Massimo Gramellini per il “Corriere della Sera”
ignazio la russa l'aria che tira
Quando penso a un maschio dolce e sensibile, Ignazio La Russa non è quasi mai il primo che mi viene in mente, e fino a ieri ero convinto che la cosa facesse piacere anche a lui. Però negli studi televisivi de «L’Aria che Tira» ha mosso i primi passi un La Russa nuovo.
Dobbiamo prendere coscienza che la violenza sulle donne è un problema degli uomini, ha detto, e più che La Russa sembrava un’intercettazione telefonica di Elly Schlein e Laura Boldrini. In un crescendo femminista, ha vagheggiato una manifestazione antiviolenza di soli maschi e ricordato che il rispetto verso le donne deve cominciare in famiglia.
ignazio la russa l'aria che tira
Mentre gli spettatori più diffidenti si avvicinavano allo schermo per controllare che si trattasse del vero La Russa e non di una elaborazione al computer governata da un algoritmo progressista, il nostro eroe ha vibrato l’ultimo affondo: «Se un genitore vede il figlio mancare di rispetto a una ragazza, penso che debba tirargli un ceffone, forte».
Si può dire che è crollato sul più bello? Intendiamoci, molti concorderanno con lui e risfoglieranno nostalgici l’album di famiglia, gremito di padri e nonni dalla mano facile (mio papà se la cavava discretamente anche con i piedi).
Ma pensate se La Russa avesse affermato che picchiare un maschio per insegnargli a non picchiare le donne è un modo ben curioso di educare alla non violenza. Adesso ci troveremmo qui a dire che non esiste più alcuna differenza tra conservatori e liberali. Pericolo scampato.
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