“L’HO PRESA A SCHIAFFI E NON SONO DISPIACIUTO” – JORGE ARANTES, L’EX MARITO DI JK ROWLING, RISPONDE ALLE ACCUSE DELLA SCRITTRICE CHE AVEVA RACCONTATO DI AVER SUBITO DELLE VIOLENZE IN GIOVENTÙ: “NON SI È TRATTATO DI ABUSI SISTEMATICI. NON C’È STATA VIOLENZA DOMESTICA E NEANCHE SESSUALE. CIÒ CHE DICE DIPENDE DA LEI. È SUA RESPONSABILITÀ E…"

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Da "www.huffingtonpost.it"

 

jorge arantes e jk rowling 1 jorge arantes e jk rowling 1

“L’ho presa a schiaffi, ma non l’ho maltrattata. Non sono dispiaciuto”. Così parla il primo marito di JK Rowling, Jorge Arantes, dopo le dichiarazioni dell’autrice di “Harry Potter” che, all’indomani le polemiche per alcuni suoi controversi tweet sulle persone transgender, era ritornata sulle sue posizioni in un blog, facendo anche riferimento alle violenze subite in gioventù.

 

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Il 52enne ex giornalista televisivo portoghese, come riporta il britannicoSun, avrebbe detto di non aver letto nel dettaglio l’articolo della Rowling tenendo però a specificare: “Ho schiaffeggiato Joanne, ma non si è trattato di abusi sistematici. Non mi sento dispiaciuto”. “Non c’è stata violenza domestica e neanche violenza sessuale”, ha aggiunto.

 

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E ancora: “Ciò che dice dipende da lei. È sua responsabilità, non mia. Non ci sono stati abusi prolungati”. Nel suo blog JK Rowling, oltre ad aver rivelato un’aggressione sessuale subita a vent’anni, aveva aggiunto di portare ancora i segni psicologici degli abusi domestici sofferti durante il primo matrimonio.

 

“Le ferite lasciate dalla violenza e dall’aggressione sessuale non scompaiono, non importa quanto sei amata e quanti soldi guadagni. Prego che le mie figlie non debbano provare mai le mie stesse paure”, erano state le parole della creatrice di Harry Potter.

jk rowling con il padre peter rowling e la matrigna janet jk rowling con il padre peter rowling e la matrigna janet

Jorge Arantes è stato il primo marito di JK Rowling e dalla loro relazione è nata una figlia che oggi ha 27 anni. La coppia si è sposata nel 1992 e separata nel 1995. L’autrice è attualmente sposata con Neil Murray, con cui è convolata a nozze nel 2001.

 

Caterina Soffici per “la Stampa”

 

Avrete anche voi pensato: ma chi glielo fa fare? Cosa ha spinto J.K. Rowling, l'autrice di Harry Potter, la scrittrice più ricca e famosa del mondo, a ingaggiare un corpo a corpo (si fa per dire, perché è piuttosto uno scontro virtuale a colpi di cinguettii su Twitter), con il mondo degli attivisti Lgbtq+, che l'hanno insultata a morte accusandola di essere transfobica e Terf.

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Transfobica è chiaro: persona che odia i trans. Terf è un acronimo sconosciuto ai più, ma chi ha seguito la polemica nell'ultima settimana ne ha imparato il significato: sta per Trans Exclusionary Radical Feminist, ossia una femminista radicale che esclude i trans. Che la Rowling sia una femminista è cosa arcinota.

 

Da una madre single scozzese, così povera da dover andare a scrivere in un bar per stare al caldo, portando con sé la figlia nel passeggino, è facile aspettarsi che diventi una paladina dei diritti delle donne. Ma anche per capire la polemica con i trans bisogna fare un salto indietro, a quei tempi bui di ragazza povera.

 

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Perché anche per una donna come la Rowling, che oggi ha tutto e non potrebbe desiderare altro, il passato può nascondere incubi e mostri. Ieri in un lunghissimo post sul suo blog - quasi un piccolo saggio - ha ripercorso tutta la vicenda, spiegando in cinque punti la sua posizione e rivelando che da giovane è stata vittima di abusi sessuali e di un primo marito violento.

 

«Non lo dico per attirare le vostre simpatie - ha scritto - ma per solidarietà con l'enorme numero di donne che hanno storie come la mia, e sono state accusate di essere delle bigotte perché difendono il diritto delle donne di avere spazi per sole donne».

