“IL 2 GIUGNO? E’ IL GIORNO DELLA NOSTRA CASSA INTEGRAZIONE” - LA STRAORDINARIA VITA DI AMEDEO DI SAVOIA - HITLER AVREBBE VOLUTO INSEDIARLO SUBITO, APPENA NATO, COME RE DELLA REPUBBLICA DI SALÒ - LA MADRE FECE PRENDERE LE IMPRONTE DIGITALI AL BAMBINO, PER TIMORE CHE LO RAPISSERO - LA PRIGIONIA IN UN CAMPO DI CONCENTRAMENTO IN AUSTRIA: “MANGIAVAMO SOLO RAPE” - LE LETTERA ALLA REGINA ELISABETTA, I SEDICI TATUAGGI, IL PIANO DI IMBARCARSI SU UNA NAVE DI GREENPEACE, IL DAMMUSO A PANTELLERIA, LA DISPUTA SUL COGNOME PORTATA IN TRIBUNALE…

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1 - IL SAVOIA CHE DOVEVA ESSERE RE

Vittorio Sabadin per “la Stampa”

 

amedeo e aimone di savoia aosta amedeo e aimone di savoia aosta

Nel 75° anniversario della cacciata dei suoi parenti dal trono d' Italia è morto Amedeo di Savoia, duca d' Aosta. L' anniversario del 2 giugno lo aveva battezzato «Il giorno della nostra cassa integrazione»: lo seguiva sempre in tv, gli piacevano le parate militari. Amedeo era nato il 27 settembre 1943, tre settimane dopo l' armistizio dell' 8 settembre. Era figlio di Aimone di Savoia Aosta, un ammiraglio che aveva servito in due guerre mondiali, e di Irene di Grecia, seconda figlia di re Costantino.

 

La madre era a Villa Cisterna, la residenza di famiglia a Firenze, quando gli Alleati sganciarono alcune bombe. Mentre correvano tutti in cantina una contadina scivolò e la fece cadere dalle scale: Amedeo nacque prematuro, con un mese di anticipo. Quando, dopo un anno,pronunciò le prime parole, erano in francese.

amedeo di savoia aosta amedeo di savoia aosta

 

Hitler avrebbe voluto insediarlo subito come re della Repubblica di Salò per fare in modo che l' Italia avesse un re del Nord come lo aveva del Sud, dopo la fuga da Roma di Vittorio Emanuele III. Ma la principessa Irene si era opposta con tutte le sue forze: «Dovrete passare sul mio cadavere - fece sapere - prima che mio figlio diventi re. C' è già un re, ed è pure un nostro parente».

 

La madre fece prendere le impronte digitali al bambino, per timore che lo rapissero.

Amedeo le aveva conservate, ma non ha voluto mai controllare se corrispondessero alle sue. Avrebbe dovuto anche diventare re di Croazia succedendo al padre, messo sul trono dal Führer e da Mussolini. Aimone preferiva però la vita in mare e a Zagabria non andò mai. Meglio così: come successore, Amedeo avrebbe assunto per legge il buffo nome di Zvonimiro, e sai poi le prese in giro in Toscana.

 

amedeo di savoia aosta amedeo di savoia aosta

Aveva otto mesi quando, per ordine di Heinrich Himmler, venne trasferito con la madre e le cugine vicino al campo di concentramento di Hirshegg, in Austria. «Eravamo ostaggi - ha raccontato - Non ci trattarono male come tutti gli altri, ma non certamente bene. Vivevamo in una casa a 1400 metri di altitudine. Mangiavamo solo rape. Nevicava tutto l' inverno ed eravamo senza riscaldamento». C' era un ordine di fucilazione con i loro nomi, ma senza data. Quando aggiunsero la data, l' ufficio postale venne bombardato e l' ordine non giunse mai. Li salvarono poi i soldati di De Gaulle, arrivati con gli americani.

 

Se nel 1946 gli italiani avessero scelto la monarchia e non la repubblica, Amedeo sarebbe diventato re. Vittorio Emanuele, figlio dell' ultimo sovrano, Umberto II, ha infatti sposato Marina Doria senza chiedere il permesso al padre, perdendo così, secondo molti esperti chiamati a dirimere la questione, il diritto al titolo e all' eredità.

principi amedeo e silvia principi amedeo e silvia

 

Ma Vittorio Emanuele non è d' accordo, e gli scontri con il cugino Amedeo hanno riempito per anni molte pagine dei settimanali. Al matrimonio di Felipe di Spagna con Letizia, nel 2004, si era fatto di tutto per tenerli separati. Ma al momento di aspettare le auto, Amedeo si era avvicinato tendendo la mano e il collerico Vittorio Emanuele aveva risposto sferrandogli a freddo un pugno sul naso. Vittorio lo aveva anche denunciato, intimandogli di non usare il cognome Savoia e minacciando di chiamare i suoi maiali Savoia-Aosta.

Amedeo aveva sedici tatuaggi e progettava di farsene altri.

 

amedeo amedeo

Parlava a voce alta, roboante, da ufficiale di marina. Viveva in una casa di campagna nella tenuta del Borro, vicino ad Arezzo. Custodiva decine di ricordi: la spada di Vittorio Emanuele II, una bandiera regalata dal cugino re Juan Carlos, altre memorabilia di parenti come lo zar Nicola II, Cristiano IX di Danimarca, o la trisnonna Vittoria del Regno Unito.

