Mario Giordano per la Verità
Il Bambin Gesù si è detto disposto ad accogliere Charlie. Lo ha dichiarato il presidente dell' ospedale di proprietà della Santa Sede, Mariella Enoc, rispondendo di fatto all' appello lanciato dalla Verità. «Ho chiesto al direttore sanitario di verificare se vi siano le condizioni per un trasferimento di Charlie presso il nostro ospedale». Proprio così. Pochi minuti prima, l' Osservatore Romano aveva pubblicato sulla prima pagina le parole del Papa, che sembravano anch' esse una risposta al nostro appello.
Di sicuro un deciso passo avanti rispetto al freddo tweet di venerdì scorso, a cominciare dal fatto che lo ha chiamato con il nome di battesimo. «Seguo con affetto e commozione la vicenda del piccolo Charlie Gard ed esprimo la mia vicinanza ai genitori», ha detto per bocca del direttore della sala stampa vaticana. Aggiungendo che non bisogna «trascurare il desiderio dei genitori di accompagnare e curare sino alla fine il proprio bimbo». Il desiderio dei genitori. Sino alla fine. Avete capito bene.
Ma non è tutto. Pochi minuti prima del presidente del Bambin Gesù, era intervenuto anche Donald Trump: il presidente degli Stati Uniti d' America si è detto «felicissimo» di aiutare Charlie «insieme con il Papa». E domenica si era mossa anche la Cei, la Chiesa italiana. Il direttore della Pastorale della Salute, don Carmine Arice, intervistato nella rubrica Stanze vaticane di Tgcom24, aveva detto: «Sono certo che le strutture cattoliche, come il Gemelli o il Bambin Gesù, sono ben disposte ad accogliere Charlie». E poi ha aggiunto: «Da parte della comunità cristiana non c' è solo una dichiarazione di solidarietà, c' è anche un intento concreto, per quanto permesso di fare. E qualora i genitori chiedessero un aiuto concreto, siamo pronti ad offrirlo».
Chi l' avrebbe detto? Quando l' altro giorno abbiamo avuto l' ardire di scrivere una lettera aperta al Papa non potevamo immaginare che tutto si sarebbe smosso così. L' idea è stata del direttore editoriale di questa testata, Stefano Lorenzetto, io mi sono limitato a condividerla con il cuore e con la penna. Pensavamo di lanciare il sasso in uno stagno. Invece è successo un piccolo miracolo: lo stagno ha risposto. Anzi, no: hanno risposto tutti. Il Papa, la Cei, il presidente degli Stati Uniti, e il Bambin Gesù, l' ospedale dove si possono trovare le migliori cure possibili (non è forse l' eccellenza europea in campo pediatrico? Non ha collegamenti con tutti i centri ricerca del mondo?).
E dove, se le cure non servissero, Charlie potrebbe morire secondo principi morali e nel rispetto della vita. Non secondo i freddi parametri della Dea scienza o secondo i formalismi di qualche codice da azzeccagarbugli. Circondato dall' affetto e dall' umanità che merita. E magari pure con una carezza del Papa in quell' ultimo istante fatale. Sarebbe una piccola, grande vittoria, pur nella tragedia che rimane immensa. Non solo perché si dimostra che quando si crede in qualcosa si possono smuovere davvero le montagne, anche quelle del Vaticano. Ma anche perché si metterà un freno a una deriva pericolosissima.
Siamo convinti, infatti, che mandare a morire in questo modo così disumano un bimbo di 10 mesi non è solo un orrore: è anche, e forse è peggio, un errore. Se passa infatti il principio che sono i giudici e i ragionieri a decidere chi ha diritto a vivere e chi no, in base ai principi del diritto e dell' economia e non a quelli dell' umanità, ebbene ci prepariamo a un futuro devastante in cui sarà messa in discussione l' esistenza di tutti: malati, disabili, anziani e in genere i deboli, quelli che non è più conveniente curare Dunque avanti, caro Chris e cara Connie, avanti cari genitori di Charlie. Ora tocca a voi. Se chiedete aiuto, ve lo offrono. Sono obbligati a farlo.
L' ha detto il capo della sanità della Chiesa italiana, l' ha detto (soprattutto) papa Francesco, l' ha detto il presidente degli Usa e l' ha detto il presidente del Bambin Gesù. Tutti pronti ad aiutarvi. E allora che aspettate? Avanti, prima che sia troppo tardi. Fatelo subito. Usate la tregua che vi è stata concessa dentro la sofferenza del vostro bimbo e chiedete di spostarlo. Ora non potranno negarvelo, non potranno dire di no a un trasferimento al Bambin Gesù, a una carezza del Papa, a una parola di conforto in un ospedale dove la vita fino all' ultimo conta più della morte.
E persino più dei bilanci economici. Chiedete aiuto, avanti. Fatelo subito e ci riusciremo, il miracolo si compirà, Charlie sarà portato nell' ospedale del Vaticano e grazie a lui metteremo un tassello importante nella difesa dei valori di questo nostro malandato mondo. Dimostrando così che nessuna esistenza è inutile. Neppure quella di questo piccolo giornale. Figurarsi quella del vostro bimbo.
charlie gard 3 BAMBINO GESU' ROMA PAPA FRANCESCO BERGOGLIO charlie gard 2