Francesco Grignetti per “La Stampa”
Il direttore operativo per le emergenze della Protezione civile, Luigi D'Angelo, alcuni giorni fa s' è precipitato a Stromboli, perché era lì l'emergenza, visto il fiume di fango che ha investito il centro abitato.
Qualche settimana prima era alla Marmolada, dove s' è staccata una valanga rovinosa. Ieri ha coordinato la riunione tra le regioni del Centro-Nord flagellate dal maltempo e dalle trombe d'aria. Una pallina da flipper. Ma così è l'Italia, ormai: una litania di disastri ambientali. «Siamo un Paese fragile, sa», sospira. Ed è evidente che sulle nostre fragilità i fenomeni meteorologici estremi hanno un impatto ancora più devastante.
Direttore D'Angelo, una giornata drammatica, con morti e feriti.
«E purtroppo non è finita. Ci sarà una coda di maltempo nella giornata di domani (oggi per chi legge, ndr), localizzata nelle regioni del Nord-Est e del Centro. Intanto siamo impegnati anche con gli incendi in Sicilia.
In 24 ore ci sono stati 21 interventi, con i Canadair e i grossi elicotteri della flotta aerea nazionale, in appoggio alle forze regionali. L'Italia più che mai è spaccata in due: al Centro e al Nord c'è l'acqua, al Sud c'è il fuoco favorito dal caldo intenso, la siccità, la vegetazione secca».
Voi della Protezione civile avevate lanciato l'allarme con il bollettino meteo. Ma vi attendevate fenomeni così distruttivi, come le trombe d'aria in Liguria e Toscana, le bombe d'acqua, i venti fortissimi?
«Il fenomeno è chiaro ed è stato spiegato bene dagli esperti: s' è rotta l'estate e c'è stato lo scontro tra venti caldi e venti freddi, con forti instabilità locali, addirittura fortissime in alcune località. Noi per parte nostra avevamo diramato un'allerta gialla e arancione per alcune regioni, ma l'areale interessato è obiettivamente molto vasto».
Questa estate pazza è sotto gli occhi di tutti. Quando voi della Protezione civile nazionale diramate un'allerta gialla o arancione, il cittadino che cosa può fare?
maltempo a venezia caduti frammenti del campanile di san marco
«Innanzitutto informarsi bene. Un'allerta gialla è meno severa di una arancione, ma non per questo va sottovalutata. Perciò sarebbe bene adottare comportamenti prudenti, evitare di andare in giro se non è necessario, e poi verificare se nel proprio Comune c'è un numero di telefono d'emergenza da chiamare oppure se c'è un'area sicura da raggiungere in caso di alluvione. Non diciamo nulla di più che di adottare comportamenti di buon senso: aiuterà voi, aiuterà noi che dobbiamo soccorrere».
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Ovvio: meno gente c'è in giro quando c'è una crisi ambientale, meglio è. E gli enti locali, a loro volta, che cosa dovrebbero fare?
«Attivare le strutture di Protezione civile, informando bene la popolazione dei rischi, segnalando i luoghi pericolosi, mobilitando le squadre di volontari che sarebbe opportuno distribuire sul territorio, in modo da avere subito un quadro degli eventuali danni e nel caso aiutare i cittadini. Questo prevedono i piani comunali di protezione civile, quando sono fatti bene».
L'Italia è senza dubbio un Paese straordinariamente a rischio.
«Dobbiamo sempre ricordarci la conformazione fisica del territorio. Siamo lunghi e stretti. Da noi, a differenza di tanti altri Paesi europei, quando piove in montagna, i torrenti s' ingrossano subito ed è velocissimo l'impatto a valle.
Non abbiamo il tempo di risposta del territorio che hanno altri. Dobbiamo saperlo. Perciò è tanto importante la prevenzione, in Italia. Se parliamo di incendi, il problema principale è il sottobosco troppo secco.
Ecco, manca la manutenzione del sottobosco. E se ci si mette il vento, anche un piccolo incendio malevolo diventa enorme. Ora ci attendiamo il maestrale e siamo preoccupati per Sardegna e Calabria. Quanto alle alluvioni, il reticolo idrografico incontra troppi ostacoli nel portare l'acqua ai fiumi oppure al mare».
E però siamo anche un Paese straordinario, nel senso della solidarietà.
«Guardi, in questi giorni di metà agosto ci sono almeno un migliaio di volontari all'opera nelle diverse regioni del Centro-Nord per fronteggiare gli effetti del maltempo. Ci sono tante squadre di vigili del fuoco che non si risparmiano.
E meritano una particolare menzione i 30 volontari dell'associazione nazionale alpini che si sono precipitati a Stromboli da Bergamo: assieme a un centinaio di volontari siciliani da giorni stanno lavorando con picconi, badili e carriole per togliere il fango dalle case. In alcuni casi, il fango era arrivato fino ai soffitti. Dormono in brandine nella scuola comunale. Stanno lavorando qui accanto. Sono infaticabili».
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