Nel pieno del secondo anniversario del martirio di Giulio Regeni, il presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi è tornato a promettere che la caccia ai responsabili della tortura a morte del ricercatore friulano non si fermerà. E ancora una volta Sisi è tornato ad accusare terzi per quel sadico omicidio e ad evocarne il movente: danneggiare i rapporti fra l’Egitto ed l’Italia.
Tuttavia, il supposto complotto è fallito e i due Paesi sono arrivati comunque a produrre un risultato economico di prima grandezza come il maxi-giacimento di Gas «Zohr» scoperto dall’Eni. Le frasi, alcune chiare, alcune ellittiche o sospese, sono infatti state pronunciate durante la cerimonia di avvio della produzione del più grande giacimento di gas naturale mai rinvenuto nel Mediterraneo.
«Non smetteremo di cercare i criminali che hanno fatto questo», ha promesso Sisi come già fatto in novembre. «Alla famiglia di Regeni presento ancora un volta le condoglianze del popolo egiziano e le prometto che non abbandoneremo questo caso fino a quando non si troveranno i veri criminali e verranno assicurati alla giustizia in Egitto», ha insistito.
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