Claudio Del Frate per www.corriere.it
La Russia ha improvvisamente interrotto la fornitura di gas alla Polonia attraverso il gasdotto Yamal, l’arteria principale da cui dipende l’afflusso verso il Paese. Lo riferiscono media locali tra cui l’agenzia Onet e il canale radio Zet News. Entrambi citano fonti non ufficiali sia governative che dell’agenzia polacca dell’energia (Pgnig). Venerdì era scaduto l’ultimatum con il quale Putin aveva imposto ai cosiddetti «paesi ostili» il pagamenti delle forniture energetiche in rubli. Varsavia, allineandosi agli altri governi Ue, aveva deciso di rifiutare questa imposizione. La Polonia sarebbe il primo Paese a subire questo genere di ritorsione. Gazprom, nel tardo pomeriggio, attraverso l’agenzia russa Tass, ha negato lo stop.
I russi, secondo quando riferisce l’agenzia Onet, non hanno informato ufficialmente la controparte della loro decisione ma un grafico pubblicato da Zet News mostra con chiarezza che da stamattina che la quantità di gas immesso nell’impianto Yamal all’ingresso del terminale di Kondrakti stamattina è improvvisamente crollata. Il governo ha subito riunito una unità di crisi per monitorare la situazione. Già domenica il flusso lungo le tubature dello Yamal si era interrotto per diverse ore, per poi ripartire.
A fine marzo Mosca aveva minacciato i Paesi europei che appoggiano l’Ucraina di «chiudere il rubinetto» se non avessero saldato la loro bolletta energetica non più in euro ma in rubli. «Siamo pronti a diventare completamente indipendenti dalle forniture di gas russo già nel 2022» aveva informato nei giorni Piotr Naimski, ministro per le infrastrutture energetiche. La Polonia aveva sottoscritto in particolare un contratto per una fornitura aggiuntiva di metano dalla Norvegia.
Tra i governi europei, inoltre, quello di Varsavia era stato tra i più decisi nel reclamare l’estensione delle sanzioni contro Putin an cher alle forniture di idrocarburi. Il premier Mateusz Morawieckki era era stato anche il primo (assieme ai colleghi sloveno e della Repubblica ceca) a recarsi di persona a Kiev per manifestare solidarietà a Zelensky. Il colosso energetico russo Gazprom, inoltre figura nella black list delle aziende o degli oligarchi di Mosca colpiti dalle sanzioni.
Proprio stamane inoltre il ministro tedesco dell’economia Robert Habeck, parlando da Varsavia, aveva annunciato che la Germania è pronta a fare a meno del petrolio russo «nel giro di pochi giorni».
Subito dopo le voci sullo stop di Mosca alla Polonia il prezzo del gas sulla piazza di Amsterdam (che fa da riferimento all’intera Europa) è passato a 107 euro per megawattora, per poi ripiegare a quota 98.