Margherita De Bac per il "Corriere della Sera"
«Tempo due-tre settimane e conosceremo gli effetti dei comportamenti tenuti tra Natale e Capodanno. Ho l' impressione che molti si siano lasciati andare e speriamo che i numeri ci smentiscano».
Per Francesco Le Foche, immunologo-allergologo del Policlinico Umberto I, che si basa sull' osservazione di quanto è accaduto in questi giorni di festività, la gente ha avuto un atteggiamento bifronte: «Da una parte ci si è rilassati di fronte alla prospettiva di potersi vaccinare e quindi riconquistare finalmente la libertà».
CORONAVIRUS - VACCINAZIONI A ROMA
E dall' altra?
«C' è una percentuale di dubbiosi ed esitanti sorretti da convinzioni che vanno smontate e rischiano di allontanare dalla profilassi, anche se credo che alla fine prevarrà il buonsenso. Questi vaccini sono sicuri e dobbiamo essere felici di poterli utilizzare su noi stessi. I vaccini del futuro saranno basati sulle stesse tecniche, l' Rna messaggero, che porteranno grandi novità nel campo dell' oncologia».
Come convincere gli esitanti?
«Non è stato compreso l' immenso valore della scoperta. In questi vaccini non ci sono particelle virali che possono causare reazioni avverse, a parte quelle banalissime.
Viene semplicemente mandata un' informazione genetica alle nostre cellule con un messaggio che però si ferma sulla membrana esterna e non interferisce col Dna umano».
Si scoprirà l' esistenza di troppi no vax?
«I veri ostili al vaccino sono in netta minoranza. La stragrande maggioranza della popolazione contraria può essere persuasa con una buona campagna di informazione.
Ecco, quello che manca è un' informazione di cui non diffidare».
Ha l' impressione che in questi giorni le regole non siano state osservate?
«Temo che non tutti abbiano percepito il rischio di riunirsi in privato con gli amici senza mantenere la protezione della mascherina e il distanziamento. Il fatto di conoscere chi incontriamo non significa che non siano involontariamente dei contatti pericolosi. Stiamo attenti anche nelle situazioni in apparenza più sicure».
Perché è importante tenere a mente queste regole?
«Allentare l' attenzione adesso sarebbe come entrare in una situazione difficile da gestire per il servizio sanitario. Medici e infermieri devono dedicarsi al sostegno organizzativo della campagna e con troppi malati da assistere sarebbero distolti dall' obiettivo primario. Oltre al rischio che una nuova ondata di ricoveri renda difficile a loro stessi fare la profilassi. In altre parole, per avere il massimo risultato dalla vaccinazione dobbiamo cercare di tenere a bada il virus».
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Lei s' è vaccinato?
«Sì, il 31 dicembre. Ho provato felicità e senso di libertà. Al Policlinico le inoculazioni vanno avanti rapidamente e c' è alta adesione da parte del personale sanitario. Non sono state segnalate reazioni avverse al di là di un indolenzimento sul braccio».
Continua a indossare la mascherina?
«Certo. Sarò immune solo dopo aver ricevuto la seconda dose e comunque è un dovere civile rispettare le regole fino a quando non ci diranno che il virus ha una circolazione compatibile con la ripresa dei normali rapporti sociali. La prudenza continuerà ad essere la nostra difesa principale fino al raggiungimento dell' immunità di gregge».
È d' accordo sul mantenimento di zone rosse e arancioni?
«Sì, in queste settimane circola anche l' influenza, non rischiamo».
Lo sci è sicuro?
«Sì, se ci fosse la certezza della rigorosa osservanza alle regole previste negli appositi protocolli».
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