L ASILO COLPITO DAI SEPARATISTI FILO-RUSSI NEL DONBASS
1 - UCRAINA: USA, 'RITIRO MILITARI RUSSI UN TRUCCO PER INGANNARE'
(ANSA) - L'annuncio della Russia su un ritiro di parte dei suoi militari dal confine con l'Ucraina è stato un "trucco deliberato per ingannare gli Stati Uniti e le altre potenze mondiale".
Lo riporta il Washington Post citando fonti dell'intelligence americana, secondo le quali le forze russe sono continuate ad aumentare vicino al confine ucraino. Washington ha ottenuto "informazioni credibili" sul fatto che le dichiarazioni di Mosca su un ritiro dei militari "potrebbero essere parte di una campagna di disinformazione per ingannare" gli Usa, spiegano alcuni funzionari al Wp.
2 - UCRAINA: SENATO USA APPROVA RISOLUZIONE, AVVERTE LA RUSSIA
(ANSA) - Il Senato americano, in un raro slancio bipartisan, ha approvato una risoluzione a sostegno dell'Ucraina che condanna l'aggressione militare russa e che chiede al presidente Joe Biden di "imporre significativi costi" alla Russia nel caso di invasione.
"Con un'azione bipartisan, il Senato ha inviato un forte messaggio alla Russia e al mondo sul fatto che siamo a fianco e sosteniamo l'Ucraina", afferma il senatore repubblicano Rob Portman. "I repubblicani e i democratici sono uniti e impegnati a sostenere l'Ucraina contro l'escalation di violenza del Cremlino. Putin farà un grosso errore di calcolo e si troverà a pagare" un alto prezzo "se deciderà di invadere", mette in evidenza la senatrice democratica Jeanne Shaheen.
soldato ucraino di guardia a goptovka
3 - UCRAINA: BERLINO, DA RUSSIA 'RICHIESTE DA GUERRA FREDDA'
(ANSA-AFP) - La Russia sta mettendo in pericolo la sicurezza dell'Europa con "richieste risalenti Guerra fredda", si è lamentata stamattina il ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock prima della Conferenza annuale sulla sicurezza di Monaco, che sarà dominata dalla crisi ucraina.
"Con un dispiegamento senza precedenti di truppe al confine con l'Ucraina e richieste risalenti alla Guerra Fredda, la Russia sta sfidando i principi fondamentali dell'ordine di pace europeo", ha affermato Baerbock in un comunicato. Mosca deve dimostrare "seri sforzi di riduzione dell'escalation", ha esortato.
Leader internazionali e alti diplomatici si incontrano Monaco, nel sud della Germania, da oggi a domenica per tre giorni di discussioni sui temi della difesa e della sicurezza. Questa conferenza annuale arriva al culmine delle tensioni tra Mosca e l'Occidente, con quest'ultimo che teme che le truppe russe si stiano preparando a invadere l'Ucraina.
truppe russe al confine con l ucraina foto satellitari
Incontri in diversi formati si susseguiranno a Monaco, dove sono attesi la vicepresidente degli Stati Uniti, Kamala Harris, il segretario di Stato americano Antony Blinken, il capo delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, il capo della Nato, Jens Stoltenberg, e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
La Russia, il cui ministro degli Esteri, Sergei Lavrov, è venuto regolarmente a questa conferenza annuale, non ha previsto di partecipare quest'anno. La Baerbock vede in questa assenza una "opportunità" persa. "È proprio nell'attuale situazione estremamente minacciosa che sarebbe stato così importante incontrare anche i rappresentanti russi", ha affermato.
4 - UCRAINA: MOSCA RITIRA ALTRE FORZE DA FRONTIERA
(ANSA-AFP) - La Russia ha annunciato oggi di avere ritirato altri carri armati schierati vicino al confine ucraino e dei bombardieri nella Crimea annessa. "Un altro treno militare che trasportava personale e attrezzature appartenenti alle unità di carri armati del distretto militare occidentale è tornato alla sua base permanente", ha affermato il ministero della Difesa in un comunicato. Allo stesso tempo, un portavoce della flotta russa, citato dall'agenzia Interfax, ha annunciato il ritiro di dieci bombardieri Su-24 dalla Crimea.
Le unità ed i mezzi militari, ha precisato il ministero nella nota, sono arrivate nelle loro "basi permanenti nella regione di Nizhny Novgorod dopo aver completato le previste esercitazioni".
5 - NEL DONBASS I FILORUSSI BOMBARDANO PER PROVOCARE LA RISPOSTA DELL'ESERCITO UCRAINO
Estratto dell’articolo di Micol Flammini per “il Foglio”
(…) Il cessate il fuoco nel Donbass è stato violato più di quaranta volte da parte delle forze delle due sedicenti repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk. Una granata ha raggiunto un asilo a Stanytsia Luhanska, nel territorio in mano all’esercito ucraino dell’oblast di Lugansk: sono state ferite due insegnanti, ma non ci sono stati morti.
