“È STATA UN’AGGRESSIONE XENOFOBA” –  UNO STUDENTE VENEZUELANO E LA FIDANZATA CINESE HANNO QUERELATO PER ABUSO D’UFFICIO TRE POLIZIOTTI IN BORGHESE CHE LI HANNO FERMATI IN STRADA A TORINO PER UN CONTROLLO DI ROUTINE CHE SI È TRASFORMATO NEL CAOS: I RAGAZZI RACCONTANO DI ESSERE STATI INSULTATI E MINACCIATI, MA PER GLI AGENTI I DUE, SENZA DOCUMENTI, SONO ANDATI IN ESCANDESCENZE E… - VIDEO

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Massimo Massenzio per "www.corriere.it"

 

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È stata presentata questa mattina, dall'avvocato Federico Burzio, la querela nei confronti dei tre poliziotti che, giovedì scorso, hanno fermato per un controllo una coppia di giovani stranieri che stavano passeggiando mano nella mano in via Nizza. Gli agenti erano in borghese e, quello che sarebbe dovuto essere un «accertamento di routine», si è concluso in maniera a dir poco «movimentata».

 

Moises Pirela, studente venezuelano del conservatorio di Torino, in Italia con asilo politico è stato immobilizzato a terra, in mezzo alla pista ciclopedonale. La sua fidanzata, di nazionalità cinese, è stata invece ammanettata e trascinata verso un'auto «civetta». La 22enne, laureanda all'accademia delle belle arti, aveva cercato di scappare pensando che i tre uomini non fossero dei veri poliziotti.

 

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E, dopo essere stata perquisita da un'agente donna nei bagni degli uffici della polizia ferroviaria, è stata denunciata per resistenza pubblico ufficiale. Nessuna altra accusa sembra essere stata mossa nei confronti della coppia e, secondo la ricostruzione della Questura, gli operatori hanno seguito le procedure: «Si sono qualificati correttamente, hanno chiesto di visionare i documenti e la studentessa ha dato in escandescenze e ha cercato di scappare».

 

I due ragazzi raccontano invece una versione molto diversa, sostengono di essere stati insultati e minacciati e parlano di «aggressione xenofoba». Avevano lasciato a casa (a San Salvario, a poche centinaia di metri di distanza) passaporto e permesso di soggiorno. Ma Moises, concertista e studente del corso di violino, afferma di aver consegnato a uno dei tre poliziotti il suo smartphone con la fotografia dei documenti: «Quando me lo ha riconsegnato, mi ha bloccato il polso e mi ha girato il braccio dietro alla schiena. A quel punto la mia fidanzata, pensando che non fossero dei veri agenti, ha cercato di scappare e ha chiesto aiuto ai passanti».

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Due filmati mostrano le ultime, drammatiche, fasi del controllo, prima dell'arrivo di una pattuglia di carabinieri in divisa, mentre Moises, bloccato a terra, urla: «Non sono veri poliziotti, non lasciate che ci portino via». Nelle prossime ore un nuovo video potrebbe essere consegnato all'avvocato Burzio, che questa mattina ha formalizzato la querela per «lesioni personali, minacce, violenza privata, abuso d'ufficio e perquisizione e ispezione personali arbitrarie».

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