“HANNO SPARATO DENTRO CASA MIA, SONO SCAPPATO DA NAPOLI” – A “VERISSIMO” NINO D’ANGELO RACCONTA IL MOTIVO CHE L’HA SPINTO AD ABBANDONARE LA SUA CITTÀ: “VOLEVANO I SOLDI: È STATA UN’ESTORSIONE, UNA COSA VOMITEVOLE. PIÙ CHE SPAVENTATO, MI SONO OFFESO. MIA MOGLIE HA AVUTO MOLTA PAURA ED È STATA LEI A VOLER CAMBIARE CITTÀ…”

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Da "www.leggo.it"

 

NINO D'ANGELO NINO D'ANGELO

Il dramma di Nino D'Angelo a Verissimo: «Hanno sparato dentro casa mia, sono scappato da Napoli». Ospite sabato 13 novembre di Silvia Toffanin, il cantante ricorda commosso il momento in cui ha dovuto lasciare la sua città.

 

Nino D’Angelo, ospite sabato 13 novembre a Verissimo, ricorda commosso il momento in cui ha dovuto lasciare la sua Napoli: «Quella scelta mi ha fatto molto male perché non mi aspettavo di avere a che fare con la brutta gente di Napoli, che per fortuna è una piccola parte. È stato il momento più brutto della mia vita. Però l’ho affrontato, ora mi divido e vivo un po’ a Roma e un po’ a Casoria».

 

nino d'angelo nino d'angelo

A Silvia Toffanin che gli chiede il motivo di questa decisione, il cantante spiega: «Hanno sparato dentro casa mia perché volevano i soldi: è stata un’estorsione, una cosa vomitevole. Più che spaventato, mi sono offeso perché non avevo preso niente a nessuno e ho sempre aiutato chi aveva bisogno. Mia moglie invece ha avuto molta paura ed è stata lei a voler cambiare città. E io non potevo perdere la mia famiglia».

 

NINO D'ANGELO E MARADONA NINO D'ANGELO E MARADONA

D’Angelo, infine, confessa le difficoltà provate durante la pandemia, un periodo che l’ha segnato ma che ora sembra alle spalle anche grazie all’uscita del suo nuovo album Il poeta che non sa parlare: «Vivere in modo improvvisato non è vivere. Il primo lockdown l’ho vissuto molto male, non avevo alcuna intenzione di scrivere canzoni. Pensavo solo a far stare bene la famiglia, soprattutto i miei figli. Poi ho visto il murales che mi hanno dedicato e quel gesto mi ha spronato a fare questo disco che è stato il più difficile della mia carriera. Scrivere di vita quando vicino a te c’è la morte è complicato».

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