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La cosa sembrerebbe entrarci poco con i trans. In realtà il discorso va inserito nel contesto del mondo anglosassone, e in particolare della nuova legge in discussione in Gran Bretagna che dà la possibilità a una persona di scegliere il genere a cui appartenere semplicemente dichiarandolo.

 

Se un uomo dichiara di essere donna, automaticamente può comportarsi da donna. Ha scritto: «Quando apri le porte di bagni e spogliatoi a ogni uomo che si crede donna - senza intervento chirurgico o ormoni - allora apri la porta a tutti gli uomini che vogliono entrare. Questa è la semplice verità».

 

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Con conseguenze gravi. Per esempio, è già successo che un uomo condannato per abusi sessuali abbia dichiarato di sentirsi donna e ottenuto di andare a scontare la pena in un carcere femminile, dove ha puntualmente stuprato le compagne di cella. I diritti dei trans ledono i diritti delle donne? Per la Rowling - e a una parte della galassia femminista - la risposta è sì.

 

Essere donne non è questione di genere, ma si sesso biologico, dicono. La vicenda è iniziata a dicembre, quando la Rowling ha difeso una ricercatrice licenziata per aver sostenuto su Twitter che il sesso biologico non si può cambiare. Si è scatenato l'inferno. Una tempesta socialmediatica da migliaia di tweet, lettere, minacce e altro che hanno indotto la scrittrice a sospendere il suo account.

JK ROWLING E IL NUOVO LIBRO SU HARRY POTTER JK ROWLING E IL NUOVO LIBRO SU HARRY POTTER

 

Fino a un mesetto fa, quando ha messo online gratuitamente la favola per bambini in lockdown The Ickabog, chiedendo di postare disegni e commenti. Con Twitter attivo, la settimana scorsa non ha potuto resistere e ha commentato con un cinguettio sarcastico il titolo di una ricerca che definiva le donna «persone con mestruazioni».

 

Ha ironizzato: «Sono sicura che ci fosse un tempo una parola per quelle persone. Qualcuno mi aiuti: Wumben? Wimpund? Woomud?», con un gioco di parole dove il suono ricorda Women, donne. Altra tempesta, ancora più violenta, che dura da giorni. Con minacce di morte. Sei come Voldemort (il mago cattivo). Feminazi. Cagna. Strega. E di peggio.

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Preoccupati da ripercussioni sulla propria immagine, l'attore Daniel Radcliffe, l'Harry Potter della saga ed Eddie Redmayne (volto di Animali Fantastici) hanno preso le distanze dalla loro «creatrice», criticando le posizioni sui trans. Lo stesso ha fatto Emma Watson (volto della rossa Hermione Granger), anche lei super attiva sul versante femminista, ma che non vede minacce da parte dei trans: «Le persone trans sono chi dicono di essere e meritano di vivere la propria vita senza essere costantemente interrogate o informate di non essere chi dicono di essere».Così si arriva al lungo sfogo di ieri.

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Scrive la Rowling: «Non ho mai parlato prima non perché mi vergogno delle cose che mi sono successe, ma perché sono traumatiche da ricordare... Le cicatrici lasciate dalla violenza e dalle aggressioni sessuali non scompaiono, non importa quanto tu sia amato, e non importa quanti soldi hai fatto.

 

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Il mio stare all'erta perenne è diventato una barzelletta in famiglia, ma prego che le mie figlie non abbiano mai le stesse ragioni per odiare i rumori forti e improvvisi o il trovarmi persone dietro di me che non ho sentito arrivare». Affermando di credere nell'importanza del sesso biologico, dice che questo non deve ledere i diritti dei trans. Anche loro persone deboli e spesso oggetto di violenza.

 

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«Voglio che le donne trans siano al sicuro. Ma al tempo stesso voglio che lo siano anche le donne nate donne». In sostanza, dice «rifiuto di piegarmi a un movimento che sta facendo un danno dimostrabile cercando di erodere la donna come classe politica e biologica e che sta offrendo un paravento ai predatori. Stiamo vivendo il periodo più misogino che abbia mai vissuto. Non ho mai visto donne denigrate e disumanizzate nella misura in cui sono ora».

JK Rowling povera e depressa prima di Harry Potter JK Rowling povera e depressa prima di Harry Potter JK ROWLING JK ROWLING JK ROWLING JK ROWLING jk rowling 2 jk rowling 2

 

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