Estratto dell’articolo di Francesco Rosano per il “Corriere della Sera”
Il dolore è sempre lì, quello «non passa e non passerà mai del tutto». Adesso c’è anche la rabbia: «Tanta rabbia e amarezza. Perché neanche di fronte a un episodio grave, come un omicidio di stampo terroristico, si è riusciti a far scontare una pena fino in fondo».
Lorenzo Biagi aveva appena 13 anni quando la follia terroristica delle nuove Brigate rosse gli portò via il padre, il giuslavorista Marco Biagi, ucciso il 19 marzo del 2002 davanti al portone della sua abitazione di via Valdonica a Bologna. Ventidue anni dopo è un uomo che ha dedicato buona parte della propria vita alla memoria del padre.
Ieri la notizia della liberazione dell’ex brigatista Simone Boccaccini, uscito dal carcere in anticipo grazie a uno sconto di pena e alla buona condotta, per Lorenzo Biagi è stata come un fulmine in mezzo all’estate: «Una nuova ingiustizia, che si aggiunge alla prima e più grave subita da papà: negargli la scorta, ciò che ha fatto sì che venisse ucciso».
Boccaccini era l’unico brigatista coinvolto nell’omicidio di sua padre a non dover scontare un ergastolo: 25 anni e 10 mesi, la condanna definitiva dei giudici. Da venerdì mattina è un uomo libero.
Cosa significa per lei e la sua famiglia?
«È come se mio padre venisse ucciso per la seconda volta. Dentro di me c’è solo rabbia e amarezza, è l’unica cosa che mi viene da dire».
È deluso dallo Stato italiano?
«Non posso dire di essere deluso, esistono delle leggi e credo siano state seguite. Boccaccini era l’unico a non avere ricevuto l’ergastolo. O meglio, in prima istanza sì, ma successivamente la sua posizione era stata rivista. Avrei preferito che quantomeno scontasse la pena fino in fondo. Anche considerando il fatto che, ancor prima che per l’omicidio di mio padre, era stato condannato per quello di Massimo D’Antona (5 anni e 8 mesi per associazione sovversiva, ndr)»
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Se lo incontrasse per strada cosa gli direbbe?
«Assolutamente nulla, farei finta di niente e spero che non avvenga mai. Farei lo stesso se dovessero arrivare riduzioni di pena per gli altri brigatisti. È vero, loro sono stati condannati all’ergastolo, ma non si sa mai... Non ho mai voluto e non vorrò mai incontrare nessuno di loro, punto e basta. Hanno commesso crimini molto gravi o odiosi, la mia indifferenza nei loro confronti è totale».
Non vorrebbe nemmeno dirgli in faccia ciò che pensa di loro?
«A parte Cinzia Banelli, che adesso ha una nuova vita, nessuno si è mai pentito. Non vedo il motivo per cui io debba avere un qualche confronto con loro. Anche se si fossero pentiti non lo vorrei avere a prescindere». […]
OMICIDIO MARCO BIAGI omicidio di marco biagi 1