“I CORPI SEPOLTI DAL FANGO SONO PIETRIFICATI. TROVARE SUPERSTITI È DIFFICILE”LUCA ROSIELLO DIRIGE IL PRIMO CONTINGENTE DEI VIGILI DEL FUOCO ITALIANI ARRIVATI A DERNA, IN LIBIA, E RACCONTA IL DRAMMA CHE SI È TROVATO DAVANTI – L’ONU CREDE CHE IL MALTEMPO ABBIA CAUSATO ALMENO 30 MILA VITTIME. IL CEDIMENTO DELLE DUE DIGHE HA DISTRUTTO OLTRE 2200 EDIFICI, 250MILA PERSONE HANNO BISOGNO DI SOCCORSI URGENTI E GLI SFOLLATI POTREBBERO ESSERE 2 MILIONI – E IL CAOS POTREBBE FAR AUMENTARE LE PARTENZE VERSO LE COSTE EUROPEE...

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LE CITTA DI DERNA, IN LIBIA, DISTRUTTA DALLA TEMPESTA DANIEL

 

 

 

1-LIBIA, I CADAVERI IN MARE GLI SFOLLATI SONO 2 MILIONI SI TEME BOOM DI PARTENZE

Estratto dell’articolo di Francesca Pierantozzi per “Il Messaggero”

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Su Facebook hanno creato un profilo: i dispersi di Derna. Ogni post è un volto con un nome. Migliaia. Tantissimi sono bambini. Derna non riesce a contare i suoi morti, non trova i suoi sopravvissuti. Il tifone Daniel ha lasciato dietro di sé una città sepolta nel fango. Le autorità annunciano bilanci ogni volta diversi, sempre drammatici: 3 mila, 5 mila, diecimila morti.

 

L'altro ieri il direttore di un centro sanitario della vicina Al-Bayda, altra città semidistrutta, ha parlato di almeno 20 mila vittime. I dispersi sono molti di più: 30 mila ritiene l'Onu. Anche se nessuno è finora in grado di dire quanta gente davvero si trovasse nella regione della Cirenaica colpita dalla tempesta.

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Secondo l'Ocha, l'Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari, circa 900mila persone sono coinvolte e almeno 250mila hanno bisogno di soccorsi urgenti. Per l'Organizzazione Mondiale della Sanità, potrebbero essere circa due milioni gli sfollati. […] Il caos provocato dalla tragedia potrebbe ora provocare anche un boom di partenze dalle coste verso le rive europee del Mediterraneo.

 

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[…] Il pericolo è anche quello dell'acqua contaminata, con la maggior parte dei pozzi non utilizzabile. «Se la gente comincia a bere acqua contaminata, potremmo assistere a un'ondata secondaria di malattie e di vittime» ha messo in guardia l'Oms. Difficilmente comincia anche il conto dei danni: un primo censimento indica che solo a Derma sono oltre 2200 gli edifici totalmente distrutti, comprese quasi tutte le infrastrutture del porto. […]

 

Nonostante le allerte del servizio meteorologico libico che aveva previsto l'arrivo del ciclone Daniel sulla Cirenaica, nessuna allerta è arrivata alla popolazione, che avrebbe dovuto essere evacuata. «Avrebbero dovuto lanciare degli avvertimenti e procedere all'evacuazione degli abitanti delle zone a rischio - ha detto Taalas - avremmo potuto evitare la maggior parte dei morti». […]

 

2-«I CORPI SEPOLTI SOTTO IL FANGO SONO GIÀ TUTTI PIETRIFICATI È DIFFICILE TROVARE SUPERSTITI»

Estratto dell’articolo di Fr. Pier. “Il Messaggero”

 

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Non c'è più acqua, ma fango a Derna. «È lì sotto che sono le vittime. Purtroppo la speranza di trovare superstiti è minima»: Luca Rosiello dirige il primo contingente dei Vigili del fuoco italiani arrivati in Libia, una trentina di uomini per aiutare nelle operazioni di ricerca e soccorso dopo le devastazioni provocate dall'uragano Daniel. […]

 

Qual è la priorità? Trovare superstiti? La messa in sicurezza?

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«Parlare di messa in sicurezza è troppo presto, sulla speranza di trovare superstiti non voglio dire che è troppo tardi, perché non si molla mai. Le cifre di questi giorni parlano di tanti dispersi. La situazione che ci troviamo davanti è quella in cui l'acqua paradossalmente non c'è più.

 

Così come è arrivata a valanga, in un baleno, così molto velocemente si è ritirata. Lo scenario non è quello di un'alluvione, e anche il tipo di soccorso si deve adattare. Metri e metri di fango rendono le operazioni molto complicate. Anche le unità cinofile hanno difficoltà perché i cani non riescono a sentire. Il fango ha creato una sorta di tappo».

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È tornato il caldo, quindi la melma si solidifica?

«Sì. In molte parti della città il fango si è solidificato ed è duro come pietra. È difficile, ci troviamo in una situazione critica. In realtà il lavoro dei soccorritori è più vicino a quello necessario dopo un terremoto».

 

I bilanci che si susseguono sono sempre più drammatici. Migliaia di vittime. Ritiene che corrispondano alla realtà?

«Prevedere i numeri delle vittime è difficile, direi impossibile ora. Quello che posso dire è che questi alti numeri di dispersi fanno pensare al peggio. Sono già passati alcuni giorni, nelle condizioni che ho descritto, con questo fango solidificato, che ha praticamente "imbalsamato" alcuni quartieri della città, le probabilità di ritrovare persone in vita sono davvero poche». […]

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Ci sono immagini che mostrano corpi restituiti dal mare. È quello che vedete anche voi?

«Noi ci troviamo vicino al mare. Il fiume è di nuovo asciutto, si può attraversare a piedi, l'acqua è tornata ad essere quella delle maree. I corpi che si trovavano nell'acqua sono stati restituiti, gli altri sono ormai sepolti sotto al fango».

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