“PAPÀ, SE NON TROVO I SOLDI SUL CONTO TRA CINQUE MINUTI, SAI DOVE CAZZO SONO?” – I GENITORI DI ALBERTO SCAGNI, IL 42ENNE CHE HA UCCISO LA SORELLA A GENOVA, PUBBLICANO LA TELEFONATA DELIRANTE DEL FIGLIO PRIMA CHE SI DIRIGESSE A COMPIERE L’OMICIDIO. DA TEMPO LA MADRE CHIAMAVA LE FORZE DELL’ORDINE PER FERMARE L’UOMO MA, IN UNA DELLE ULTIME TELEFONATE, SI ERA SENTITA RISPONDERE: “SIGNO', NON FAMOLA TRAGICA…”

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Giulia Mietta per Il "Corriere della Sera"

 

ALBERTO SCAGNI ALBERTO SCAGNI

«Lo sai stasera dove sono Gianluca e tua figlia? Se non trovo i soldi sul conto tra 5 minuti, lo sai dove ca... sono?». Si chiude così l'ultima, delirante, telefonata fatta da Alberto Scagni, 42 anni, a suo padre. È il primo maggio scorso. Qualche ora dopo Alberto andrà sotto casa di sua sorella Alice, 34 anni, madre di un bambino di un anno, la convincerà a scendere in strada e la ucciderà colpendola con diciassette coltellate.

 

Ma tra quella telefonata e il delitto c'è un'altra chiamata «chiave»: quella fatta dai genitori di Alice e Alberto al 112, per chiedere di intervenire, di bloccare la follia del figlio prima che sia troppo tardi. La risposta che avranno - hanno raccontato più volte - è stata il silenzio. Se non addirittura lo scherno: «Signo', non famola tragica», una delle frasi rimbalzate dal centralino.

 

IL POST DI ALBERTO SCAGNI PER IL MATRIMONIO DELLA SORELLA ALICE IL POST DI ALBERTO SCAGNI PER IL MATRIMONIO DELLA SORELLA ALICE

Sono mesi che la famiglia Scagni chiede che la Procura diffonda le telefonate con le richieste di aiuto alle forze dell'ordine. Ed è anche per questo che la signora Antonella Zarri, madre di Alice, ha deciso di pubblicare sul profilo social «Giustizia per due figli rubati, Alice e Alberto» l'audio di questa telefonata.

 

L'ultima. «Oh Allora - urla Alberto -. I soldi per mangiare, io sono un uomo a differenza di 7 miliardi di persone che stanno sulla terra e respirano l'aria che respiro io e mi fa schifo pensare che respiro la stessa aria». E poi insulti e imprecazioni. Fino a minacciare l'inimmaginabile.

alice scagni alice scagni

 

Anzi no. «Una tragedia annunciata, in un crescendo durato almeno dieci giorni di pesanti indizi di una follia che stava raggiungendo l'apice in mio figlio. Eppure, nonostante tutte le segnalazioni, abbiamo visto solo inerzia, mancanza di supporto, nessuna azione preventiva per fermarlo», dice Antonella Zarri.

 

Assistiti da Fabio Anselmo, l'avvocato dei casi Cucchi e Aldrovandi, i genitori della vittima e del carnefice non vogliono che siano tralasciate le eventuali responsabilità di forze dell'ordine, igiene mentale e altre istituzioni. Sul delitto sono aperti due fascicoli, uno per omicidio volontario, l'altro per omissione di atti d'ufficio proprio per capire se ci furono sottovalutazioni.

alice scagni 4 alice scagni 4

Quanto alla scelta della Procura di non diffondere gli audio, questa ha più volte detto che, conclusa la fase di incidente probatorio, i file saranno resi noti e che non esiste pregiudizio nella conduzione delle indagini.

 

Ma ad Antonella Zarri questa rassicurazione non basta. «Il giorno in cui Alice è morta ci è stato detto che non c'era neppure una volante disponibile, ma poi c'erano 30 uomini in divisa schierati attorno al suo corpo senza vita, quando tutto era ormai compiuto». Dalla questura è stato riferito che nei confronti di Alberto Scagni non c'erano denunce ed è anche per questo che non sono scattati provvedimenti come un divieto di avvicinarsi a sua sorella.

 

alberto scagni alberto scagni

Anche la sanità pubblica si era mossa con tempi troppo lenti rispetto al precipitare delle condizioni di Alberto: la visita presso l'igiene mentale era stata fissata per il giorno dopo l'omicidio. Il dolore di Antonella, intenzionata a fare più rumore possibile, è quello di chi ha perso una figlia, ma anche un figlio. «Alberto è e sarà per sempre mio figlio, io e suo padre abbiamo assistito impotenti e soli alla sopraffazione della sua malattia, lui e Alice si volevano bene». Nei prossimi giorni è atteso il risultato della perizia psichiatrica sull'omicida, che ora è in carcere.

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