Enrico Lupino per “il Messaggero”
«Ho visto la ragazza senza slip e sono andata a rivestirla». Si chiude con l’ultima testimonianza l’incidente probatorio della tragica vicenda di Desirée Mariottini, la 16enne originaria di Cisterna di Latina uccisa, secondo l’accusa, dopo essere stata violentata in gruppo al culmine di una nottata a base di droghe negli spazi degradati dello stabile abbandonato in via dei Lucani a San Lorenzo.
DESIREE MARIOTTINI - LO STABILE DI VIA DEI LUCANI
Quella serata fra il 18 e il 19 ottobre dello scorso anno insieme ai quattro imputati di omicidio aggravato e violenza sessuale di gruppo (Mamadou Gara detto Paco, Brian Minteh, Alinno Chima, Yusif Salia) vicino al materasso dove la minorenne fu ritrovata ci sarebbero state altre persone. Fra queste anche la teste, anche lei frequentatrice dell’edificio abbandonato, chiamata a lasciare la sua deposizione dal procuratore aggiunto Maria Monteleone e dal sostituto Stefano Pizza.
«Ero l’unica donna», avrebbe ricordato in aula la terza protagonista dell’incidente probatorio fra le lacrime. E proprio lei sarebbe andata incontro alla giovanissima ragazza rimettendole quanto le sarebbe stato tolto prima dai suoi aguzzini che erano intorno a lei. «Avevo visto che non si sentiva bene» avrebbe poi aggiunto dicendo di aver chiamato i soccorsi per tentare di salvare la vita della minorenne.
Dopo il colpo di scena della prima udienza, dove la difesa di Yusif Salia aveva presentato denuncia per abbandono di minori all’indirizzo dei genitori di Desiree, si attende ora l’ultimo atto che precederà la decisione del giudice. Il 16 novembre prossimo infatti saranno chiamate le difese a dire la loro sulla attendibilità dei testi e sulla richiesta di rinvio a giudizio.
Poi sarà il gup Clementina Forleo a pronunciarsi su quanto dibattuto dalle parti. A distanza di quasi un anno dall’arresto degli imputati infatti, i termini per la scarcerazione si avvicinano. Un’evenienza che i pubblici ministeri della procura capitolina, e i familiari della giovanissima vittima, certo non vedrebbero come positiva.
Desiree Mariottini, secondo i pm, quella notte di ottobre è stata uccisa «usandole violenza mediante costrizione delle braccia e delle gambe». E i suoi aguzzini la avrebbero costretta a subire «ripetuti rapporti sessuali» anche quando aveva perso conoscenza. Per l’accusa inoltre i responsabili avrebbero fatto in modo da «conseguire l’impunita nel delitto di violenza sessuale di gruppo».
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