Alfio Sciacca,Cesare Giuzzi per il “Corriere della Sera”
RAGAZZE MOLESTATE TRENO PESCHIERA DEL GARDA
«Quando mi ha detto che era bloccata, che le stavano tutti addosso e non riusciva nemmeno a respirare sono impazzito mia figlia era in balia di gente senza scrupoli e io ero a casa, impotente. Se non fosse riuscita a scendere a Desenzano quelli non so cosa le avrebbero fatto».
Alberto è il papà di una delle due ragazze del Pavese che hanno denunciato, assieme a altre tre minori di Milano, di essere state molestale sul treno, dopo una giornata a Gardaland. Quattro giorni dopo ricostruisce tutto così minuziosamente da farti rivivere la sua angoscia di padre.
«Dal treno mi chiamava terrorizzata. Uno squillo, poche parole e cadeva la linea. Aveva paura che pensassero che stava chiamando la polizia. Parlava a monosillabi e riattaccava. Poi non rispondeva, quindi mandava un messaggio: "Papà siamo ammassati, non ci fanno scendere". L'ho implorata di spostarsi in un altro vagone e scendere alla prima fermata. E lei: "non riesco neanche a girarmi". A quel punto sono andato nel panico. Erano degli invasati e le potevano fare di tutto. Pensavo: magari saranno anche ubriachi... e se hanno dei coltelli...»
le ragazze molestate sul treno da gardaland
Ha avvisato le forze dell'ordine?
«L'ho fatto ed è stato un altro incubo. Ho chiamato prima i numeri della polizia ferroviaria di Peschiera, ma non rispondeva nessuno. Quindi ho telefonato al 112, e mi hanno passato i carabinieri di Peschiera. Gli ho spiegato cosa stava succedendo e mi hanno detto che non era di loro competenza e avrebbero chiamato la polizia ferroviaria. Al che gli ho urlato: "ma è questo il modo di gestire un'emergenza?"».
Dopo cosa ha fatto?
«Non mi è rimasto che mettermi in macchina. Mezz' ora dopo mi chiamano i carabinieri dicendomi che stavano mandando le pattuglie a Peschiera. Peccato che mia figlia intanto era già riuscita a scendere, ma a Desenzano»
Quindi erano già al sicuro?
«Mi ha chiamato quando io ero ancora in strada. Al telefono piangeva. Gli ho detto: "Restate in gruppo, andate in un posto affollato". Al mio arrivo le ho trovate tutte cinque in un bar. Tremavano ancora per la paura».
Cosa le hanno raccontato?
«Che si sono sentite in trappola, braccate, senza l'aiuto di nessuno. Le toccavano, dicendo: "Donne bianche voi non potete stare qui.. siete delle privilegiate". Quando una di loro ha avuto l'attacco di panico ed è svenuta loro si sono tolti la maglietta per farle aria, intanto le si avvicinavano al viso dicendo "I love you". Alla fine si sono salvate solo grazie a un ragazzo, anche lui di colore, che è riuscito a farsi largo tra la folla a spintoni consentendo alle ragazze di aprire le porte».
Lei è in collera anche con le Ferrovie...
«Di più. In questa vicenda hanno una grossissima responsabilità. Era evidente quello che stava succedendo con quella gente che aveva già bloccato l'alta velocità. Erano tutti ubriachi e violenti. In quelle condizioni non dovevano assolutamente far partire quel treno fuori controllo»
Ma sua figlia perché è salita?
«Mi ha detto che quando sono arrivate loro in stazione c'era casino, ma erano ancora in pochi. La marea umana è arrivata quando erano già a bordo e quindi sono rimaste intrappolate».
Come sta ora sua figlia?
«È ancora traumatizzata, quando ne parla piange. Pensi: era la prima volta che andava in gita da sola con la sua amica, che come lei ha 17 anni. Appena l'ho riabbracciata la prima cosa che mi ha detto è stata: "In vita mia non prenderò mai più un treno"».
Riconoscerebbe chi l'ha molestata?
«Non lo so. Dice che parlavano italiano e racconta che erano cosi pigiati tra loro che sembravano tutti uguali».
Avete avuto qualche esitazione prima di denunciare?
«Confesso che ci abbiamo pensato un po' con gli altri genitori. Poi ci siamo detti: "Alle nostre figlie è andata bene, ma ad altre ragazze è andata o potrebbe andar peggio. È giusto che facciamo il nostro dovere di cittadini". Non possiamo abbassare la testa. C'è anche bisogno che se ne parli per evitare che cose del genere, o anche più gravi, accadano ancora ad altre ragazze come mia figlia».
ressa di ragazzi sul treno per peschiera