Era il capo riconosciuto di casa Savoia e si batteva da anni per riabilitarne la memoria: «Le leggi razziali - diceva - e la dichiarazione di guerra sono punti negativi. Ma il re era colpevole come la maggioranza degli italiani, e non era fascista. Nessuno ricorda mai che la famiglia reale ha avuto dieci prigionieri di guerra e due vittime: mio zio Amedeo e Mafalda di Savoia, morta nel campo di Buchenwald».

amedeo e silvia savoia d'aosta amedeo e silvia savoia d'aosta

 

Aveva fatto quasi il giro del mondo in continui viaggi da solo o con la seconda moglie, Silvia Paternò di Spedalotto: gli mancava solo il Polo Sud. Progettava di imbarcarsi su una nave di Greenpeace per contribuire ancora alla causa ecologista e difendere le balene. E' morto in ospedale per le complicazioni di un intervento a un rene che sembrava riuscito.

 

Lascia tre figlie, una avuta da una relazione extraconiugale, e l' erede Aimone, nuovo duca di Savoia e nuovo Capo della Real Casa. Di tutti i parenti che aveva nei palazzi reali europei, apprezzava in modo particolare la regina Elisabetta, sua lontana cugina.

A 10 anni era andato alla sua incoronazione ed era sempre invitato a nozze, funerali e ricevimenti dei Windsor. Raccontava di avere scritto spesso ai presidenti del Consiglio italiani e che nessuno aveva mai risposto. Elisabetta, invece, gli rispondeva sempre in 24 ore.

amedeo di savoia passaporto amedeo di savoia passaporto

 

2 - LA SUA PANTELLERIA TRA FESTE E CACTUS

F.M. per “il Messaggero”

 

Aveva sedici tatuaggi e undici nipoti. Era un uomo di molteplici interessi, già presidente dell' Erbario di Palermo e della Riserva Naturale dell' Isola di Vivara. Anticonformista, ufficiale di Marina e viaggiatore senza sosta, Amedeo d' Aosta aveva una grande passione per l' isola di Pantelleria, la sua incantevole oasi familiare con vista sul Mar Mediterraneo.

 

amedeo di savoia amedeo di savoia

Il suo dammuso, nella zona di Scauri, era sempre aperto per il gruppo di amici che lo ricordano con affetto. Fra questi, Eleonora Brown, l' attrice classe '48 di origini italo-statunitensi che divenne celebre, a soli undici anni, interpretando Rosetta, ne La Ciociara. Fu scelta personalmente da Vittorio De Sica che la richiamò nel '61 anche per Il giudizio universale.

 

LE ESTATI «Siamo costernati dice al telefono mentre la voce si rompe per la commozione non stava bene ma nessuno si aspettava questo doloroso epilogo. Mi creda, ho perso più di un fratello, un uomo sensibile, colto, intelligente, un vero signore che sapeva sciogliersi in una risata e si mostrava sempre sincero, senza superbia».

 

amedeo d'aosta amedeo d'aosta

Il ricordo viaggia sulle ali del sentimento alle estati in comune, «ci conoscevamo da dieci anni, il suo dammuso è meraviglioso. Adorava aprirne le porte, mostrare il suo giardino e tutte le sue piante grasse, una ad una. Le ha raccolte in tutto il mondo, sono dei veri e propri monumenti, ne andava fiero e malgrado i pungiglioni, gli piaceva accarezzarle, prendersene cura. E un giorno, ricordo, accolse le socie del Garden Club di Roma per mostrarle. Fu un vero trionfo, il suo giardino è l' eden».

 

aimone di savoia irene di grecia aimone di savoia irene di grecia

E poi, il pensiero vola alla moglie - «Silvia è una donna meravigliosa gli è stata sempre vicina, la miglior moglie che un uomo possa desiderare» - e agli interessi in comune, su cui trionfano ancora la botanica e la lingua.

 

«Gli piaceva parlarmi in inglese, con quell' accento da famiglia reale inglese, ricercato e fluido» e ancora, ritorna il legame fortissimo con l' isola: «Pantelleria è un' isola particolare, non tutti la capiscono. Amedeo era uno di noi, apriva il suo dammuso al nostro ristretto gruppo di amici in cui c' era sempre grande attenzione alla privacy. Questo era il nostro paradiso in terra e lui era vero signore».

AMEDEO DI SAVOIA AMEDEO DI SAVOIA

 

Nella ristretta cerchia di amicizie isolane c' è anche l' archistar milanese Gabriella Giuntoli che raggiunta al telefono, lo ricorda così: «Amedeo è stato un uomo sensibile e gentilissimo, senza ombra di dubbio la cosa più bella che ci abbia lasciato la monarchia italiana.

 

Il suo dammuso prosegue Giuntoli non è monumentale ma curato nei minimi dettagli e quando festeggiava il compleanno, gli piaceva aprire le porte di casa agli amici, a coloro che davvero gli volevano bene per condividere una serata, la gioia di un sorriso, un ricordo felice». Ascoltando gli amici, traspare una figura antitetica rispetto ai ritratti e ai formalismi, lasciando affiorare «una straordinaria umanità, una generosità conclude l' architetto fatta di piccoli gesti. Era un uomo squisito, ci mancherà. E non è la solita frase fatta».

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