I separatisti negano che i colpi siano stati sparati da loro, qualcuno ha quindi interpretato il bombardamento come una false flag operation, un’operazione orchestrata per giustificare un attacco contro l’Ucraina, ma con poco senso: un’operazione di sabotaggio fatta per giustificare una rappresaglia sarebbe dovuta avvenire nel territorio occupato dai filorussi.
E non si è trattato neppure di un errore: sono stati colpiti numerosi obiettivi militari e civili nella zona di Lugansk, anche una stazione ferroviaria e alcune linee elettriche: non ci sono morti, il bilancio dice che sono stati feriti due militari ucraini e tre civili.
L’obiettivo di questi attacchi crescenti è provocare la reazione degli ucraini per poi mostrare la prove delle violenze di cui tanto parlano i media russi e i filorussi. I soldati dell’esercito di Kiev dicono che la situazione è tesa, ma le azioni militari non sono superiori alla norma, e dal governo hanno ricevuto l’ordine di non reagire per evitare di dare pretesti ai russi per un attacco contro la nazione.
L’Ucraina subisce le condizioni di questa situazione. Non può agire perché teme che ogni risposta diventi un invito ad attaccare, può solo subire e stare immobile, aspettando che i russi chiariscano se intendono iniziare una guerra o è solo un bluff. Non servivano altri elementi per capirlo, ma questa condizione di immobilità è la conferma che l’Ucraina è un paese in ostaggio.
(…) L’annuncio del ritiro delle truppe da parte di Mosca era stato già bollato come “falso”: più che un ritiro sembra un riposizionamento e alcuni dei mezzi che erano disposti in Crimea si stanno muovendo verso loro basi – come aveva annunciato Mosca – che però si trovano sul confine orientale con l’Ucraina. Altre invece andranno in Cecenia. L’esercito russo è sempre in posizione e anche la propaganda lo è.
L’incremento delle azioni militari arriva dopo due giorni in cui i media statali russi e i separatisti continuano a spargere notizie di provocazioni ucraine nel Donbass. Anche il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, giovedì ha parlato di azioni provocatorie che si sono intensificate negli ultimi giorni.
Nessuna di queste provocazioni è stata confermata ma si teme che possano creare un pretesto per Mosca per lanciare un attacco: c’è popolazione russa anche nel territorio controllato dall’esercito di Kiev e i media statali russi stanno dicendo che i bombardamenti sono ordinati da Kiev e che le forze separatiste sono state costrette a rispondere.
Anche il capo del Cremlino, Vladimir Putin, durante la conferenza stampa di martedì con il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, ha detto che la popolazione di origini russa nel Donbass è vittima di “genocidio” e i rapporti dei propagandisti russi sui bombardamenti servono a creare le prove per queste violenze. La parola genocidio circola sui media dei russi e dei separatisti da tempo, ma era la prima volta per Putin.
(…) Il bullismo di Mosca nei confronti dell’Ucraina non si è visto soltanto dalle azioni militari, ma è emerso anche dalle risposte che la Russia ha consegnato agli Stati Uniti riguardo alla sicurezza. Il ministero degli Esteri le ha date a John Sullivan, ambasciatore americano a Mosca, e nella medesima occasione gli ha comunicato l’espulsione del suo vice, Bartle Gorman.
La Russia ha presentato a Washington le stesse pretese già pubblicate nel dicembre scorso ma in modo ancora più netto, e in più ha aggiunto: nel caso in cui le richieste non vengano accolte, “la Russia sarà costretta a rispondere, anche attuando misure di natura tecnico-militare”. Mosca non ha chiarito cosa intenda per risposta di “natura tecnico-militare”, ma il punto sta proprio nella vaghezza e in questa vaghezza è incastrata l’Ucraina. Mosca chiede di cessare tutte le forniture di armi all’Ucraina, di ritirare le armi già fornite, ritirare le forze americane dai paesi baltici e dell’Europa orientale e ovviamente vuole il rispetto degli accordi di Minsk.
Giovedì dall’ambasciata russa a Kiev usciva del fumo che lasciava intuire che all’interno stessero bruciando dei documenti sensibili o prove. Le ambasciate distruggono documenti prima di una fuga, e i diplomatici di Mosca non avrebbero motivo di lasciare Kiev ora, a meno che non sappiano che il Cremlino sta davvero mettendo in conto un’aggressione.
Il fatto di essere stata messa con le spalle al muro dalla strategia americana che in questi giorni ha anticipato ogni mossa prevista da Mosca, potrebbe aver portato la Russia ad aumentare la tensione, a reagire proprio nel giorno in cui ha consegnato le sue risposte a Washington. (…)
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