1 - IRRIDUCIBILI LAZIO, RINUNCIAMO TRASFERTA A BOLOGNA
(ANSA) - Niente trasferta a Bologna per gli Irriducibili della Lazio. Lo rende noto lo stesso gruppo ultrà, dicendosi "costretto a rinunciare per non essere complici del 'teatro mediatico' delle ultime ore. Il nostro usuale modo di tifare oggi potrebbe esser mal interpretato da chi vuole danneggiare ulteriormente la Lazio e i suoi tifosi. In un momento cosi particolare invitiamo tutti i tifosi a cercare di non prestare il fianco a strumentalizzazioni, ricordando che per noi il bene della Lazio è assoluto e primario.
2 - INSULTI ANTISEMITI: PACIFICI, STAR DEL CALCIO SI RIBELLINO
(ANSA) - "I giocatori simbolo devono diventare protagonisti effettivi della battaglia. Va dato uno stop fortissimo all'omertà per quieto vivere che ancora oggi in molte piazze permea il rapporto tra i giocatori simbolo e gli ultrà. Quando avvengono episodi gravi, l'arbitro e i due capitani dovrebbero consultarsi e mandare tutti negli spogliatoi.
Fallo una volta, fallo due volte, e vedrai il risultato. Perché la rivolta dei tifosi veri contro gli ultrà finalmente scoppierebbe". Così, intervistato da Qn, Riccardo Pacifici, ex presidente della Comunità ebraica romana, propone di combattere episodi come quello degli adesivi antisemiti degli ultrà laziali domenica all'Olimpico.
"Pezzi dell'estrema destra hanno il loro vivaio nelle curve. È un legame da smontare", sottolinea. "Chi utilizza l'immagine di Anna Frank con modalità da stadio sa quel che fa. Sa di utilizzare il principale bersaglio dei revisionisti e dei negazionisti in chiave antisemita. Tra l'altro l'immagine di Anna Frank, virata in versione calcistica, girava da parecchi giorni sulla Rete. E anche in maglia della Lazio. Chi ha agito all'Olimpico lo ha fatto dietro regìa. Nessuno può minimizzare", rimarca. Se ne esce a suo avviso "con un'azione coordinata e concentrica.
Anzitutto, in casi come quello di domenica, il resto del tifo va educato alla reazione per direttissima, come per esempio accade in Germania dove la Bundesliga dedica un budget sostanzioso a questa dinamica proattiva. L'iniziativa funziona da oltre dieci anni. Perché in Italia siamo in ritardo? Non trovo risposte".
"Nel passato c'è stata sottovalutazione dei fenomeni. Ora è un'altra fase. Ma serve unità d'intenti e maggior decisione per modificare il contesto. Deve partire una battaglia costante contro tutte le degenerazioni. Anche perché, spesso, dietro i contrasti tra curve e dirigenza si nascondono veri ricatti. In un clima di intimidazione".