Massimo Gramellini per il “Corriere della Sera”
Assurdo e meraviglioso. Paolo Simoncelli, padre di Marco, ha condensato in due aggettivi un episodio che meriterebbe un romanzo. A sei anni di distanza i coniugi Simoncelli sono ritornati a Sepang, sul circuito malese dove il figlio interruppe la sua cavalcata. Possiamo vederli mentre scendono dall' aereo, con il fuso orario nella testa e troppi ricordi nel cuore.
simoncelli indossa il guanto ritrovato
Vengono avvicinati da una ragazza del posto. Ha gli occhi bassi che lottano con la timidezza. Spiega di avere comprato un guanto di Marco da un commissario di gara. Il signor Simoncelli non si sorprende: ovunque vada, viene avvicinato da qualche tifoso inconsolabile che gli mostra una reliquia del figlio. Il particolare del guanto però lo incuriosisce: di solito li vendono in coppia. Perché quella ragazza ne ha comprato uno solo?
Ma a quel punto lei lo estrae dalla tasca e lui lo riconosce. Non è un guanto qualsiasi, ma uno di quelli che Marco indossava al momento dell' impatto. Il destro è già a casa, il sinistro non era mai stato recuperato. Ora è lì, tra le mani tremanti di questa giovane donna che sembra quasi scusarsi per avere osato tanto. Avendo saputo che i genitori del campione sarebbero arrivati con quel volo, è venuta fin lì per restituire qualcosa che aveva custodito per loro.
Il signor Simoncelli ha cercato mille parole per dirle grazie, ma per fortuna la ragazza non è riuscita a capirle. Perciò alla fine è rimasto zitto e l' ha stretta in un abbraccio. Uno immagina quei due estranei che si abbracciano nella sala-arrivi di un aeroporto malese con un guanto tra le mani e pensa che a volte la vita sa essere davvero così: assurda e meravigliosa.