare la lotta sono i membri del Pravý Sektor, un gruppo radicale di destra, composto soprattutto da giovani uomini corpulenti le cui opinioni sono profondamente nazionaliste. Alcuni sono ultrà degli stadi.

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Anche se la folla in piazza è in gran parte ancora costituita da gente comune - ci sono i giovani liberali, così come i conservatori più anziani, che vogliono più libertà e una vita migliore - è ormai chiaro che la rivolta è guidata dalle frange più radicali.

«Ormai non ci può essere più alcun compromesso, non dopo che la polizia ha iniziato a sparare contro il proprio popolo. Ora è o noi o Yanukovich», dice Viktor, 32 anni, tassista, che indossa un casco, una maschera nera ed è armato di scudo e spranga d'acciaio. «Sono qui per vincere o per morire. E questa non è semplice retorica, rischia di finire come a piazza Tiananmen».

La folla di manifestanti applaude ed esige vendetta quando un gruppo armato riesce a fare prigionieri alcuni poliziotti. I giovani terrorizzati vengono trascinati in una piccola area della piazza che è stata transennata. Un gruppo di sacerdoti ortodossi, vestiti in abiti talari, deve intervenire per impedire alla folla di linciare i poliziotti. I manifestanti li spogliano dei loro giubbotti antiproiettile, i caschi e i manganelli vengono distribuiti ai compagni.

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La scorsa notte Kiev è stata attraversata da voci allarmanti. C'era la paura crescente che delinquenti pro governo e poliziotti stavano per essere armati di Ak47 e si preparavano all'assalto finale per liberare definitivamente la piazza.

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Come chiaro simbolo dell'escalation di quella che - tre mesi fa - era iniziata come protesta pacifica a favore della democrazia, ho visto un piccolo gruppo di manifestanti che imbracciavano di fucili da cecchino e prendevano posizione in un edificio in fiamme ai lati della piazza, mentre un gruppo di veterani della guerra sovietica in Afghanistan davano istruzioni militari ai contestatori. La piazza è esplosa in applausi e acclamazioni quando una donna ha chiesto dal palco la morte dei figli del presidente per vendetta.

La crisi in Ucraina ha ormai raggiunto un vicolo cieco. Dopo le vittime di questi ultimi giorni i manifestanti non si arrenderanno fino a quando Yanukovich non si dimetterà e verrà messo sotto processo per aver ordinato alla polizia di sparare. Nessun colloquio con i ministri degli Esteri dell'Ue o qualsiasi concessione del governo potranno placare la folla.
Il presidente ucraino però non sembra avere nessuna intenzione di dimettersi, anche perché rinunciare al potere significherebbe affrontare la prigione. Senza forti pressioni dai suoi alleati, i potenti oligarchi del Paese e il Cremlino, e senza chiare garanzie di sicurezza, le dimissioni di Yanukovich sono, nella migliore delle ipotesi, altamente improbabili.

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Si stanno preparando i fronti della battaglia per la resa dei conti finale e le due parti contrapposte sono trincerate come mai prima d'ora. Mentre le violente proteste si stanno estendendo ad altre regioni del Paese, la speranza è che l'Ucraina riesca a evitare la guerra civile totale. Ma altro spargimento di sangue sembra ormai certo.
*Corrispondente da Mosca del «Sunday Times» di Londra

 

 

 

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