Partinico, i fotogrammi dell'orrore: ecco come Antonino Borgia ha ucciso Ana Di Piazza - video La Sicilia
Partinico, uccisa donna a coltellate: fermato l'amante
Michele Giuliano per il “Giornale di Sicilia”
Ana Maria Lacrimoara Di Piazza
«Era un violento, mi alzava le mani e per questo lo lasciai 20 anni fa». Parole come un macigno quelle di Michelle Arminio, 49 anni, ex moglie di Antonino Borgia, l'imprenditore di 51 anni di Partinico accusato dell'omicidio di Ana Di Piazza, la trentenne di Giardinello trovata senza vita in aperta campagna venerdì scorso, letteralmente massacrata da coltellate e bastonate. Borgia sarebbe stato anche più volte denunciato dall'allora consorte nel 1998 ma non vi fu mai un seguito giudiziario: «All'inizio del nostro rapporto era allegro, anche se vulnerabile ma con il tempo si è rivelato con il suo vero carattere - racconta la Arminio - sino a spingersi ad alzarmi le mani. Si è mostrato prepotente, irruento e poco riflessivo.
Quando chiedevo spiegazioni mi diceva "io sono un uomo e tu una donna". Lo denunciai per maltrattamenti e minacce ma tutto cadde in prescrizione». Dunque, anche se non ci fu mai un processo, il 51enne imprenditore avrebbe già mostrato questo suo lato caratteriale violento in passato secondo il racconto dell'ex moglie che dice di averlo lasciato proprio per questo motivo: «Rincasava tardi e quando chiedevo spiegazioni diventava violento - aggiunge ancora Michelle Arminio -. La sua famiglia a cui mi sono rivolta lo difendeva e lo giustificava. Quando ho capito che per me e mio figlio davanti c'era questo incubo mi sono separata. Avere delle amanti lo considerava normale. Scoprii che anche quando stava con me aveva altre relazioni.
antonino borgia uccide ana di piazza i fotogrammi delle telecamere di sorveglianza
Quando ho saputo dell'omicidio io e mio figlio siamo rimasti sconvolti, sapevamo di questo suo carattere irruento, ma non potevamo immaginare che sarebbe arrivato a tanto. Il mio pensiero lo rivolgo alla vittima e al bambino che portava in grembo». Gli amici della vittima, che lunedì sera hanno partecipato ad un corteo a Partinico contro il femminicidio in memoria anche di Ana, confermano che sapevano che fosse incinta ma la giovane non volle farsi aiutare: «Non abbiamo mai capito il perché fosse così schiva» racconta Giovanni Lodato, ex fidanzato della trentenne di Giardinello. Era proprio lui in testa al corteo partecipato da circa 200 persone che hanno sfidato il maltempo.
donna uccisa dall'amante a partinico 6
donna uccisa dall'amante a partinico2
ll serpentone si è snodato da piazza Municipio ed ha raggiunto piazza Garibaldi, passando da via Crispi e corso dei Mille. In piazza Garibaldi un piccolo momento di riflessione con il silenzio e poi una poesia letta proprio da Giovanni Lodato, apparso particolarmente scosso come le amiche che conoscevano Ana. La vittima è morta a causa di 10 coltellate che le sono state inferte lungo il busto e sul collo. In grembo aveva un bambino di tre mesi. Queste le prime evidenze emerse dall'esame autoptico sul corpo della povera ragazza. Tra 40 giorni sarà depositata la perizia medico-legale completa.
ana maria lacramioara di piazza 3
Nelle motivazioni che ieri hanno portato il Gip di Palermo a lasciare in carcere Borgia c'è proprio l'efferatezza del gesto. In pratica Ana ha sofferto le pene dell'inferno, come oltretutto confermato dal suo stesso assassino che ha raccontato ai carabinieri che la donna era «molto sofferente». Borgia ha avuto due diverse colluttazioni con la sua vittima: la prima davanti al cancello di un'abitazione in contrada Foce a Balestrate, dove già aveva accoltellato una prima volta Ana; la seconda qualche chilometro più avanti sulla statale 113 a Partinico dove la 30enne è stata finita con altre coltellate e con delle bastonate in testa.
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Nell'ordinanza dell'applicazione della misura cautelare in carcere il Gip Cristina Lo Bue evidenzia «la particolare efferatezza della condotta del Borgia, realizzata con inaudita violenza ed evidente crudeltà attraverso una pluralità di azioni, sempre più cruente, nell'arco di poche ore, determinando la prolungata agonia della donna».
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Tutto si sarebbe consumato nell'arco di pochi minuti. Messo con le spalle al muro, in seguito ai riscontri investigativi suffragati da alcuni testimoni e dalle telecamere di videosorveglianza di un villino in contrada Foce, l'imprenditore è crollato ed ha confessa tutto, anche il movente. In pratica ha raccontato ai carabinieri che l'amante l'avrebbe messo alle strette e che lo aveva minacciato di consegnarli soldi altrimenti avrebbe raccontato tutto alla moglie. A questo punto sarebbe scoppiata la violenta lite che si è sviluppata a due riprese con il tragico epilogo.
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