“GIANCARLO MIOTTO CI HA VIOLENTATE NELLA SUA VILLA” - LE DUE COLF CONTRO IL PETROLIERE 80ENNE - GLI ABUSI SAREBBERO AVVENUTI NELL’ABITAZIONE DI MOGLIANO DOVE VIVE L’UOMO CHE E’ STATO ARRESTATO - LA PROCURA DI TREVISO HA CHIESTO DI PROCESSARLO CON UN’ACCUSA PESANTISSIMA: VIOLENZA SESSUALE AGGRAVATA – “HO LE PROVE”, DICHIARA UNA DELLE COLF MOSTRANDO DELLE CHAT E UN VIDEO CHE RITRAE UNO DEI PESANTISSIMI APPROCCI CHE AVEVA SUBITO DA PARTE DEL PETROLIERE…

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Andrea Priante per https://corrieredelveneto.corriere.it

 

Il petroliere Giancarlo Miotto, 80 anni compiuti tre mesi fa, è stato denunciato da due delle colf che si occupavano della sua villa a Mogliano Veneto e ora la procura di Treviso ha chiesto di processarlo con un’accusa pesantissima: violenza sessuale aggravata.

villa Giancarlo Miotto villa Giancarlo Miotto

 

«Ho le prove»

Gli abusi ai quali avrebbe sottoposto le domestiche si sarebbero ripetuti per mesi, a cavallo tra il luglio del 2020 e il 7 gennaio del 2021. Stando alla versione di una delle presunte vittime, quest’ultima data coincide con la sua «fuga» dalla villa, in seguito alla quale si è prima rivolta a un centro antiviolenza e poi all’ufficio vertenze della Cgil di Mestre.

 

Per il sindacato doveva trattarsi di avviare una «banale» causa di lavoro, visto che la domestica lamentava di non aver ricevuto le ultime buste paga. Ma in seguito, la donna ha confidato ciò che sarebbe stata costretta a subire. «Ho le prove» aveva aggiunto mostrando delle chat e un video che ritrae uno dei pesantissimi approcci che aveva subito da parte dell’anziano petroliere.

 

Giancarlo Miotto Giancarlo Miotto

Non solo: «Ho saputo che un’altra collega si è dimessa dopo aver subito violenza». E così si era fatta avanti anche la seconda vittima. Entrambe le donne – di 36 e 41 anni, di origini filippine – sono state quindi messe in contatto con gli avvocati di riferimento del sindacato e hanno sporto denuncia contro l’ex datore di lavoro.

 

Che non è uno qualsiasi: per molto tempo Miotto è stato considerato uno dei «potenti» del Veneto, oltre che imprenditore petrolifero tra i più noti del settore. È stato a capo di un piccolo impero costruito negli anni Cinquanta, la «Miotto Generale Petroli», con sede a Venezia, che fino al 2015 raggiungeva fatturati vicini ai 250 milioni di euro. Poi il declino, probabilmente legato ad alcune operazioni andate male che hanno spinto la società fino al concordato fallimentare.

 

villa di giancarlo miotto. villa di giancarlo miotto.

 

«Almeno in 10 occasioni

Ora la nuova grana, per la quale rischia di dover rispondere in tribunale. Una delle domestiche ha raccontato «almeno dieci occasioni» in cui il petroliere l’avrebbe invitata a seguirlo in una stanza della villa, chiudendo la porta a chiave. E lì l’avrebbe palpeggiata e, «trattenendola con le braccia», costretta a subire rapporti sessuali. L’altra filippina ha invece denunciato quattro episodi – avvenuti nel settembre del 2020, tre mesi dopo la sua assunzione come domestica nella villa di Mogliano – tutti molto simili a quelli ricostruiti dalla collega.

 

Anche sulla base del video e delle chat, la procura di Treviso ritiene credibili le testimonianze al punto da aver chiuso le indagini dopo aver ascoltato, nel corso di un drammatico incidente probatorio, le due colf filippine. E nei giorni scorsi ha avanzato la richiesta di rinvio a giudizio dell’anziano, sulla quale dovrà esprimersi il giudice. Non solo: emerge che, considerata la gravità delle accuse, nella primavera del 2021 Miotto è stato portato in carcere dove è rimasto per circa una settimana prima che gli fossero concessi i domiciliari a Mogliano, nella stessa villa dove sarebbero avvenuti gli abusi.

giancarlo miotto 1 giancarlo miotto 1

 

Sempre più abusi

In questi mesi i suoi difensori non sono rimasti con le mani in mano: pare sia già stato raggiunto un accordo economico per il risarcimento delle presunte vittime, che a questo punto rinuncerebbero a costituirsi parte civile nell’eventuale processo.

 

GIANCARLO MIOTTO GIANCARLO MIOTTO

Mirco Ferrarese della Cgil non vuole entrare nel merito dell’inchiesta, ma avverte: «Capita sempre più di frequente di imbatterci in lavoratrici e lavoratori costretti a subire ogni genere di abusi da parte dei loro diretti superiori. La strada per uscirne, come dimostra questo episodio, può essere soltanto una: denunciare i responsabili». È un periodo turbolento per il petroliere.

 

Il suo nome era tornato sulle prime pagine dei giornali lo scorso novembre, ma quella volta la vittima era lui. Quattro uomini, due dei quali armati, erano entrati nella sua abitazione minacciando lui, la moglie e la figlia: «O mi apri o sequestro la bambina», avrebbe urlato uno dei criminali. La banda era così riuscita a svaligiare sia la cassaforte al piano superiore che quella nel caveau, portando via gioielli, denaro e orologi preziosi per un valore stimato in quasi un milione di euro.

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