“W LA FICA” - A LATINA, DURANTE IL GAY PRIDE, UN ETERO ORGOGLIOSO ESPONE LO STRISCIONE CHE INNEGGIA ALLA PATATA E I CARABINIERI VANNO A CASA SUA INTIMANDOGLI DI TOGLIERLO - LUI SI DIFENDE: “NON SONO UN OMOFOBO MA POSSO ESSERE LIBERO DI ESPRIMERE I MIEI GUSTI? VIVIAMO IN UN MONDO RICCO DI IPOCRISIE...”

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Claudio Cartaldo per www.ilgiornale.it

 

STRISCIONE W LA FICA A LATINA DURANTE IL GAYPRIDE STRISCIONE W LA FICA A LATINA DURANTE IL GAYPRIDE

Una provocazione, è chiaro. In città si stava svolgendo il gay pride, la rivendicazione dell'orgoglio omosessuale, e lui ha deciso di rivendicare la sua eterosessualità in maniera a dir poco particolare: ha appeso uno striscione alla finestra con tre semplici parole: "W la F...".

 

I carabinieri questa mattina, come riporta il sito Latina24ore, hanno bussato alla porta di un "noto imprenditore" di Latina, intimandogli di togliere quello striscione. Lui, in una mail alla redazione del quotidiano locale, ha precisato la sua posizione: "Carabinieri a casa di un noto imprenditore di Latina. Quello che ha esposto fuori dal suo balcone è una nota frase conosciuta sin dai banchi di scuola. “W la F…”. L’imprenditore ha voluto provocare una reazione in merito al gay pride in svolgimento oggi a Latina".

gay pride sud america 29 gay pride sud america 29

 

Poi continua: "Non sono un omofobo, ho voluto solo riaffermare i miei gusti sessuali provocatoriamente. Comprendo la frase di impatto forte, ma a quale impatto stiamo andando incontro noi stasera? Posso essere anche io libero di esprimere i miei gusti sessuali? Niente è banale, la mia azione provocatoria è per sottolineare il fatto che viviamo in un mondo ricco di ipocrisie. Che differenza c’è fra un gay e un etero? Nessuna!

 

Perché dobbiamo creare minoranze? I gusti sessuali fanno parte di una sfera personale. Perché farne una manifestazione? Il sistema politico, sociale e culturale oggi è provocatorio, e induce all’omofobia. Io non ci sto e per una parità di “genere” ho voluto dire la mia. Purtroppo è durata poco la mia libertà, mi hanno costretto con le buone maniere a togliere il mio manifesto. In un paese che si definisce libero mi è sembrato tutto così strano…". Firmato: "liberi di ssere". E già in città di fa la gare a capire chi sia l'anonimo "noto imprenditore".

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